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Radio Voce della Speranza

Lo Zefiro

Notiziario Interreligioso
Redazione: Marco Lazzeri
Telefono: 335.6415395
Pagina:
19/05/2018: Anno 2018 - Numero 10  File Pdf
Pubblicato il 18/05/2018
Templi di Tarxien a Malta – 2.200 a.c.
Templi di Tarxien a Malta – 2.200 a.c.
Care amiche e cari amici, come avrete notato, negli ultimi tempi ho condiviso questa rubrica con Laura Sabina, in alternanza, dando spazio ad un argomento poco trattato, molto delicato e disuso nell’immaginario. Poiché ho ricevuto da alcuni lettori delle osservazioni in proposito, ritengo corretto per chiarezza portare una mia riflessione in merito. Ho ritenuto importante ospitare sul notiziario riflessioni non convenzionali sul tema del Femminile e delle radici della spiritualità legata al mondo antico della società matriarcale, di epoca neolitica. Perché dare questa priorità? Perché parlare di femminile e lasciare la parola alle donne? Cerco di essere una persona con atteggiamento inclusivo e non esclusivo, certo, ma non è solo questo il punto. Qui non si parla di “quote rosa”..!! Penso che si debba proseguire e in alcuni casi iniziare una seria riflessione critica su questo sistema/mondo nel suo complesso, il quale è la realizzazione in ultima analisi del concetto maschile di “esistere” legato alla supremazia e alla forza. C’è bisogno di un rinnovamento così complessivo che nulla può essere ignorato ed è necessario rifondare su nuove basi lo stesso concetto di vita (da qui la necessità di parlare di femminile portatore e generatore di vita). Giuliana Mieli, Mauro Scardovelli e Marco Guzzi nei loro convegni lo chiamano “Insurrezione” del cuore. Vediamo tutti che questo è un periodo di svolta, un momento gravido di scelte e di nuove prospettive, di sfide e pericoli forse mai così grandi e incombenti nella storia. Pericoli perché forieri di possibilità di catastrofi non recuperabili, con cambiamenti irreversibili. In questo tempo di tensioni sociali e internazionali gravissime e diverse, la dimensione della sopravvivenza è messa in discussione insieme alle basi della convivenza pacifica e dell’esistere. Chi ha creato tutto questo? C’è un responsabile in qualche modo di questa gestione del potere? Nel tempo della globalizzazione e oggettivazione dell’umano, diventato merce e oggetto legato alle sole leggi di mercato, la riposta a questo sistema che non ha più paradigmi umani deve essere globale, ma al contempo anche personale e di coscienza. Siamo chiamati a scegliere. Questo è il tempo o della fraternità o della guerra. Essere rivoluzionari adesso è più che mai essere uomini di pace. Ma cosa è la pace? Per essere persone di pace occorre non solo superare odio, vanità, superbia, avidità, ma fare ponti vivi e vitali verso l’altro. Vedere il mondo con occhi diversi da come ci viene proposto. Il Pianeta è al collasso, gli umani sono disgregati, accerchiati da crisi di guerre minacciate e in atto, da crisi di sovrappopolazione, di ambiente, di politica, di economia, dei rifiuti, dei migranti, con una scienza che persegue obiettivi non sempre trasparenti. Chi ha creato tutto questo? Il discorso della contrapposizione, tipica del concetto di relazione nel modo “maschile”, nell’accezione del guerriero, del porsi verso l’altro in termini di conflitto e di occupazione, fa capo ad una ben precisa visione del vivere e le religioni (come la gestione del potere laico) non sono affatto esenti da responsabilità e storicamente sono per la maggioranza appannaggio di un genere ad esclusione dell’altro. Mi sembra che uno dei conflitti di fondo sia proprio legato alla supremazia dell’Ego “maschile” – molto presente nel maschio ma anche nella femmina che abbia adottato simili categorie - che tende ad un domino assoluto e questa pare sia stata la sua storia generale, quindi non condivisa e per questo distruttiva, esclusiva dell’altro e autoritaria. Chi ha creato questo conflitto di fondo? Perché è da qui che si genera la prima forma di guerra, la prima vanità e intolleranza, che poi a cascata precipita su tutto quanto attraverso modalità di trasmissione del potere come le religioni, poteri politici, militari, mezzi di coercizione delle menti e di oscuramento del cuore. Il mio è uno sforzo di comprensione e di ricerca delle radici dell’attuale dolore e della follia che ci circonda, che determina una società obiettivamente e profondamente malata. Da millenni è così, è la storia dell’umanità per come la conosciamo dai libri e dalle tradizioni. Ma non è sempre stato così, antiche vestigia raccontano di storie diverse, lontane, dimenticate ma che sono esistite e quindi sono possibili. Questo non vuole essere ulteriore fonte di conflitto e divisione, ma di ricerca del primo bandolo di una matassa oggi diventata così complessa, confusa e sepolta da consentire difficilmente la ricerca di una “causa prima” di questo inferno in terra. A voi tutti un commento di partecipazione e di contributo. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

come avrete notato, negli ultimi tempi ho condiviso questa rubrica con Laura Sabina, in alternanza, dando spazio ad un argomento poco trattato, molto delicato e disuso nell’immaginario. Poiché ho ricevuto da alcuni lettori delle osservazioni in proposito, ritengo corretto per chiarezza portare una mia riflessione in merito.

