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Radio Voce della Speranza

Lo Zefiro

Notiziario Interreligioso
Redazione: Marco Lazzeri
Telefono: 335.6415395
Pagina:
22/12/2018: Anno 2018 - Numero 20  File Pdf
Pubblicato il 24/12/2018
Buon Natale e Buone Feste.
Buon Natale e Buone Feste.
Care amiche e cari amici, vi annuncio per l’apertura del prossimo anno di un evento che viene organizzato dal Comune di Firenze e che penso possa interessare. Si tratta di una camminata interreligiosa che si volgerà il pomeriggio del 3 febbraio 2019 con inizio dalla Basilica di San Miniato fino a Palazzo Vecchio, passando per la Sinagoga e la Moschea. Saranno presenti tutte le tradizioni spirituali che desiderano partecipare e per questo chiunque sia interessato è pregato di mettersi in contatto con me che provvederò ad informare gli organizzatori, sono graditissime ovviamente anche le associazioni sia laiche che atee. Ci sarà un incontro organizzativo il 3 gennaio a Palazzo Vecchio aperto a chi è interessato a dare una mano. Fatemi sapere che vi invio i riferimenti. E’ questa una iniziativa del Comune di Firenze (che ricordo ospita i nostri in-contri di meditazione presso i suoi locali dello Sportello EcoEquo) tesa a creare maggiore vicinanza e ascolto tra le persone. E’ molto simile a quello che pratichiamo già noi nelle nostre pratiche, ma ha ovviamente una attenzione maggiore a livello cittadino. Penso sia positiva per una occasione di conoscenza e di dialogo che sono aspetti importanti per un cammino di pace e di fraternità, ed è infatti così che quando le persone si conoscono meglio la paura dell’altro cade e si formano ponti e non più muri. Auguro a tutti voi della Comunità di Meditazione Interreligiosa il migliore Buon Natale e Buon Anno NUOVO 2019 ! Con tanto affetto Marco LO ZEFIRO riprenderà le pubblicazioni il 19 gennaio 2019. E’ disponibile la raccolta degli articoli dell’anno e chi lo desidera può richiederla a questa mail. [Leggi]
Care amiche e cari amici,

vi annuncio per l’apertura del prossimo anno di un evento che viene organizzato dal Comune di Firenze e che penso possa interessare. Si tratta di una camminata interreligiosa che si volgerà il pomeriggio del 3 febbraio 2019 con inizio dalla Basilica di San Miniato fino a Palazzo Vecchio, passando per la Sinagoga e la Moschea. Saranno presenti tutte le tradizioni spirituali che desiderano partecipare e per questo chiunque sia interessato è pregato di mettersi in contatto con me che provvederò ad informare gli organizzatori, sono graditissime ovviamente anche le associazioni sia laiche che atee.

Ci sarà un incontro organizzativo il 3 gennaio a Palazzo Vecchio aperto a chi è interessato a dare una mano. Fatemi sapere che vi invio i riferimenti.

E’ questa una iniziativa del Comune di Firenze (che ricordo ospita i nostri in-contri di meditazione presso i suoi locali dello Sportello EcoEquo) tesa a creare maggiore vicinanza e ascolto tra le persone. E’ molto simile a quello che pratichiamo già noi nelle nostre pratiche, ma ha ovviamente una attenzione maggiore a livello cittadino. Penso sia positiva per una occasione di conoscenza e di dialogo che sono aspetti importanti per un cammino di pace e di fraternità, ed è infatti così che quando le persone si conoscono meglio la paura dell’altro cade e si formano ponti e non più muri.

Auguro a tutti voi della Comunità di Meditazione Interreligiosa il migliore Buon Natale e Buon Anno NUOVO 2019 !

Con tanto affetto

Marco

LO ZEFIRO riprenderà le pubblicazioni il 19 gennaio 2019.

