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Radio Voce della Speranza

Lo Zefiro

Notiziario Interreligioso
Redazione: Marco Lazzeri
Telefono: 335.6415395
Pagina:
26/10/2013: Anno 2013 - Numero 36  File Pdf
Pubblicato il 25/10/2013
Galassia z8_GND_5296.
Galassia z8_GND_5296.
Care amiche e amici, guardare il cielo in una notte stellata è una esperienza affascinate che fa sognare, altra cosa è guardare il cielo attraverso i telescopi orbitali che riescono a scrutare le grandi profondità dell’Universo. Parlare di distanze astronomiche significa parlare di distanze talmente grandi che occorre l’unità di misura dell’anno luce – la distanza che la luce, con la sua velocità di 300.000 chilometri al secondo, riesce a percorre in un anno (9.640 miliardi di chilometri). Questa galassia z8_GND_5296 ripresa nella foto è lontana 13,1 miliardi di anni luce da noi. L’universo ha una estensione secondo le ultime scoperte di circa 14 miliardi di anni luce, tuttora in espansione a velocità relativistiche. Sono distanze che non si possono minimamente immaginare. E si ritrova la stessa immensità anche nel mondo dell’infinitamente piccolo delle particelle subatomiche dove le misure sono paragonabili se invertite di segno. L’uomo è all’incirca a metà strada di questo immenso bipolo (una casualità?). Poi c’è il tempo che ci dà un’altra assoluta vertigine di numeri e di abisso, anche questa poco immaginabile. L’età dell’universo sembra sia superiore ai 14 miliardi di anni (10 miliardi per la nostra galassia, 5 miliardi per il Sistema Solare) – impossibili da immaginare per noi che ci sembra tantissimo un tempo di qualche milione di anni fa, quando ancora l’umano non esisteva. E questo è solo il piano di esistenza della materia, quindi della fisicità. Per una immagine un po’ più accurata mancano ancora molte parti che compongono tutto ciò che materia non è – e che forma per altro la maggior parte dell’esistente. E infine il miracolo della materia animata di vita, di movimento, di pulsazioni, di emozioni, di pensiero e di sentire di esistere. Aspetti che se ci penso sono secondo me nel campo del prodigioso. Questa è solo una pallida, affrettata e molto incompleta raffigurazione di ciò che è l’Emanato. Ciò che chiamiamo alle volte con faciloneria Dio è molto di più di tutto questo, molto di più che inimmaginabile o straordinario. Non riesce a stare nella nostra mente, ma riesce a stare tutto nel nostro cuore. La scintilla divina che ci dona sia vita che senso di esistere è una parte piccola ma integrante e inscindibile di tutta questa misteriosa immensità. E il mistico Rumi in poche parole coglie il senso dell’Assoluto. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

guardare il cielo in una notte stellata è una esperienza affascinate che fa sognare, altra cosa è guardare il cielo attraverso i telescopi orbitali che riescono a scrutare le grandi profondità dell’Universo. Parlare di distanze astronomiche significa parlare di distanze talmente grandi che occorre l’unità di misura dell’anno luce – la distanza che la luce, con la sua velocità di 300.000 chilometri al secondo, riesce a percorre in un anno (9.640 miliardi di chilometri). Questa galassia z8_GND_5296 ripresa nella foto è lontana 13,1 miliardi di anni luce da noi. L’universo ha una estensione secondo le ultime scoperte di circa 14 miliardi di anni luce, tuttora in espansione a velocità relativistiche. Sono distanze che non si possono minimamente immaginare. E si ritrova la stessa immensità anche nel mondo dell’infinitamente piccolo delle particelle subatomiche dove le misure sono paragonabili se invertite di segno. L’uomo è all’incirca a metà strada di questo immenso bipolo (una casualità?). Poi c’è il tempo che ci dà un’altra assoluta vertigine di numeri e di abisso, anche questa poco immaginabile. L’età dell’universo sembra sia superiore ai 14 miliardi di anni (10 miliardi per la nostra galassia, 5 miliardi per il Sistema Solare) – impossibili da immaginare per noi che ci sembra tantissimo un tempo di qualche milione di anni fa, quando ancora l’umano non esisteva. E questo è solo il piano di esistenza della materia, quindi della fisicità. Per una immagine un po’ più accurata mancano ancora molte parti che compongono tutto ciò che materia non è – e che forma per altro la maggior parte dell’esistente. E infine il miracolo della materia animata di vita, di movimento, di pulsazioni, di emozioni, di pensiero e di sentire di esistere. Aspetti che se ci penso sono secondo me nel campo del prodigioso.