Ho ritenuto importante ospitare sul notiziario riflessioni non convenzionali sul tema del Femminile e delle radici della spiritualità legata al mondo antico della società matriarcale, di epoca neolitica. Perché dare questa priorità? Perché parlare di femminile e lasciare la parola alle donne? Cerco di essere una persona con atteggiamento inclusivo e non esclusivo, certo, ma non è solo questo il punto. Qui non si parla di “quote rosa”..!! Penso che si debba proseguire e in alcuni casi iniziare una seria riflessione critica su questo sistema/mondo nel suo complesso, il quale è la realizzazione in ultima analisi del concetto maschile di “esistere” legato alla supremazia e alla forza. C’è bisogno di un rinnovamento così complessivo che nulla può essere ignorato ed è necessario rifondare su nuove basi lo stesso concetto di vita (da qui la necessità di parlare di femminile portatore e generatore di vita). Giuliana Mieli, Mauro Scardovelli e Marco Guzzi nei loro convegni lo chiamano “Insurrezione” del cuore.

Vediamo tutti che questo è un periodo di svolta, un momento gravido di scelte e di nuove prospettive, di sfide e pericoli forse mai così grandi e incombenti nella storia. Pericoli perché forieri di possibilità di catastrofi non recuperabili, con cambiamenti irreversibili.

In questo tempo di tensioni sociali e internazionali gravissime e diverse, la dimensione della sopravvivenza è messa in discussione insieme alle basi della convivenza pacifica e dell’esistere. Chi ha creato tutto questo? C’è un responsabile in qualche modo di questa gestione del potere?

Nel tempo della globalizzazione e oggettivazione dell’umano, diventato merce e oggetto legato alle sole leggi di mercato, la riposta a questo sistema che non ha più paradigmi umani deve essere globale, ma al contempo anche personale e di coscienza.

Siamo chiamati a scegliere. Questo è il tempo o della fraternità o della guerra.

Essere rivoluzionari adesso è più che mai essere uomini di pace.

Ma cosa è la pace? Per essere persone di pace occorre non solo superare odio, vanità, superbia, avidità, ma fare ponti vivi e vitali verso l’altro. Vedere il mondo con occhi diversi da come ci viene proposto. Il Pianeta è al collasso, gli umani sono disgregati, accerchiati da crisi di guerre minacciate e in atto, da crisi di sovrappopolazione, di ambiente, di politica, di economia, dei rifiuti, dei migranti, con una scienza che persegue obiettivi non sempre trasparenti. Chi ha creato tutto questo?

Il discorso della contrapposizione, tipica del concetto di relazione nel modo “maschile”, nell’accezione del guerriero, del porsi verso l’altro in termini di conflitto e di occupazione, fa capo ad una ben precisa visione del vivere e le religioni (come la gestione del potere laico) non sono affatto esenti da responsabilità e storicamente sono per la maggioranza appannaggio di un genere ad esclusione dell’altro. Mi sembra che uno dei conflitti di fondo sia proprio legato alla supremazia dell’Ego “maschile” – molto presente nel maschio ma anche nella femmina che abbia adottato simili categorie - che tende ad un domino assoluto e questa pare sia stata la sua storia generale, quindi non condivisa e per questo distruttiva, esclusiva dell’altro e autoritaria. Chi ha creato questo conflitto di fondo? Perché è da qui che si genera la prima forma di guerra, la prima vanità e intolleranza, che poi a cascata precipita su tutto quanto attraverso modalità di trasmissione del potere come le religioni, poteri politici, militari, mezzi di coercizione delle menti e di oscuramento del cuore.

Il mio è uno sforzo di comprensione e di ricerca delle radici dell’attuale dolore e della follia che ci circonda, che determina una società obiettivamente e profondamente malata. Da millenni è così, è la storia dell’umanità per come la conosciamo dai libri e dalle tradizioni. Ma non è sempre stato così, antiche vestigia raccontano di storie diverse, lontane, dimenticate ma che sono esistite e quindi sono possibili. Questo non vuole essere ulteriore fonte di conflitto e divisione, ma di ricerca del primo bandolo di una matassa oggi diventata così complessa, confusa e sepolta da consentire difficilmente la ricerca di una “causa prima” di questo inferno in terra.