E’ disponibile la raccolta degli articoli dell’anno e chi lo desidera può richiederla a questa mail. [Chiudi]
Buon Natale e Buone Feste.
"Ricorda se non riesci a trovare il Natale nel tuo cuore, non potrai trovarlo sicuramente sotto un albero." (Charlotte Carpenter)
Allegati Allegati: Zefiro.2018.20
08/12/2018: Anno 2018 - Numero 19  File Pdf
Pubblicato il 07/12/2018
Comunità di Morello.
Comunità di Morello.
Care amiche e cari amici, lascio la parola a Elisa e a questo suo testo che si trova all’inizio del cammino che ha creato nel parco di Morello dove vive. PERCORSO DI MEDITAZIONE CAMMINATA - PASSI DI PACE Ragazzi con lo sguardo perso nel vuoto osservando lo scorrere di immagini che appartengono al passato, le ferite bruciano ancora, rimuginando su come avrebbero dovuto comportarsi per essere accettati dai loro genitori, dai loro insegnanti, dai loro coetanei… …quante persone a cui dover rendere conto… Ragazzi che hanno già introiettato un modello ideale a cui ispirarsi, dando così per scontato che come sono non vanno bene, un modello ideale così difficile da raggiungere… Ragazzi tristi, ansiosi, pieni di rabbia, paura, insicurezza, noia, senza ombra di creatività, ragazzi soli, confusi, in balia di un mare in tempesta a cui si arrendono con rassegnazione. Ragazzi apparentemente duri, tutti presi dall’apparire, dall’avere più che dall’essere… In realtà ragazzi privati della loro possibilità di essere sé stessi, di essere ciò che sono adesso, di essere presenti a loro stessi. Si dice (dando così la responsabilità ad altri) che la società consumista, attraverso la pubblicità, i programmi televisivi, youtube e quant’altro, condiziona fortemente queste giovani menti, trasformandole in marionette, in soggetti indifferenti a ciò che sta accadendo loro, agli altri e al mondo, determinati soltanto ad affermare il proprio io. Ma gli è forse offerta una via di fuga? Una strada alternativa? Una prospettiva diversa? Aiutiamoli a recuperare la loro serenità, la spontaneità, la fiducia, la libertà dalla paura del giudizio, a ritrovare il senso di appartenenza. Il bambino viene presto caricato di impegni, attività, doveri, sottoposto a una tabella di marcia che ha del surreale. Sin da piccolo sommerso di informazioni, su cosa è giusto o sbagliato, su cosa deve e non deve fare, su come deve e non deve essere. Proviamo semplicemente a stare con loro, permettendogli così di Essere; proviamo a rallentare il ritmo, a dedicare più tempo all’Ascolto empatico… Da queste riflessioni è nata l’idea di un percorso di “educazione alla Pace” rivolto a bambini e ragazzi, più che impostato su belle parole già sentite a sufficienza, cominciando con piccoli passi, Passi di Pace, alla scoperta di ciò che sono adesso, di quello che stanno vivendo adesso, di quello che vorrebbero, di quelli che sono i loro reali bi-sogni e desideri. Iniziamo con il far provare loro l’esperienza di sentirsi in pace, grati di tutta la meraviglia che è la Vita. Come fare? Iniziando con un forte e deciso ma anche accogliente e amorevole: stop! Fermiamoci, rallentiamo, ascoltiamo, ascoltiamoci. Come mi sento in questo momento? Come sta il mio corpo? Il mio cuore batte??? Come batte? I miei piedi…dove sono?? Aiutiamoli ad entrare in contatto con tutto quel groviglio di emozioni e di pensieri, aiutiamoli a non inserire più il pilota automatico così che possano riprendere in mano la loro vita. Incontreranno strada facendo un po’ di pace e allora, solo allora, nascerà come frutto spontaneo la gentilezza, la compassione, la vicinanza, il sorriso. Coraggio adulti, diamoci da fare! Abbiamo tanto da imparare dai nostri ragazzi! Elisa [Leggi]
Care amiche e cari amici,

lascio la parola a Elisa e a questo suo testo che si trova all’inizio del cammino che ha creato nel parco di Morello dove vive.

