L'anima incarnata può astenersi dal godimento dei sensi, sebbene il gusto per gli oggetti dei sensi rimanga. Ma se perde questo gusto, sperimentando un piacere superiore, resterà fissa nella coscienza spirituale.
Spiegazione:
Senza aver raggiunto la realizzazione spirituale è impossibile allontanarsi dal piacere dei sensi. Controllare i sensi osservando determinate regole è come proibire al malato di mangiare alcuni alimenti; il paziente soffre di queste limitazioni e non perde il gusto per i cibi proibiti. Così la disciplina dei sensi mediante la pratica di uno yoga come l'astanga-yoga —che comprende diverse fasi dette yama, niyama, asana, pranayama, pratyahara, dharana, dhyana e samadhi — è raccomandata alle persone meno intelligenti, che non conoscono un metodo migliore. Ma colui che avanzando nella coscienza di Krishna gusta la bellezza del Signore Supremo, Sri Krishna, non prova più la minima attrazione per le cose materiali. Queste restrizioni s'impongono dunque soltanto ai neofiti, e sono efficaci solo se si è già attratti dalla coscienza di Krishna. Quando poi si è veramente coscienti di Krishna, si perde automaticamente ogni attrazione per i piaceri materiali, che appaiono ormai scialbi e monotoni.
Incontro: | 03/02/2015 |
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Rassegna: | Insieme per la Pace |
Titolo: | Il piacere superiore |
Presentata da: | Mauro Bombieri |
Tradizione: | Hare Krishna |
Opera: | Bhagavad-Gita |
Pagine: | Verso 59 |