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Un mondo inospitale

Tutti questi grandi magazzini umani sono stati costruiti in mezzo al fango esattamente allo stesso modo, e sono per così dire arredati con la stessa sobrietà; ma lo strano è che attraversando una baracca si ha la sensazione di vagare per un quartiere povero e desolato, e mentre un’altra baracca evoca ad esempio un quartiere residenziale della borghesia agiata. In realtà è una sensazione ancora più forte, è come se ogni cuccetta, ogni tavolo di legno grezzo emanasse una propria atmosfera.Conosco un tavolo, in una di queste baracche su cui di sera è posata una lanterna di vetro con una candela accesa, intorno siedono più o meno otto persone e quello è il cosiddetto “angolo dei bohémiens”. Se poi si fanno pochi passi fino al tavolo più vicino, intorno al quale sono anche lì sedute più o meno otto persone – forse l’unica differenza è che al posto della candele c’è qualche padellina sporca -, allora è come se si entrasse in un mondo totalmente diverso. Circostanze simili non sembrano produrre necessariamente persone simili. Su quell’arido pezzo di brughiera di cinquecento per seicento metri, naufragano anche diversi protagonisti della vita culturale e politica delle grandi città. Tutte le scene che li circondavano sono state bruscamente abbattute con un solo colpo potente, ed essi stanno ancora un po’ tremanti e spaesati su quel palcoscenico aperto e pieno di correnti d’aria che si chiama Westerbork. Intorno a quelle figure sradicate dal loro contesto si può ancora respirare l’atmosfera di una vita irrequieta, e di una società più complicata di quella del campo. Essi vanno lungo il sottile filo spinato, le loro sagome in grandezza naturale scorrono indifese sulla grande distesa del cielo. Bisogna averli visti camminare laggiù. La loro ben forgiata armatura di posizione, reputazione e proprietà s’è sfasciata, e ora essi sono rivestiti soltanto dell’ultima camicia della loro umanità. Si trovano in uno spazio vuoto, delimitato da cielo e terra, dovranno riempirlo da soli con le loro potenzialità interiore – là fuori non c’è più niente. Ora ci si avvede che nella vita non basta essere un abile politico o un artista di talento, la vita richiede tutt’altre cose nella miseria estrema.

Etty Hillesum

Dati

Incontro:31/01/2013
Titolo:Un mondo inospitale
Presentata da:Angela Torrisi
Tradizione:Meditazione Cristiana
Autore:Etty Hillesum
Opera:Lettera a due sorelle dell'Aia
Comunità di Meditazione Interreligiosa Fiorentina
Email: cmif@altervista.org
Sito web: cmif.altervista.org
Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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