PERCORSO DI MEDITAZIONE CAMMINATA - PASSI DI PACE

Ragazzi con lo sguardo perso nel vuoto osservando lo scorrere di immagini che appartengono al passato, le ferite bruciano ancora, rimuginando su come avrebbero dovuto comportarsi per essere accettati dai loro genitori, dai loro insegnanti, dai loro coetanei…

…quante persone a cui dover rendere conto…

Ragazzi che hanno già introiettato un modello ideale a cui ispirarsi, dando così per scontato che come sono non vanno bene, un modello ideale così difficile da raggiungere…

Ragazzi tristi, ansiosi, pieni di rabbia, paura, insicurezza, noia, senza ombra di creatività, ragazzi soli, confusi, in balia di un mare in tempesta a cui si arrendono con rassegnazione.

Ragazzi apparentemente duri, tutti presi dall’apparire, dall’avere più che dall’essere…

In realtà ragazzi privati della loro possibilità di essere sé stessi, di essere ciò che sono adesso, di essere presenti a loro stessi.

Si dice (dando così la responsabilità ad altri) che la società consumista, attraverso la pubblicità, i programmi televisivi, youtube e quant’altro, condiziona fortemente queste giovani menti, trasformandole in marionette, in soggetti indifferenti a ciò che sta accadendo loro, agli altri e al mondo, determinati soltanto ad affermare il proprio io.

Ma gli è forse offerta una via di fuga? Una strada alternativa? Una prospettiva diversa?

Aiutiamoli a recuperare la loro serenità, la spontaneità, la fiducia, la libertà dalla paura del giudizio, a ritrovare il senso di appartenenza.

Il bambino viene presto caricato di impegni, attività, doveri, sottoposto a una tabella di marcia che ha del surreale. Sin da piccolo sommerso di informazioni, su cosa è giusto o sbagliato, su cosa deve e non deve fare, su come deve e non deve essere.

Proviamo semplicemente a stare con loro, permettendogli così di Essere; proviamo a rallentare il ritmo, a dedicare più tempo all’Ascolto empatico…

Da queste riflessioni è nata l’idea di un percorso di “educazione alla Pace” rivolto a bambini e ragazzi, più che impostato su belle parole già sentite a sufficienza, cominciando con piccoli passi, Passi di Pace, alla scoperta di ciò che sono adesso, di quello che stanno vivendo adesso, di quello che vorrebbero, di quelli che sono i loro reali bi-sogni e desideri. Iniziamo con il far provare loro l’esperienza di sentirsi in pace, grati di tutta la meraviglia che è la Vita.

Come fare? Iniziando con un forte e deciso ma anche accogliente e amorevole: stop!

Fermiamoci, rallentiamo, ascoltiamo, ascoltiamoci.

Come mi sento in questo momento? Come sta il mio corpo? Il mio cuore batte??? Come batte? I miei piedi…dove sono??

Aiutiamoli ad entrare in contatto con tutto quel groviglio di emozioni e di pensieri, aiutiamoli a non inserire più il pilota automatico così che possano riprendere in mano la loro vita. Incontreranno strada facendo un po’ di pace e allora, solo allora, nascerà come frutto spontaneo la gentilezza, la compassione, la vicinanza, il sorriso.

Coraggio adulti, diamoci da fare! Abbiamo tanto da imparare dai nostri ragazzi!