Questa è solo una pallida, affrettata e molto incompleta raffigurazione di ciò che è l’Emanato. Ciò che chiamiamo alle volte con faciloneria Dio è molto di più di tutto questo, molto di più che inimmaginabile o straordinario. Non riesce a stare nella nostra mente, ma riesce a stare tutto nel nostro cuore. La scintilla divina che ci dona sia vita che senso di esistere è una parte piccola ma integrante e inscindibile di tutta questa misteriosa immensità. E il mistico Rumi in poche parole coglie il senso dell’Assoluto.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Galassia z8_GND_5296. (Foto: La Repubblica)
"Quando cerchi Dio, Dio è lo sguardo dei tuoi occhi." (Jalāl al-Dīn Rūmī )
19/10/2013: Anno 2013 - Numero 35  File Pdf
Pubblicato il 18/10/2013
La guerra in Siria.
La guerra in Siria.
Care amiche e amici, della tragedia immensa del popolo siriano in guerra scelgo questa immagine certo non così drammatica come tante altre che circolano in rete e che preferisco adesso non condividere. Guardando questa mi sono detto che il risultato della guerra è proprio un rompere ponti, creare, oltre che morte e terrore, anche lontananza nei cuori, nei rapporti. Fratture profonde che per essere superate avranno bisogno di anni di lavoro e di dolore. Ponti bombardati, relazioni spezzate dove le povere persone devono comunque in qualche modo avventurarsi a loro rischio per poter sopravvivere perché per sopravvivere si deve comunque comunicare con gli altri. Così è per la povera gente, mentre per i signori della guerra la cosa è diversa. Mantengono i loro canali privilegiati, i loro palazzi non subiscono danni, per loro la guerra non è sciagura, è un business, una lucrosa opportunità, la tragedia per loro è sempre lontana, poco visibile se non assente, è cosa di altri, cosa fatta su altri. Distruggono per conquistare e poi per ricostruire e i morti, che non si possono ricostruire, sono i noti danni collaterali, calcolati e previsti, messi nel computo, dove le persone sono statistiche da scordare ora che la borsa sale, i mercati sono ottimisti e gli affari tirano. Ecco una delle radici della violenza : considerare le persone non come esistenze ma come cose, le vite senza sacralità tramutate in oggetti da usare fin che torna utile. Infatti i signori della guerra non sono solo quelli che premono i grilletto e intridono di sangue le loro ricchezze, ma anche quelli che nel lavoro, nel sociale considerano gli altri come mezzo e non come fine, che si sentono più importanti perché hanno una qualche fetta di potere o una casella più in alto nell’organigramma. Sono quelli che gestiscono l’economia di una nazione come una roulette per far soldi subito senza costruire un futuro per i giovani, senza preoccuparsi del futuro degli altri, tanto il proprio ci sarà di sicuro. Ma anche questi arditi calcoli egoisti si riveleranno poi di basso profilo, le grandi leggi cosmiche che regolano l’Universo e i viventi, che sono immanenti nella materia come presenza dello Spirito, non tralasciano mai il loro compito. La legge di causa - effetto insegnerà, senza vendetta ma con la fermezza e rigore dell’Eterno, l’Amore a chi una volta lo disdegnò, riproponendo in altre vesti ciò che una volta fu fatto ai danni di altri, infallibile modalità di crescita ed evoluzione. Il Padre non condanna, insegna e ama, e i modi sono determinati in base a quanto da noi stessi espresso nella vita. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