A voi tutti un commento di partecipazione e di contributo.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Templi di Tarxien a Malta – 2.200 a.c.
"Ci vuole coraggio per mettere in discussione se stessi. Solo chi mette il suo Io in secondo piano e non pensa per sé, riesce a non perdere di vista l’insieme. Siate aperti ad ogni esperienza che vi si presenti nel tempo a venire. C’è bisogno di un rinnovamento a tutti i livelli per potersi aprire al nuovo progetto. Questo significa che non dovete aggrapparvi né alle vostre religioni, né alle vostre convinzioni, né ad altri sistemi di idee. Vi impediscono di seguire veramente il vostro nuovo cammino. Questo non significa che non si debba pregare o recitare orazioni, noi ci riferiamo ai concetti obsoleti che impediscono il vostro sviluppo. Avete imboccato un cammi-no che richiede un grande coraggio: coraggio di lasciarvi alle spalle tutto ciò che ostacola il vo-stro sviluppo, di rinunciare a quello che nel vostro contesto abituale vi da sicurezza. Saper es-sere soli, avere fiducia e mostrare coraggio saranno sufficienti a rendervi indipendenti da ogni aiuto materiale. Il vostro coraggio crescerà immensamente mentre affronterete necessaria-mente l’esperienza di questo “essere soli”, di questa solitudine interiore in cui nessuno potrà accompagnarvi." (Corinna Stockhausen)
Allegati Allegati: Zefiro.2018.10
05/05/2018: Anno 2018 - Numero 09  File Pdf
Pubblicato il 04/05/2018
“La Dea dei serpenti”, 1700 a.C. - Heraklion Archaeological Museum, Creta.
“La Dea dei serpenti”, 1700 a.C. - Heraklion Archaeological Museum, Creta.
Care amiche e cari amici, “Il marito è capo della moglie come Cristo è capo della chiesa, e come la chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto”, scrive Paolo di Tarso (Efesini 5:22); “né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo” (Corinzi, 11,9). Questo messaggio ci è stato trasmesso per duemila anni, le donne se lo sono sentito ripetere così tanto da crederlo vero. Nessuna donna nella storia ha mai fondato una religione o una via spirituale particolare. Forse sono spiritualmente inferiori, e solo gli uomini riescono a cogliere la verità divina? In realtà le donne da sempre sono grandi mistiche, le più interessate e sensibili alla questione religiosa, le più sollecite nella pratica, senz’altro le migliori nell’ubbidire ai precetti, anche se fino a poco tempo fa erano ritenute prive di anima e impossibilitate a raggiungere l’illuminazione. E’ stato allora impedito alle donne seguire la loro espressione spirituale? Oggi gli studi testimoniano una disumana e lunghissima oppressione delle pratiche di culto femminili, fino alla loro totale estinzione: siccome erano profondamente radicate e amate nel popolo, si è dovuti ricorrere a millenni di persecuzioni e stragi, fino all’estrema crudeltà dei roghi dell’Inquisizione, per annientare la parola femminile sulla dimensione divina. Ancora oggi la quasi totalità delle donne si trova a seguire religioni fondate e gestite da uomini, a credere di doversi riferire per la propria salvezza interiore agli uomini e a un Dio declinato solo al maschile (quello del luogo dove nascono), accettando di essere considerate inferiori. Le istituzioni religiose non soltanto le considerano inferiori agli uomini, ma addirittura portatrici in sé di influenze negative che vanno represse e allontanate; perciò “le donne tacciano e imparino a stare in silenzio, in tutta sottomissione e umiltà” perché tutto il male del mondo nacque da Eva. Quindi gli uomini uccidono e torturano, ma la colpa è delle donne! Siccome le istituzioni religiose sono da sempre lo strumento di controllo più formidabile dei potenti, nasce il sospetto che la spiritualità delle donne metta fortemente in crisi il sistema, e forse è proprio per questo che vengono emarginate, discriminate, escluse. D’altronde le donne non sono interessate a fondare religioni: anche se in tutti i continenti stanno rinascendo i culti femminili, da nessuna parte s’impegnano in quel senso. Infatti, mentre la spiritualità maschile ha bisogno di religioni-recinti entro cui racchiudere e controllare gli esseri umani, legandoli a precisi dogmi e a una ‘volontà divina’ indiscutibile, la spiritualità femminile - oggi come nella preistoria - non conosce dogmi e lascia a ciascuno individualmente la piena libertà di instaurare il proprio rapporto unico, mistico e diretto con la Madre di tutti, sciolto da controlli: per questo è un pericolo per il potere dominante. Quale mezzo più potente, per mantenere il potere, se non controllare la co-scienza dei popoli usando il ricatto della salvezza o della condanna eterna, inculcando la paura di trasgredire una volontà divina imperscrutabile che solo alcuni al vertice conoscono, e del suo conseguente inevitabile castigo? Se noi donne riusciremo a ricordare chi siamo, liberandoci dalla paura e dal senso di inferiorità, potremo riattivare la potente forza magica che è dentro di noi per far riemergere ciò che sapevamo e potevamo fare: quella capacità tutta nostra di stare sulle soglie dei diversi mondi e da lì influenzare la sorte dell’umanità e del pianeta. Grazie a tutti. Laura Sabina [Leggi]
Care amiche e cari amici,

“Il marito è capo della moglie come Cristo è capo della chiesa, e come la chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto”, scrive Paolo di Tarso (Efesini 5:22); “né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo” (Corinzi, 11,9). Questo messaggio ci è stato trasmesso per duemila anni, le donne se lo sono sentito ripetere così tanto da crederlo vero.