Elisa [Chiudi]
Comunità di Morello.
"Io e te siamo una sola cosa; non posso farti male senza ferirmi." (Mahatma Gandi (Mohamdas Karmchand Gandi))
Allegati Allegati: Zefiro.2018.19
24/11/2018: Anno 2018 - Numero 18  File Pdf
Pubblicato il 23/11/2018
Migranti.
Migranti.
Care amiche e cari amici, da agosto ogni giovedì si tiene in centro a Firenze un incontro di due ore nell’intervallo del pranzo, per permettere anche a chi lavora di partecipare, chiamato “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti”. E’ la comunità delle Piagge che lo organizza. Sono mesi ormai che ci incontriamo e ho potuto rendermi conto di come la situazione italiana e internazionale si sta deteriorando settimana dopo settimana in senso autoritario e repressivo verso questa popolazione così fragile e provata da tanti drammi. I naufragi in mare con tanti morti, poi i divieti al soccorso in mare, la criminalizzazione di don Biancalani di Vicofaro a Pistoia, l’arresto a Riace di Mimmo Lucano con l’impossibilità di continuare la sua attività di aiuto alle persone straniere e autoctone. Poi ancora le ordinanze della procura di Firenze contro migranti che li relega negli alloggi nelle ore notturne e quella assurda che prevede il sequestro delle biciclette se un migrante non può dimostrare che non l’ha rubata. Siamo alla negazione dello stato di diritto: sono colpevoli di furto fino a prova contraria. Queste mescolanze che faccio spesso ormai tra sociale, politico, e spiritualità hanno una loro continuità… E la meditazione che ruolo ha, con il suo silenzio e ascolto profondo? Credo che in questi incontri in centro i meditatori sono molto pochi, o almeno non ne conosco tra i presenti e sono contento di esserci per testimoniare, senza esternazioni, una presenza di chi fa in silenzio una parte del suo cammino. E’ vero che sono un misto confuso di attività tra Etica, meditazione, centri sociali, politica, ricerca spirituale, lotte di contrasto al neoliberismo e alla dominanza della finanza, tra lo scandalo della corsa al riarmo globale, tra presidi alle basi Nato e l’aumento della povertà e della disperazione in una percentuale della popolazione che è disarmante. La scuola al palo, il lavoro che non c’è ancora, la sanità saccheggiata, la droga che invade le città a livelli mai visti, un vero diluvio di stupefacenti che fanno da controcanto all’aumento vertiginoso degli ansiolitici. Un mondo violento e senza pietà o attenzione dove il sopruso è la tattica preferita dal sistema per saggiare la tenuta e la sopportazione della gente a nuovi esperimenti sociali e su quanto si possa tirare ancora la corda, su quanto si possa ancora prendere. Sono frastornato, in una contraddizione mia propria, in una corsa tra la ricerca di interiorità e un mondo senza regole che travolge tutto, e anche il sentirmi fin troppo garantito con la mia pensione in un mondo di gente allo sbando e alla disperazione che mi fa sentire fuori posto. Sono poche le persone che cercano di avere una visione il più possibile aperta a tutto questo e certo da molti sono visto come fuorviante e improprio. Come elemento di inciampo, guardato con sospetto. A chi ritiene che in fondo stia perdendo tempo o che faccia solo allarmismo, auguro di aprire gli occhi prima che il cielo sia solcato da quegli ordigni che in tanti luoghi del pianeta già adesso stroncano vite. Prima che sia troppo tardi per rendersi conto che non si era capito o voluto vedere. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