della tragedia immensa del popolo siriano in guerra scelgo questa immagine certo non così drammatica come tante altre che circolano in rete e che preferisco adesso non condividere. Guardando questa mi sono detto che il risultato della guerra è proprio un rompere ponti, creare, oltre che morte e terrore, anche lontananza nei cuori, nei rapporti. Fratture profonde che per essere superate avranno bisogno di anni di lavoro e di dolore. Ponti bombardati, relazioni spezzate dove le povere persone devono comunque in qualche modo avventurarsi a loro rischio per poter sopravvivere perché per sopravvivere si deve comunque comunicare con gli altri. Così è per la povera gente, mentre per i signori della guerra la cosa è diversa. Mantengono i loro canali privilegiati, i loro palazzi non subiscono danni, per loro la guerra non è sciagura, è un business, una lucrosa opportunità, la tragedia per loro è sempre lontana, poco visibile se non assente, è cosa di altri, cosa fatta su altri. Distruggono per conquistare e poi per ricostruire e i morti, che non si possono ricostruire, sono i noti danni collaterali, calcolati e previsti, messi nel computo, dove le persone sono statistiche da scordare ora che la borsa sale, i mercati sono ottimisti e gli affari tirano. Ecco una delle radici della violenza : considerare le persone non come esistenze ma come cose, le vite senza sacralità tramutate in oggetti da usare fin che torna utile. Infatti i signori della guerra non sono solo quelli che premono i grilletto e intridono di sangue le loro ricchezze, ma anche quelli che nel lavoro, nel sociale considerano gli altri come mezzo e non come fine, che si sentono più importanti perché hanno una qualche fetta di potere o una casella più in alto nell’organigramma. Sono quelli che gestiscono l’economia di una nazione come una roulette per far soldi subito senza costruire un futuro per i giovani, senza preoccuparsi del futuro degli altri, tanto il proprio ci sarà di sicuro. Ma anche questi arditi calcoli egoisti si riveleranno poi di basso profilo, le grandi leggi cosmiche che regolano l’Universo e i viventi, che sono immanenti nella materia come presenza dello Spirito, non tralasciano mai il loro compito. La legge di causa - effetto insegnerà, senza vendetta ma con la fermezza e rigore dell’Eterno, l’Amore a chi una volta lo disdegnò, riproponendo in altre vesti ciò che una volta fu fatto ai danni di altri, infallibile modalità di crescita ed evoluzione. Il Padre non condanna, insegna e ama, e i modi sono determinati in base a quanto da noi stessi espresso nella vita.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
La guerra in Siria. (Foto: La Repubblica)
"La pace aspetta ciascuno di noi. Per questo possiamo solo impegnarci personalmente, senza pretendere, senza giudicare o criticare, senza accusare, senza condannare o giustificare, senza disimpegnarci per nessun motivo." (Manuela Sadun)
12/10/2013: Anno 2013 - Numero 34  File Pdf
Pubblicato il 12/10/2013
Lampedusa.
Lampedusa.
Care amiche e amici, mi hanno inviato, leggo e condivido... il Mediterraneo - mare di mezzo, e di mediazione – rimescola quello che i confini della politica e della legge pretendono di dividere. Non c’è sovranità statuale che tenga, a Lampedusa. Non c’è legge di Schengen che valga, nel mare di mezzo. Non c’è barriera di cittadinanza possibile, dove il proprio dei diritti si perde nel nostrum del mare. Dove il mare restituisce la contiguità fra la vita e la morte che sta alla radice dell’umano, lì le politiche di distribuzione gerarchica e annichilente dei diritti, cento a noi e zero ai migranti, getta la maschera e si mostra per quello che è: una tanatopolitica basata, né più né meno che ad Auschwitz, sulla pretesa sadica di dividere gli umani in più umani, ’noi’, e meno umani, ’loro’. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

mi hanno inviato, leggo e condivido... il Mediterraneo - mare di mezzo, e di mediazione – rimescola quello che i confini della politica e della legge pretendono di dividere. Non c’è sovranità statuale che tenga, a Lampedusa. Non c’è legge di Schengen che valga, nel mare di mezzo. Non c’è barriera di cittadinanza possibile, dove il proprio dei diritti si perde nel nostrum del mare. Dove il mare restituisce la contiguità fra la vita e la morte che sta alla radice dell’umano, lì le politiche di distribuzione gerarchica e annichilente dei diritti, cento a noi e zero ai migranti, getta la maschera e si mostra per quello che è: una tanatopolitica basata, né più né meno che ad Auschwitz, sulla pretesa sadica di dividere gli umani in più umani, ’noi’, e meno umani, ’loro’.

Grazie a tutti.