Nessuna donna nella storia ha mai fondato una religione o una via spirituale particolare. Forse sono spiritualmente inferiori, e solo gli uomini riescono a cogliere la verità divina? In realtà le donne da sempre sono grandi mistiche, le più interessate e sensibili alla questione religiosa, le più sollecite nella pratica, senz’altro le migliori nell’ubbidire ai precetti, anche se fino a poco tempo fa erano ritenute prive di anima e impossibilitate a raggiungere l’illuminazione.

E’ stato allora impedito alle donne seguire la loro espressione spirituale? Oggi gli studi testimoniano una disumana e lunghissima oppressione delle pratiche di culto femminili, fino alla loro totale estinzione: siccome erano profondamente radicate e amate nel popolo, si è dovuti ricorrere a millenni di persecuzioni e stragi, fino all’estrema crudeltà dei roghi dell’Inquisizione, per annientare la parola femminile sulla dimensione divina. Ancora oggi la quasi totalità delle donne si trova a seguire religioni fondate e gestite da uomini, a credere di doversi riferire per la propria salvezza interiore agli uomini e a un Dio declinato solo al maschile (quello del luogo dove nascono), accettando di essere considerate inferiori.

Le istituzioni religiose non soltanto le considerano inferiori agli uomini, ma addirittura portatrici in sé di influenze negative che vanno represse e allontanate; perciò “le donne tacciano e imparino a stare in silenzio, in tutta sottomissione e umiltà” perché tutto il male del mondo nacque da Eva. Quindi gli uomini uccidono e torturano, ma la colpa è delle donne!

Siccome le istituzioni religiose sono da sempre lo strumento di controllo più formidabile dei potenti, nasce il sospetto che la spiritualità delle donne metta fortemente in crisi il sistema, e forse è proprio per questo che vengono emarginate, discriminate, escluse.

D’altronde le donne non sono interessate a fondare religioni: anche se in tutti i continenti stanno rinascendo i culti femminili, da nessuna parte s’impegnano in quel senso. Infatti, mentre la spiritualità maschile ha bisogno di religioni-recinti entro cui racchiudere e controllare gli esseri umani, legandoli a precisi dogmi e a una ‘volontà divina’ indiscutibile, la spiritualità femminile - oggi come nella preistoria - non conosce dogmi e lascia a ciascuno individualmente la piena libertà di instaurare il proprio rapporto unico, mistico e diretto con la Madre di tutti, sciolto da controlli: per questo è un pericolo per il potere dominante.

Quale mezzo più potente, per mantenere il potere, se non controllare la co-scienza dei popoli usando il ricatto della salvezza o della condanna eterna, inculcando la paura di trasgredire una volontà divina imperscrutabile che solo alcuni al vertice conoscono, e del suo conseguente inevitabile castigo?

Se noi donne riusciremo a ricordare chi siamo, liberandoci dalla paura e dal senso di inferiorità, potremo riattivare la potente forza magica che è dentro di noi per far riemergere ciò che sapevamo e potevamo fare: quella capacità tutta nostra di stare sulle soglie dei diversi mondi e da lì influenzare la sorte dell’umanità e del pianeta.

Grazie a tutti.