da agosto ogni giovedì si tiene in centro a Firenze un incontro di due ore nell’intervallo del pranzo, per permettere anche a chi lavora di partecipare, chiamato “Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti”. E’ la comunità delle Piagge che lo organizza. Sono mesi ormai che ci incontriamo e ho potuto rendermi conto di come la situazione italiana e internazionale si sta deteriorando settimana dopo settimana in senso autoritario e repressivo verso questa popolazione così fragile e provata da tanti drammi. I naufragi in mare con tanti morti, poi i divieti al soccorso in mare, la criminalizzazione di don Biancalani di Vicofaro a Pistoia, l’arresto a Riace di Mimmo Lucano con l’impossibilità di continuare la sua attività di aiuto alle persone straniere e autoctone. Poi ancora le ordinanze della procura di Firenze contro migranti che li relega negli alloggi nelle ore notturne e quella assurda che prevede il sequestro delle biciclette se un migrante non può dimostrare che non l’ha rubata. Siamo alla negazione dello stato di diritto: sono colpevoli di furto fino a prova contraria. Queste mescolanze che faccio spesso ormai tra sociale, politico, e spiritualità hanno una loro continuità… E la meditazione che ruolo ha, con il suo silenzio e ascolto profondo? Credo che in questi incontri in centro i meditatori sono molto pochi, o almeno non ne conosco tra i presenti e sono contento di esserci per testimoniare, senza esternazioni, una presenza di chi fa in silenzio una parte del suo cammino. E’ vero che sono un misto confuso di attività tra Etica, meditazione, centri sociali, politica, ricerca spirituale, lotte di contrasto al neoliberismo e alla dominanza della finanza, tra lo scandalo della corsa al riarmo globale, tra presidi alle basi Nato e l’aumento della povertà e della disperazione in una percentuale della popolazione che è disarmante. La scuola al palo, il lavoro che non c’è ancora, la sanità saccheggiata, la droga che invade le città a livelli mai visti, un vero diluvio di stupefacenti che fanno da controcanto all’aumento vertiginoso degli ansiolitici. Un mondo violento e senza pietà o attenzione dove il sopruso è la tattica preferita dal sistema per saggiare la tenuta e la sopportazione della gente a nuovi esperimenti sociali e su quanto si possa tirare ancora la corda, su quanto si possa ancora prendere.

Sono frastornato, in una contraddizione mia propria, in una corsa tra la ricerca di interiorità e un mondo senza regole che travolge tutto, e anche il sentirmi fin troppo garantito con la mia pensione in un mondo di gente allo sbando e alla disperazione che mi fa sentire fuori posto. Sono poche le persone che cercano di avere una visione il più possibile aperta a tutto questo e certo da molti sono visto come fuorviante e improprio. Come elemento di inciampo, guardato con sospetto. A chi ritiene che in fondo stia perdendo tempo o che faccia solo allarmismo, auguro di aprire gli occhi prima che il cielo sia solcato da quegli ordigni che in tanti luoghi del pianeta già adesso stroncano vite. Prima che sia troppo tardi per rendersi conto che non si era capito o voluto vedere.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Migranti.
"L'amore è il nostro vero destino. Non troviamo il significato della vita da soli. Lo troviamo in-sieme a qualcun altro." (Thomas Merton)
10/11/2018: Anno 2018 - Numero 17  File Pdf
Pubblicato il 11/11/2018
Il ponte Morandi.
Il ponte Morandi.
Care amiche e cari amici, un’immagine che abbiamo visto girare in occasione della tragedia di Genova. Il crollo, lo scoramento della visione di un vuoto senza fine dove prima c’era una qualche normalità, la voragine, la foiba che non ha fondo, che tutto ingoia, anche le coscienze, le speranze, le prospettive di un domani e restituisce con il vuoto fisico un vuoto esistenziale dove il tempo sembra fermarsi incapace di dare un domani certo, migliore, stabile e garantito. È stato detto tanto di quel ponte e molto ci sarà ancora da dire (anche perché non c’è ancora una verità), ma l’immagine rimane emblematica di una difficoltà più generale del mondo che ci ospita, un dramma, il primo, dovuto forse alla mancanza di manutenzione stradale, mentre per il secondo occorre portare a coscienza la mancanza di cura, di responsabilità, l’egoismo che acceca, l’avidità che consuma, il profitto che domina la visione del possibile, la competizione che non ha amore. Cascano ponti e sorgono muri, in tutta Europa, nel mondo, nelle coscienze. Il dialogo e il rispetto si fanno più rari anche nelle tradizioni spirituali molto spesso si tende a guardare sé stessi, si fa quadrato, in tempi di decadenza occorre compattare, non disperdere, c’è pericolo di crisi, bisogna pensare a sé stessi per prima… Nel grande e nel piccolo trovo la stessa radice, la stessa incapacità e il senso profondo delle cose sbiadisce, sovrastato da ragioni che sono presunte superiori, non disattendibili. Anche la nostra Comunità, come sta? Certo c’è rispetto e attenzione reciproca e in qualche modo le mani si cercano, ma mi chiedo verso dove mi sto muovendo e quanto sono unito dentro di me nel vedere nell’altro una parte di me e non solo un altro da me... Sono tempi difficili per nutrire ideali e aspirazioni, come quel cormorano con le ali intrise di petrolio sversato in mare non riesco a volteggiare, il colpo d’ala si fa pesante, rallentato, trattenuto. Ho fatto tante cose in questi anni con tante persone diverse e belle e la ricerca spirituale ha accompagnato su sentieri alle volte difficili e altre volte entusiasmanti. Adesso è come se la vita mi stesse presentando un resoconto dove mancano delle parti, dove mi accorgo di aver dimenticato qualcosa e questo qualcosa non era marginale, ma essenziale. La sensazione di aver fatto tanto, ma di aver dimenticato il nocciolo. Un frutto senza nocciolo, un seme senza capacità di riprodursi è contraddittorio in sé stesso. Non ha senso perché ha perso il suo senso. E così nel cammino spirituale, nella politica, nella finanza, nell’economia, nella scienza, nella società, nei rapporti familiari, nello Stato e le sue leggi, nelle fabbriche, nel lavoro, nella scuola. Una profonda crisi di senso, oscurato dalla vanità di una società smarrita, gonfia di profitti e senza ideali etici. Lo sforzo ancora una volta è quello di cambiare, di ripensarmi nuovo, di rialzarmi e ricominciare da quello che sono riuscito ad essere fin qui, verso un oltre che nemmeno riesco ad immaginare compiutamente. Che cercherò di diventare oppure semplicemente sdrucciolerò sotto la superficie e non sarò. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

