Dopo l'11 settembre 2001, Panikkar ha aggiunto un "epilogo" al suo primo pamphlet sulla pace per avvertire che "la punizione non purifica" e che le bombe non eliminano la volontà di rappresaglia terroristica. In alternativa, il filosofo propone l'incontro fra culture diverse, fatto di conoscenza reciproca e di dialogo fondato sui grandi temi dell'esistenza, fra i quali appunto la pace, la cui essenza "assoluta" trascende gli interessi e i fattori geopolitici.
Ma come arrivarci? Anzitutto evitando la demonizzazione dell'altro: non è "condannando gli atti esecrabili dei fanatici o fustigando colonialismo e capitalismo" che si risponde ai quesiti assoluti. Non si tratta di eludere i giudizi morali, avverte Panikkar, ma di cominciare a chiedersi il perché delle cose: atteggiamento che apre la via alla comprensione e al perdono, che poi è la chiave di volta di ogni filosofia della pace. Da dove cominciare? Da noi stessi, nella vita quotidiana, perché "se è difficile vivere senza pace esterna, è impossibile sopravvivere senza quella pace interiore che è premessa del disarmo culturale, a sua volta condizione del disarmo militare".
Cesare Medail
Incontro: | 13/01/2015 |
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Rassegna: | Insieme per la Pace |
Titolo: | La punizione non purifica |
Presentata da: | Makhanian Shahrokh |
Tradizione: | Fede Bahá’í |
Autore: | Cesare Medail |
Opera: | Le Piccole Porte -Viaggio nel pensiero spirituale. |
Pagine: | 162 |
Pdf: | Lettura.2015.01.13-07.pdf |