Laura Sabina [Chiudi]
“La Dea dei serpenti”, 1700 a.C. - Heraklion Archaeological Museum, Creta.
"L’uomo ha il grande vantaggio di avere Dio a sostegno della legge che scrive; e poiché l’uomo esercita la sua autorità sovrana sulle donne, è proprio una grande fortuna che questa autorità gli venga per Investitura Divina. Per ebrei, musulmani e cristiani - tra gli altri - l’uomo è signore per diritto divino; e il timore di Dio reprime ogni impulso di ribellione nelle donne oppresse." (Simone de Beauvoir, "Il secondo sesso")
Allegati Allegati: Zefiro.2018.09
21/04/2018: Anno 2018 - Numero 08  File Pdf
Pubblicato il 20/04/2018
Le Piagge.
Le Piagge.
Care amiche e cari amici, un amico sconsolato della situazione generale economica e sociale, mi scrive: Viene proprio da chiedersi: come possiamo parlare di 'etica' in un mondo che vede sfaldarsi ogni valore in nome della violenza e del denaro? Come ne veniamo fuori? Sembra che il malaffare dilaghi inarrestabile. E così è. Da Trump al nord coreano, passando per Putin, i libici e tutti quelli di cui non si parla, giù fino ai dipendenti della nettezza urbana che 'vendono' sacchetti di plastica per la spazzatura ai portinai, è tutto un arraffare, un approfittare indecente, sulle spalle di uno e di tutti, con l'arroganza dell'impunità e la protervia del potere e del denaro, che, dove c'è, non basta mai. Tanto… “così fan tutti”... Il rischio, a mio avviso, è che le nostre parole cadano nel vuoto, nel rimbombo dei miliardi di miliardi di parole che ci bombardano ogni istante della nostra vita. Forse qualcosa di più incisivo si può fare, ed è cambiare le regole del gioco. In che misura il ripensare faticosamente a tutto questo nella linea di una vera “rivoluzione etica” può diventare il vero grande obiettivo della società civile e responsabile di oggi e di domani? Cerco di abbozzare una riflessione come risposta: Il mio obiettivo è cambiare me stesso, più che il mondo. Non sono ancora riuscito a cambiare la situazione del mio condominio, e nemmeno quella del mio pianerottolo... Oggi sono andato a Casa Spa. E' la finanziaria del Comune di Firenze che gestisce le case popolari. Ci sono andato con una persona macedone in Italia da anni, che ha perso il lavoro per motivi di cuore - ha avuto un infarto. Non può pagare l'affitto e le bollette e abbiamo chiesto una rischedulazione del debito. Hanno terrore di ricevere l’ingiunzione di sfratto... Gli ho offerto un caffè ma mi ha chiesto se lo potevamo prendere dopo l’incontro con il funzionario, che sarebbe stato forse più sereno. Sosteniamo questa famiglia con il microcredito di un centro sociale gestito da un prete “di quartiere”, don Alessandro delle Piagge, il quartiere di Firenze più povero e problematico. Lì le persone si aiutano, si sorreggono, c'è accoglienza. Tra chi non ha nulla o quasi, eccetto i debiti. Molte volte ho mangiato con loro e lì offro servizio di volontariato. Si prega anche e questa persona macedone è musulmana e abbiamo recitato una preghiera insieme, in arabo... Quando pronunciavo le parole sorrideva con letizia, gli sembrava strano e la mia pronuncia penso fosse impropria come la sua in italiano. Si sentiva alla pari con me evidentemente. In generale è una situazione che è simile a fare equilibrismo sulla corda stesa sul burrone. Come si cambia il mondo? Come si cambia noi? ....... E poi c'è la meditazione, l'etica, gli incontri, ... E il mondo non sta migliorando. Come si cambia il mondo? Come si cambia noi? ....... Sono tornato a casa con il bus. Avevo un abbonamento di 21 corse dove se lo fai (€ 20) ti regalano quattro corse, e quindi ciascuna costa meno di 1 euro. Il biglietto singolo invece costa €1,2. Lui non aveva 20 euro e ha dovuto fare il singolo, spendendo più di me che ho più soldi di lui e ho pagato meno. Non si è lamentato, era normale... Il fatto poi che gli abbia pagato il biglietto non fa la differenza. La logica è quella e il problema rimane, non trovate? Nel mio piccolo è la prova provata che chi è ricco è sempre più ricco e chi è povero è sempre più povero... C’è un lavoro grosso da fare… Martin Luther King ha detto “La vera misericordia è più che gettare una moneta ad un mendicante; è arrivare a capire che un edificio che produce mendicanti ha bisogno di ristrutturazioni”. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

un amico sconsolato della situazione generale economica e sociale, mi scrive:

Viene proprio da chiedersi: come possiamo parlare di 'etica' in un mondo che vede sfaldarsi ogni valore in nome della violenza e del denaro?

Come ne veniamo fuori?

Sembra che il malaffare dilaghi inarrestabile. E così è.

Da Trump al nord coreano, passando per Putin, i libici e tutti quelli di cui non si parla, giù fino ai dipendenti della nettezza urbana che 'vendono' sacchetti di plastica per la spazzatura ai portinai, è tutto un arraffare, un approfittare indecente, sulle spalle di uno e di tutti, con l'arroganza dell'impunità e la protervia del potere e del denaro, che, dove c'è, non basta mai. Tanto… “così fan tutti”...

Il rischio, a mio avviso, è che le nostre parole cadano nel vuoto, nel rimbombo dei miliardi di miliardi di parole che ci bombardano ogni istante della nostra vita.

Forse qualcosa di più incisivo si può fare, ed è cambiare le regole del gioco.

In che misura il ripensare faticosamente a tutto questo nella linea di una vera “rivoluzione etica” può diventare il vero grande obiettivo della società civile e responsabile di oggi e di domani?

Cerco di abbozzare una riflessione come risposta:

Il mio obiettivo è cambiare me stesso, più che il mondo. Non sono ancora riuscito a cambiare la situazione del mio condominio, e nemmeno quella del mio pianerottolo...

Oggi sono andato a Casa Spa. E' la finanziaria del Comune di Firenze che gestisce le case popolari. Ci sono andato con una persona macedone in Italia da anni, che ha perso il lavoro per motivi di cuore - ha avuto un infarto. Non può pagare l'affitto e le bollette e abbiamo chiesto una rischedulazione del debito. Hanno terrore di ricevere l’ingiunzione di sfratto... Gli ho offerto un caffè ma mi ha chiesto se lo potevamo prendere dopo l’incontro con il funzionario, che sarebbe stato forse più sereno. Sosteniamo questa famiglia con il microcredito di un centro sociale gestito da un prete “di quartiere”, don Alessandro delle Piagge, il quartiere di Firenze più povero e problematico. Lì le persone si aiutano, si sorreggono, c'è accoglienza. Tra chi non ha nulla o quasi, eccetto i debiti. Molte volte ho mangiato con loro e lì offro servizio di volontariato. Si prega anche e questa persona macedone è musulmana e abbiamo recitato una preghiera insieme, in arabo... Quando pronunciavo le parole sorrideva con letizia, gli sembrava strano e la mia pronuncia penso fosse impropria come la sua in italiano. Si sentiva alla pari con me evidentemente. In generale è una situazione che è simile a fare equilibrismo sulla corda stesa sul burrone.