un’immagine che abbiamo visto girare in occasione della tragedia di Genova. Il crollo, lo scoramento della visione di un vuoto senza fine dove prima c’era una qualche normalità, la voragine, la foiba che non ha fondo, che tutto ingoia, anche le coscienze, le speranze, le prospettive di un domani e restituisce con il vuoto fisico un vuoto esistenziale dove il tempo sembra fermarsi incapace di dare un domani certo, migliore, stabile e garantito.

È stato detto tanto di quel ponte e molto ci sarà ancora da dire (anche perché non c’è ancora una verità), ma l’immagine rimane emblematica di una difficoltà più generale del mondo che ci ospita, un dramma, il primo, dovuto forse alla mancanza di manutenzione stradale, mentre per il secondo occorre portare a coscienza la mancanza di cura, di responsabilità, l’egoismo che acceca, l’avidità che consuma, il profitto che domina la visione del possibile, la competizione che non ha amore. Cascano ponti e sorgono muri, in tutta Europa, nel mondo, nelle coscienze. Il dialogo e il rispetto si fanno più rari anche nelle tradizioni spirituali molto spesso si tende a guardare sé stessi, si fa quadrato, in tempi di decadenza occorre compattare, non disperdere, c’è pericolo di crisi, bisogna pensare a sé stessi per prima… Nel grande e nel piccolo trovo la stessa radice, la stessa incapacità e il senso profondo delle cose sbiadisce, sovrastato da ragioni che sono presunte superiori, non disattendibili. Anche la nostra Comunità, come sta? Certo c’è rispetto e attenzione reciproca e in qualche modo le mani si cercano, ma mi chiedo verso dove mi sto muovendo e quanto sono unito dentro di me nel vedere nell’altro una parte di me e non solo un altro da me... Sono tempi difficili per nutrire ideali e aspirazioni, come quel cormorano con le ali intrise di petrolio sversato in mare non riesco a volteggiare, il colpo d’ala si fa pesante, rallentato, trattenuto. Ho fatto tante cose in questi anni con tante persone diverse e belle e la ricerca spirituale ha accompagnato su sentieri alle volte difficili e altre volte entusiasmanti. Adesso è come se la vita mi stesse presentando un resoconto dove mancano delle parti, dove mi accorgo di aver dimenticato qualcosa e questo qualcosa non era marginale, ma essenziale. La sensazione di aver fatto tanto, ma di aver dimenticato il nocciolo. Un frutto senza nocciolo, un seme senza capacità di riprodursi è contraddittorio in sé stesso. Non ha senso perché ha perso il suo senso. E così nel cammino spirituale, nella politica, nella finanza, nell’economia, nella scienza, nella società, nei rapporti familiari, nello Stato e le sue leggi, nelle fabbriche, nel lavoro, nella scuola. Una profonda crisi di senso, oscurato dalla vanità di una società smarrita, gonfia di profitti e senza ideali etici.