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Lampedusa. (Foto: Centro per la Riforma dello Stato)
"L’epoca dell’individualismo trionfante è l’epoca della massima fragilità individuale." (Riccardo Terzi)
05/10/2013: Anno 2013 - Numero 33  File Pdf
Pubblicato il 04/10/2013
Elefantino abbandonato.
Elefantino abbandonato.
Care amiche e amici, un pianto inconsolabile durato ore. Così i custodi dello zoo di Rongcheng, provincia cinese di Shandong, raccontano, increduli, la reazione di un baby elefante, Zhuangzhuang, dopo il distacco forzato dalla madre che aveva tentato di ucciderlo appena nato. Soccorso e trasferito in un altro ambiente, lontano dalla mamma, il cucciolo di elefante ha cominciato a piangere. Si è calmato solo dopo cinque ore. Il dolore non è solo prerogativa degli umani. Qualunque essere senziente lo percepisce, lo vive, ne fa una sua esperienza personale e di consapevolezza. Perché nel dolore si cresce sempre – e anche questo è un grande mistero. Come una esperta levatrice ci fa emergere da un mondo arcaico per farci approdare su piani più alti. Questa capacità di sentire fa di ogni essere un elemento irrinunciabile della grande sacralità che ordina l’architettura del Creato. Rende questo essere sacro e degno di rispetto e attenzione. Il dolore è la mia salvezza e la mia possibilità di squarciare il velo che mi separa dal mistero, nel momento in cui non riesco a fare questo passo in altro modo, se non ho imparato con l’esperienza a saperlo fare nella gioia. Dico questo, ben inteso, con grande rispetto e partecipazione per le persone che soffrono perché l’esperienza del dolore, fisico o psicologico, è terribile e la osservo con sguardo attonito e anche impaurito per le prove che riserva. Ma dico questo anche in relazione ad un mio modesto vissuto, che qualcosa nel tempo sembra mi abbia insegnato. Comunque per quanto riguarda gli animali non passiamo la vita a mangiarli, possiamo fare di meglio, rispettandoli ... Il vegetarianesimo sarà il necessario futuro dell’umanità, non solo per motivi etici, ma anche per sostenibilità ambientale. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

un pianto inconsolabile durato ore. Così i custodi dello zoo di Rongcheng, provincia cinese di Shandong, raccontano, increduli, la reazione di un baby elefante, Zhuangzhuang, dopo il distacco forzato dalla madre che aveva tentato di ucciderlo appena nato. Soccorso e trasferito in un altro ambiente, lontano dalla mamma, il cucciolo di elefante ha cominciato a piangere. Si è calmato solo dopo cinque ore.

Il dolore non è solo prerogativa degli umani. Qualunque essere senziente lo percepisce, lo vive, ne fa una sua esperienza personale e di consapevolezza. Perché nel dolore si cresce sempre – e anche questo è un grande mistero. Come una esperta levatrice ci fa emergere da un mondo arcaico per farci approdare su piani più alti. Questa capacità di sentire fa di ogni essere un elemento irrinunciabile della grande sacralità che ordina l’architettura del Creato. Rende questo essere sacro e degno di rispetto e attenzione. Il dolore è la mia salvezza e la mia possibilità di squarciare il velo che mi separa dal mistero, nel momento in cui non riesco a fare questo passo in altro modo, se non ho imparato con l’esperienza a saperlo fare nella gioia. Dico questo, ben inteso, con grande rispetto e partecipazione per le persone che soffrono perché l’esperienza del dolore, fisico o psicologico, è terribile e la osservo con sguardo attonito e anche impaurito per le prove che riserva. Ma dico questo anche in relazione ad un mio modesto vissuto, che qualcosa nel tempo sembra mi abbia insegnato. Comunque per quanto riguarda gli animali non passiamo la vita a mangiarli, possiamo fare di meglio, rispettandoli ... Il vegetarianesimo sarà il necessario futuro dell’umanità, non solo per motivi etici, ma anche per sostenibilità ambientale.

Grazie a tutti.