Come si cambia il mondo? Come si cambia noi? .......

E poi c'è la meditazione, l'etica, gli incontri, ... E il mondo non sta migliorando. Come si cambia il mondo? Come si cambia noi? .......

Sono tornato a casa con il bus. Avevo un abbonamento di 21 corse dove se lo fai (€ 20) ti regalano quattro corse, e quindi ciascuna costa meno di 1 euro. Il biglietto singolo invece costa €1,2. Lui non aveva 20 euro e ha dovuto fare il singolo, spendendo più di me che ho più soldi di lui e ho pagato meno. Non si è lamentato, era normale... Il fatto poi che gli abbia pagato il biglietto non fa la differenza. La logica è quella e il problema rimane, non trovate? Nel mio piccolo è la prova provata che chi è ricco è sempre più ricco e chi è povero è sempre più povero... C’è un lavoro grosso da fare… Martin Luther King ha detto “La vera misericordia è più che gettare una moneta ad un mendicante; è arrivare a capire che un edificio che produce mendicanti ha bisogno di ristrutturazioni”.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Le Piagge.
"Quando l’anima ha la fortuna di incontrare il Bene - ma non è Lui stesso a venire a lei, è piuttosto la sua presenza a farsi manifesta – [...] allora all'improvviso vede comparire il Bene in se stessa. Fra loro due non c’è più ostacolo di sorta e insieme fanno una sola cosa." (Plotino)
Allegati Allegati: Zefiro.2018.08
07/04/2018: Anno 2018 - Numero 07  File Pdf
Pubblicato il 08/04/2018
Pier Paolo Pasolini.
Pier Paolo Pasolini.
Care amiche e cari amici, ultimamente seguo un gruppo che si interessa a dinamiche sociali e nel quale si parla e si discute di come il mondo diviene, dove sta andando e anche in che modo ci va… Si parla della nuova economia, di finanza e del lavoro, della spiritualità, di sociologia e di politica, di meditazione. Sembrano argomenti alieni tra loro ma non è così. Tutto è uno, e la vita è un complesso unico e indivisibile. Noi lo sezioniamo, lo frantumiamo per poterlo capire meglio ma poi, non ricomponendolo, perdiamo molti aspetti e interazioni che sono determinanti. E cammin facendo ho incontrato anche discorsi sulla competizione tra le persone e la frenesia verso la vittoria sull’altro, tipica della nostra civiltà. La competizione senza limiti ed incentivata al parossismo lo trovo uno egli aspetti deteriori del mondo attuale. Crea separatività tra gli individui che diventano così ostili loro. Un mondo pieno di nemici, povero di valori e ricco di cose senza un valore vero. Poi sempre cammin facendo incontro anche questo testo di Pasolini che riporto qui per non rischiare di sciuparlo con un riassunto inadeguato: “Penso sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire una identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo. In questo mondo i vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare. A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco”. Pier Paolo Pasolini Certe parole, e molte altre ancora, dette così tanto tempo fa sono profetiche di un collasso che lui vedeva incombere già nel pieno del miracolo economico post bellico. Come un profeta dei nostri giorni, diremmo. E come molti profeti non può essere accettato e deve morire, il potere non può permettersi di convivere con chi con chiarezza vede e parla. Altro che storie di balletti vedi e omosessualità di provincia… la verità vera è un’altra, qui è in gioco la tenuta di un sistema coercitivo e violento che non ammette che ci si possa svegliare e contestare l’inaccettabile, l’antiumano. E per questo uccide come ha fatto con tanti altri, in tante epoche. Di nascosto per non essere visto e accusato, camuffandosi di menzogna e fuorviando le menti, distraendo gli intelletti. Da un’altra parte trovo la spiritualità che abbraccia il cammino dell’umano e che guida e insegna. Così mi appare questa linea di luce da seguire attraverso le cose del mondo, in ciò che lo riempie e gli dà forma, nel suo bello e nelle nefandezze, nel suo eroico e nel suo mediocre. A me piace una spiritualità di frontiera e di lotta, di silenzio, senza clamori, in difesa della sopravvivenza, guardiana dell’incantevole. Compagna del difficile accesso al sublime, polvere che copre i sandali del pellegrino. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

ultimamente seguo un gruppo che si interessa a dinamiche sociali e nel quale si parla e si discute di come il mondo diviene, dove sta andando e anche in che modo ci va… Si parla della nuova economia, di finanza e del lavoro, della spiritualità, di sociologia e di politica, di meditazione. Sembrano argomenti alieni tra loro ma non è così. Tutto è uno, e la vita è un complesso unico e indivisibile. Noi lo sezioniamo, lo frantumiamo per poterlo capire meglio ma poi, non ricomponendolo, perdiamo molti aspetti e interazioni che sono determinanti. E cammin facendo ho incontrato anche discorsi sulla competizione tra le persone e la frenesia verso la vittoria sull’altro, tipica della nostra civiltà. La competizione senza limiti ed incentivata al parossismo lo trovo uno egli aspetti deteriori del mondo attuale. Crea separatività tra gli individui che diventano così ostili loro. Un mondo pieno di nemici, povero di valori e ricco di cose senza un valore vero.