Lo sforzo ancora una volta è quello di cambiare, di ripensarmi nuovo, di rialzarmi e ricominciare da quello che sono riuscito ad essere fin qui, verso un oltre che nemmeno riesco ad immaginare compiutamente. Che cercherò di diventare oppure semplicemente sdrucciolerò sotto la superficie e non sarò.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Il ponte Morandi.
"Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi." (Nelson Rolihlahla Mandela)
Allegati Allegati: Zefiro.2018.17
03/11/2018: Anno 2018 - Numero 16  File Pdf
Pubblicato il 02/11/2018
Mamma in allattamento.
Mamma in allattamento.
Care amiche e cari amici, ancora una volta un argomento che può apparire inappropriato per una comunità di meditazione. Deciderete liberamente voi se lo è. La foto si riferisce ad un episodio occorso questa estate in Messico dove a una giovane donna che allattava il suo bambino in un locale è stato ingiunto di coprirsi e lei ha acconsentito in questo modo, per così dire, provocatorio. La foto è girata molto in rete e ha suscitato i commenti più diversi, molte femministe a favore della libertà completa e dell’apprezzamento entusiastico della cosa in sé, dall’altra parte aspre critiche scandalizzate e irritate, molte da parte di donne – in modo forse inatteso. Al di là del fatto condivisibile o meno, quello che mi ha fatto riflettere è il rapporto che nel nostro tempo intratteniamo con il corpo, e questo ha a che fare con la meditazione, secondo me, una pratica che tra le tante cose tende alla ricerca dell’armonizzazione dell’elemento corporeo e materico con la liberazione della mente e la ricerca spirituale. Spesso aiutata dalla pratica di Yoga. Ancora una volta è il femminile che ha qualcosa di importante da insegnare. Personalmente apprezzo molto quando riesco a sentire il mio corpo in una armonia con la natura e lasciarlo praticare le sue richieste come fossero per me un sapiente consiglio di comportamento e di guida alla vita, che lo sostiene e lo alimenta. Trovare l’armonia della semplicità, scoprire come la naturalità di un gesto sia il maestro che sa dosare componenti fini e non sempre conosciuti nell’alambicco che distilla ed estrae ciò che serve alla salute psicofisica. Cercare o spesso recuperare la semplicità di comportamenti artefatti da convenzioni, vergogne, regole, costrizioni che, anche se nello scopo primario di una convivenza dovrebbero normare il comportamento tra le persone, alla fine tendono a creare distanze e squilibri. Regole fatte di materia pesante, di doveri severi, conniventi con l’ossessione del peccato che allontanano da una sana contiguità con il corpo, che lo fanno detestare e che possono così portare a frizioni che divengono elementi di inciampo per una morale che è attenta allo sconveniente, se non addirittura all’indecente, senza riuscire a scorgere l’inverarsi della vita e dei suoi riti integrali. In questo caso il rapporto è tra madre e bambino dove i due soggetti si parlano in silenzio attraverso tanti linguaggi diversi quali calore, odore, vista, udito, tatto, dove tutto questo genera fiducia, coraggio, dove accadono cose che resteranno sedimentate in una base sana per tutta la vita del piccolo in termini di sicurezza ricevuta e di apertura e gioiosità verso il mondo. Amo questa naturalità che insegna ad essere semplicemente quello che si è senza vergogna o fronzoli e non quello che dovremmo essere o sembrare, per convenzioni o consuetudini. Forse questo è qualcosa che ricerco nella meditazione come insegnamento che mi porti al di là del limite del conformismo che divide, che separa, che non fa essere, ma che insegna ad ascendere a visioni più alte, meno buie, che donano connessione tra la natura materiale che mi abita su questo piano fisico e un divenire verso una realizzazione profonda di ciò per cui sono qui adesso. E da qui il cammino della meditazione prosegue e prosegue… Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