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Elefantino abbandonato. (Foto: La Repubblica)
"ll vegetarismo non è soltanto una lotta contro la barbarie, ma il primo gradino di un progresso spirituale." (Lev Tolstoj)
28/09/2013: Anno 2013 - Numero 32  File Pdf
Pubblicato il 27/09/2013
Senza parole.
Senza parole.
Care amiche e amici, vi devo confessare una cosa : io sono un egoista. Faccio le cose per me e non per gli altri. E sono felice. Così facendo non ho aspettative e non ho malumori. Ma badate bene, non è una difesa verso un supposto cinismo del mondo, no, cerco solo di viverlo come un modo di essere. Anche questo servizio, per esempio, lo faccio con amore e dedizione, è vero, ma per me, per il mio piacere e per mio interesse, per una mia crescita e un mio impegno personale. Se poi è anche gradito o apprezzato, bene, ma se viene cestinato o ignorato non è un mio problema. Vuol dire che va bene così. Anche un’altra cosa : questo servizio che pure m'impegna e faccio come dicevo con amore, non lo considero “mio”. Pur avendolo in qualche modo inventato, fatto cresce e migliorato (con l’aiuto di molti devo dire) lo faccio per me, ma non è mio. Non lo sento mia proprietà, né intellettuale né di redazione. Non avendone attaccamento non ho paura di condividerlo, sono disponibile e interessato ad un aiuto, ad un passamano ad una collaborazione. Già alle volte qualcuno mi manda un testo o una foto che utilizzo e sulla quale, se riesco, mi sforzo di proporre una riflessione. Mi piacerebbe qualche volta ricevere un articolo da inserire proprio in questa rubrica, mettendo il nome della persona che lo ha scritto. Lo dico per voi che leggete, se vi interessa! Forse potrebbe essere una primo passo per essere un po’ più Comunità, più corresponsabili, più connessi e vicini. Un modo forse di contrastare un'atomizzazione che troppo spesso ci fa essere solo fruitori e non persone coinvolte nella gestione. Far parte di un percorso in comune penso che non significa avere una tessera di un'associazione o partecipare ad un incontro. Appartenere ad una esperienza significa esserci dentro, nell’impegno, assumersi la necessità di aver cura di fare qualcosa, di portare un piccolo peso insieme con gli altri. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

vi devo confessare una cosa : io sono un egoista. Faccio le cose per me e non per gli altri. E sono felice. Così facendo non ho aspettative e non ho malumori. Ma badate bene, non è una difesa verso un supposto cinismo del mondo, no, cerco solo di viverlo come un modo di essere. Anche questo servizio, per esempio, lo faccio con amore e dedizione, è vero, ma per me, per il mio piacere e per mio interesse, per una mia crescita e un mio impegno personale. Se poi è anche gradito o apprezzato, bene, ma se viene cestinato o ignorato non è un mio problema. Vuol dire che va bene così. Anche un’altra cosa : questo servizio che pure m'impegna e faccio come dicevo con amore, non lo considero “mio”. Pur avendolo in qualche modo inventato, fatto cresce e migliorato (con l’aiuto di molti devo dire) lo faccio per me, ma non è mio. Non lo sento mia proprietà, né intellettuale né di redazione. Non avendone attaccamento non ho paura di condividerlo, sono disponibile e interessato ad un aiuto, ad un passamano ad una collaborazione. Già alle volte qualcuno mi manda un testo o una foto che utilizzo e sulla quale, se riesco, mi sforzo di proporre una riflessione. Mi piacerebbe qualche volta ricevere un articolo da inserire proprio in questa rubrica, mettendo il nome della persona che lo ha scritto. Lo dico per voi che leggete, se vi interessa! Forse potrebbe essere una primo passo per essere un po’ più Comunità, più corresponsabili, più connessi e vicini. Un modo forse di contrastare un'atomizzazione che troppo spesso ci fa essere solo fruitori e non persone coinvolte nella gestione. Far parte di un percorso in comune penso che non significa avere una tessera di un'associazione o partecipare ad un incontro. Appartenere ad una esperienza significa esserci dentro, nell’impegno, assumersi la necessità di aver cura di fare qualcosa, di portare un piccolo peso insieme con gli altri.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Senza parole.
"Quando si lavora per piacere agli altri si può non raggiungere lo scopo; ma le cose che si compiono per far piacere a noi stessi hanno sempre la probabilità di interessare qualcuno." (Marcel Proust)
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Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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