Poi sempre cammin facendo incontro anche questo testo di Pasolini che riporto qui per non rischiare di sciuparlo con un riassunto inadeguato:

“Penso sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.

Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce.

A costruire una identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati.

A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo. In questo mondo i vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare.

A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.

E’ un esercizio che mi riesce bene.

E mi riconcilia con il mio sacro poco”.

Pier Paolo Pasolini

Certe parole, e molte altre ancora, dette così tanto tempo fa sono profetiche di un collasso che lui vedeva incombere già nel pieno del miracolo economico post bellico. Come un profeta dei nostri giorni, diremmo. E come molti profeti non può essere accettato e deve morire, il potere non può permettersi di convivere con chi con chiarezza vede e parla. Altro che storie di balletti vedi e omosessualità di provincia… la verità vera è un’altra, qui è in gioco la tenuta di un sistema coercitivo e violento che non ammette che ci si possa svegliare e contestare l’inaccettabile, l’antiumano. E per questo uccide come ha fatto con tanti altri, in tante epoche. Di nascosto per non essere visto e accusato, camuffandosi di menzogna e fuorviando le menti, distraendo gli intelletti. Da un’altra parte trovo la spiritualità che abbraccia il cammino dell’umano e che guida e insegna. Così mi appare questa linea di luce da seguire attraverso le cose del mondo, in ciò che lo riempie e gli dà forma, nel suo bello e nelle nefandezze, nel suo eroico e nel suo mediocre. A me piace una spiritualità di frontiera e di lotta, di silenzio, senza clamori, in difesa della sopravvivenza, guardiana dell’incantevole. Compagna del difficile accesso al sublime, polvere che copre i sandali del pellegrino.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Pier Paolo Pasolini.
"Il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce se stesso." (Eric Fromm)
Allegati Allegati: Zefiro.2018.07
24/03/2018: Anno 2018 - Numero 06  File Pdf
Pubblicato il 29/03/2018
Anonimo romano sec. XIII: Donne egiziane – Museo dell'Abbazia di Grottaferrata.
Anonimo romano sec. XIII: Donne egiziane – Museo dell'Abbazia di Grottaferrata.
Care amiche e amici, ai miei occhi queste parole sono così inaccettabili, mostrano una crudeltà talmente barbara ed efferata, che la mia coscienza le ripudia immediatamente e senza esitazione. Ma siccome di simili parole sono pieni i testi sacri occidentali e orientali, mi domando: perché sono considerate divine? Come mai la violenza è così strettamente legata al sacro, al punto che l’umanità ha perso il senso di ciò che è buono o perverso, misericordioso o crudele, giusto o folle, e si è incamminata su una strada di autodistruzione da cui non riusciamo più a uscire? Nel tardo Neolitico, alla Madre Generatrice vediamo affiancarsi il Figlio/Amante, che ogni anno a primavera muore e risorge; inizialmente del tutto secondario, acquista nel tempo una valenza sempre maggiore, fino a formare con Lei la coppia dei Divini Progenitori che poi, agli albori della storia, si frammenta in molteplici figure divine dai vari nomi e aspetti. Le Dee sono ancora potenti, trasmettono l’antica sapienza alle grandi Sacerdotesse e Profetesse dei loro templi; i Sacerdoti, per essere tali, dovevano vestire come le donne (ancora oggi è così) e spesso venivano castrati. Gli Dei si distinguevano soprattutto per la forza in battaglia; la loro arditezza si spinse fino ad affrontare Colei che da sempre era considerata intoccabile: i più antichi miti di tutti i continenti narrano che un Dio uccise la Grande Dea, prendendo il suo posto sul trono e impossessandosi delle “Tavole del destino”; per primo fu il Dio babilonese Marduk a uccidere Tiamat, smembrandone il corpo. Spesso la Dea è rappresentata da un serpente o un drago e talvolta la sua uccisione è accompagnata dallo stupro, come si legge nel Rig Veda indiano nell’episodio del Dio Indra e Usha, la Figlia della Luce. Il Dio più forte a uccidere diventò il capo di tutti gli altri, a lui si doveva ubbidienza assoluta. E’ questa l’epoca delle grandi invasioni dei popoli indoeuropei; molto rapidamente le donne persero il loro status sociale, tante attività furono proibite e in particolare le loro pratiche spirituali; i templi alla Dea furono chiusi, gli antichi rituali puniti con la morte. Le religioni patriarcali su un’unica cosa sono tutte concordi: che le donne sono inferiori e non possono svolgere lo stesso ruolo degli uomini. Lo affermano i Padri della Chiesa proprio come Mosè, Maometto e tutti i grandi maestri orientali, a cominciare da Shankara e il Buddha. Oggi affidare la guida religiosa alle donne, oltre a metterci al passo coi tempi, ci risolverebbe tanti problemi, dalla pedofilia alla jihad; però questa idea non riesce proprio a farsi strada. D’altra parte perché le donne dovrebbero essere interessate a farsi ministri (termine sinistro) di un Dio che non appartiene loro? Le donne non hanno fondato queste religioni: si sono trovate costrette a farne parte, quando sono sopravvissute alle loro stragi. Ma la caste sacerdotali hanno ben ragione di temere fortemente il risorgere delle donne: è proprio la loro incredibile forza magica che, se riattivata, farà crollare le strutture di questo mondo folle, ingiusto e violento. Grazie a tutti. Laura Sabina Calvani [Leggi]
Care amiche e amici,