ancora una volta un argomento che può apparire inappropriato per una comunità di meditazione. Deciderete liberamente voi se lo è.

La foto si riferisce ad un episodio occorso questa estate in Messico dove a una giovane donna che allattava il suo bambino in un locale è stato ingiunto di coprirsi e lei ha acconsentito in questo modo, per così dire, provocatorio. La foto è girata molto in rete e ha suscitato i commenti più diversi, molte femministe a favore della libertà completa e dell’apprezzamento entusiastico della cosa in sé, dall’altra parte aspre critiche scandalizzate e irritate, molte da parte di donne – in modo forse inatteso.

Al di là del fatto condivisibile o meno, quello che mi ha fatto riflettere è il rapporto che nel nostro tempo intratteniamo con il corpo, e questo ha a che fare con la meditazione, secondo me, una pratica che tra le tante cose tende alla ricerca dell’armonizzazione dell’elemento corporeo e materico con la liberazione della mente e la ricerca spirituale. Spesso aiutata dalla pratica di Yoga.

Ancora una volta è il femminile che ha qualcosa di importante da insegnare.

Personalmente apprezzo molto quando riesco a sentire il mio corpo in una armonia con la natura e lasciarlo praticare le sue richieste come fossero per me un sapiente consiglio di comportamento e di guida alla vita, che lo sostiene e lo alimenta. Trovare l’armonia della semplicità, scoprire come la naturalità di un gesto sia il maestro che sa dosare componenti fini e non sempre conosciuti nell’alambicco che distilla ed estrae ciò che serve alla salute psicofisica. Cercare o spesso recuperare la semplicità di comportamenti artefatti da convenzioni, vergogne, regole, costrizioni che, anche se nello scopo primario di una convivenza dovrebbero normare il comportamento tra le persone, alla fine tendono a creare distanze e squilibri. Regole fatte di materia pesante, di doveri severi, conniventi con l’ossessione del peccato che allontanano da una sana contiguità con il corpo, che lo fanno detestare e che possono così portare a frizioni che divengono elementi di inciampo per una morale che è attenta allo sconveniente, se non addirittura all’indecente, senza riuscire a scorgere l’inverarsi della vita e dei suoi riti integrali. In questo caso il rapporto è tra madre e bambino dove i due soggetti si parlano in silenzio attraverso tanti linguaggi diversi quali calore, odore, vista, udito, tatto, dove tutto questo genera fiducia, coraggio, dove accadono cose che resteranno sedimentate in una base sana per tutta la vita del piccolo in termini di sicurezza ricevuta e di apertura e gioiosità verso il mondo.

Amo questa naturalità che insegna ad essere semplicemente quello che si è senza vergogna o fronzoli e non quello che dovremmo essere o sembrare, per convenzioni o consuetudini. Forse questo è qualcosa che ricerco nella meditazione come insegnamento che mi porti al di là del limite del conformismo che divide, che separa, che non fa essere, ma che insegna ad ascendere a visioni più alte, meno buie, che donano connessione tra la natura materiale che mi abita su questo piano fisico e un divenire verso una realizzazione profonda di ciò per cui sono qui adesso. E da qui il cammino della meditazione prosegue e prosegue…

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Mamma in allattamento.
"Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi." (Giordano Bruno)
Allegati Allegati: Zefiro.2018.16
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Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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