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La contemplazione

“La contemplazione non corrisponde al fatto di ritirarsi dall’umanità. Il problema è che dobbiamo imparare a distinguere tra obiettivo e significato della vita. Gli obiettivi dipendono dal fatto di essere bianchi o neri, occidentali o orientali; hanno a che fare con l’essere produttivi, fissare delle mete, sapere cosa si debba fare e farlo. […] Il significato, invece, dipende da queste domande: a chi interesserà ciò che faccio, chi ne trarrà profitto, chi ne sarà toccato e chi dimenticato o ferito o addolorato?

Gli obiettivi determinano ciò che voglio fare in questa parte della mia vita. Il significato richiede la conoscenza del perché io lo stia facendo e con quali risultati globali. La contemplazione non è una vacanza dalla vita ma è la ricerca del significato, serve a determinare il valore relativo delle cose dell’esistenza. Il contemplativo crede che ogni nostra azione fa progredire oppure ostacola la nostra ricerca di un significato della vita. […] In altre parole, la vera contemplazione non è fine a se stessa, non ci porta al di fuori della realtà. Anzi, ci pone in contatto con il mondo che ci circonda dandoci la distanza di cui abbiamo bisogno per vedere chiaramente dove ci troviamo. […]

La contemplazione è una religiosa attenzione verso il mio sacro dovere di interessarmi al mondo in cui vivo, è la consapevolezza di Dio dentro di me e nella gente attorno a me. […] Tutti noi ci diciamo che la vita è troppo agitata, che ciò di cui abbiamo veramente bisogno è lo svago, non un santo tempo libero. Tutti diciamo che domani faremo meglio e poi non lo facciamo. Tutti diciamo che il programma di lavoro è troppo pieno e la stanchezza è troppo forte. Ma se non facciamo niente per cambiarlo, il programma peggiorerà soltanto e la stanchezza penetrerà fino alle ossa. E’ la nostra anima ad essere stanca, non il nostro corpo. Questo perché siamo iper-stimolati e così svuotati di energia, che le stesse vecchie cose continuano a rimanere le stesse vecchie cose, sempre.

Il senso di eccitamento che viene da ciò che è nuovo e puro se n’è andato. Solo la contemplazione – ovvero il riconoscimento di un significato nella vita – può riportare quel tipo di energia. Ma ciò significa che dobbiamo trovare il tempo per noi stessi, per la lettura dei Libri Sacri, una serena consapevolezza e una profonda riflessione. […] Nella contemplazione distendiamo la nostra comprensione affinché il nostro cuore possa trovare pace. La contemplazione non è il vuoto che finisce nella pienezza, ma la pienezza che finisce nel vuoto. Non posso diventare un contemplativo stando seduto e aspettando. Devo diventare un contemplativo ascoltando e aspettando.”

Joan Chittister

Dati

Incontro:28/11/2013
Titolo:La contemplazione
Presentata da:Serenella Giovannelli
Tradizione:Meditazione Cristiana
Autore:Joan Chittister
Opera:Fermati e ascolta il tuo cuore, vivere oggi la Regola di san Benedetto
Pagine:104-108
Comunità di Meditazione Interreligiosa Fiorentina
Email: cmif@altervista.org
Sito web: cmif.altervista.org
Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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