ai miei occhi queste parole sono così inaccettabili, mostrano una crudeltà talmente barbara ed efferata, che la mia coscienza le ripudia immediatamente e senza esitazione. Ma siccome di simili parole sono pieni i testi sacri occidentali e orientali, mi domando: perché sono considerate divine? Come mai la violenza è così strettamente legata al sacro, al punto che l’umanità ha perso il senso di ciò che è buono o perverso, misericordioso o crudele, giusto o folle, e si è incamminata su una strada di autodistruzione da cui non riusciamo più a uscire?

Nel tardo Neolitico, alla Madre Generatrice vediamo affiancarsi il Figlio/Amante, che ogni anno a primavera muore e risorge; inizialmente del tutto secondario, acquista nel tempo una valenza sempre maggiore, fino a formare con Lei la coppia dei Divini Progenitori che poi, agli albori della storia, si frammenta in molteplici figure divine dai vari nomi e aspetti. Le Dee sono ancora potenti, trasmettono l’antica sapienza alle grandi Sacerdotesse e Profetesse dei loro templi; i Sacerdoti, per essere tali, dovevano vestire come le donne (ancora oggi è così) e spesso venivano castrati.

Gli Dei si distinguevano soprattutto per la forza in battaglia; la loro arditezza si spinse fino ad affrontare Colei che da sempre era considerata intoccabile: i più antichi miti di tutti i continenti narrano che un Dio uccise la Grande Dea, prendendo il suo posto sul trono e impossessandosi delle “Tavole del destino”; per primo fu il Dio babilonese Marduk a uccidere Tiamat, smembrandone il corpo. Spesso la Dea è rappresentata da un serpente o un drago e talvolta la sua uccisione è accompagnata dallo stupro, come si legge nel Rig Veda indiano nell’episodio del Dio Indra e Usha, la Figlia della Luce.

Il Dio più forte a uccidere diventò il capo di tutti gli altri, a lui si doveva ubbidienza assoluta. E’ questa l’epoca delle grandi invasioni dei popoli indoeuropei; molto rapidamente le donne persero il loro status sociale, tante attività furono proibite e in particolare le loro pratiche spirituali; i templi alla Dea furono chiusi, gli antichi rituali puniti con la morte.

Le religioni patriarcali su un’unica cosa sono tutte concordi: che le donne sono inferiori e non possono svolgere lo stesso ruolo degli uomini. Lo affermano i Padri della Chiesa proprio come Mosè, Maometto e tutti i grandi maestri orientali, a cominciare da Shankara e il Buddha.

Oggi affidare la guida religiosa alle donne, oltre a metterci al passo coi tempi, ci risolverebbe tanti problemi, dalla pedofilia alla jihad; però questa idea non riesce proprio a farsi strada. D’altra parte perché le donne dovrebbero essere interessate a farsi ministri (termine sinistro) di un Dio che non appartiene loro? Le donne non hanno fondato queste religioni: si sono trovate costrette a farne parte, quando sono sopravvissute alle loro stragi.

Ma la caste sacerdotali hanno ben ragione di temere fortemente il risorgere delle donne: è proprio la loro incredibile forza magica che, se riattivata, farà crollare le strutture di questo mondo folle, ingiusto e violento.

Grazie a tutti.

Laura Sabina Calvani [Chiudi]
Anonimo romano sec. XIII: Donne egiziane – Museo dell'Abbazia di Grottaferrata.
"Perché così dice Yahveh Elohim: “Farò venire contro di loro una moltitudine, ed esse saranno abbandonate ai maltrattamenti e alla depredazione. La folla le lapiderà, le faranno a pezzi con le spade, sgozzeranno i loro figli e le loro figlie e daranno alla fiamme le loro case. Così farò sparire un’infamia dalla terra e tutte le donne impareranno a non commettere infamie simili. Faranno ricadere la vostra infamia su di voi e sconterete i vostri peccati di idolatria: saprete così che io sono il Signore”. (Bibbia, Ezechiele 23, 46-49)." (Ezechiele 23, 46-49, "Bibbia")
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Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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