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Radio Voce della Speranza

Lo Zefiro

Notiziario Interreligioso
Redazione: Marco Lazzeri
Telefono: 335.6415395
Pagina:
13/07/2013: Anno 2013 - Numero 26  File Pdf
Pubblicato il 12/07/2013
Gorilla Kijivu con il piccolo.
Gorilla Kijivu con il piccolo.
Care amiche e amici, Sentirsi di essere nella mano di Dio. Credo sia la sensazione più bella, rassicurante, disarmante distensiva che posso immaginare. Guardo questo cucciolo e immagino di essere così, abbandonato, rassicurato, distaccato dal mondo e appagato. Salvato. Sentirsi di essere nella mano di Dio. Non essere soltanto, che quello penso tutti lo siamo anche se non lo sappiamo, ma anche sentirsi di essere. Averne consapevolezza, sentire di viverlo come momento esistenziale, come stato d’essere, come modo di esistere. Sentirsi di essere nella mano di Dio però può esistere solo se lo sento sempre e sempre lo accetto, non può essere una sensazione passeggera o di un momento di tempo limitato. Non posso scegliere, o prendo tutto o non posso aver niente perché sarei solo nell’illusione. Credo sia un sentire che non appartiene agli accadimenti del mondo e da questi non è quindi turbato. E’ certamente credere in Dio, ma non solo. Penso si la capacità di ringraziare e aver gratitudine per tutto, ma proprio per tutto quello che mi accade. E’ vivere quello che mi accade non tanto per la cosa che accade in sé, ma per quello che provo e che sento nel momento in cui mi accade e da questo sentire posso quindi trarne l’insegnamento che è racchiuso e spesso nascosto nell’apparire dell’avvenimento che sto vivendo. E questo processo mi fa evolvere e crescere, ma a patto di non giudicare e non lamentarmi se qualcosa mi sembra non gradevole o peggio doloroso. La mando di Dio contiene il cuore ma non sempre il corpo perché è una forza che guida l’anima nel suo cammino che spesso non è agevole o comoda, perché è un cammino di purificazione ed elevazione, e può passare anche attraverso prove molto difficili. Mi richiede affidamento, devo confidare. E quando sono nella mano di Dio, come dice Ibn al ‘Arabi – grande mistico Sufi - sono a casa in ogni luogo, in ogni luogo trovo l’Amore che lo abita perché ho trovato finalmente me stesso. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

Sentirsi di essere nella mano di Dio. Credo sia la sensazione più bella, rassicurante, disarmante distensiva che posso immaginare. Guardo questo cucciolo e immagino di essere così, abbandonato, rassicurato, distaccato dal mondo e appagato. Salvato. Sentirsi di essere nella mano di Dio. Non essere soltanto, che quello penso tutti lo siamo anche se non lo sappiamo, ma anche sentirsi di essere. Averne consapevolezza, sentire di viverlo come momento esistenziale, come stato d’essere, come modo di esistere.

Sentirsi di essere nella mano di Dio però può esistere solo se lo sento sempre e sempre lo accetto, non può essere una sensazione passeggera o di un momento di tempo limitato. Non posso scegliere, o prendo tutto o non posso aver niente perché sarei solo nell’illusione. Credo sia un sentire che non appartiene agli accadimenti del mondo e da questi non è quindi turbato. E’ certamente credere in Dio, ma non solo. Penso si la capacità di ringraziare e aver gratitudine per tutto, ma proprio per tutto quello che mi accade. E’ vivere quello che mi accade non tanto per la cosa che accade in sé, ma per quello che provo e che sento nel momento in cui mi accade e da questo sentire posso quindi trarne l’insegnamento che è racchiuso e spesso nascosto nell’apparire dell’avvenimento che sto vivendo. E questo processo mi fa evolvere e crescere, ma a patto di non giudicare e non lamentarmi se qualcosa mi sembra non gradevole o peggio doloroso. La mando di Dio contiene il cuore ma non sempre il corpo perché è una forza che guida l’anima nel suo cammino che spesso non è agevole o comoda, perché è un cammino di purificazione ed elevazione, e può passare anche attraverso prove molto difficili. Mi richiede affidamento, devo confidare. E quando sono nella mano di Dio, come dice Ibn al ‘Arabi – grande mistico Sufi - sono a casa in ogni luogo, in ogni luogo trovo l’Amore che lo abita perché ho trovato finalmente me stesso.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Gorilla Kijivu con il piccolo.
"Il mio cuore è ormai capace di accogliere qualunque forma: è pascolo per le gazzelle, chiostro per il monaco, tempio per gli idoli, è la Ka'ba del pellegrino, le tavole della Thorah, è il libro del Sacro Corano. L'amore è il credo che sostengo e quale sia la strada che prende la sua carovana l'Amore è sempre la mia religione e la mia fede." (Sheikh Muhiyuddīn Ibn al ‘Arabi)
06/07/2013: Anno 2013 - Numero 25  File Pdf
Pubblicato il 05/07/2013
Grotta di cristallo (Messico).
Grotta di cristallo (Messico).
Care amiche e amici, in questa foto potete vedete una caverna gigantesca che si trova in Messico – si notano da una parte le piccole figure degli speleologi. Questo antro è molto profondo, con un calore interno attorno ai 70 gradi centigradi (per visitarlo occorrono infatti particolari tute termiche di protezione) e al suo interno si incontrano formazioni di enormi cristalli di boro che solo qui si possono trovare di tali dimensioni e purezza. Un ambiente inabissato nella profondità della terra, unico, fantastico ed irreale, dove la fantasia rimane sconcertata dalla scoperta stupefacente, dove occorre senza meno una preparazione molto accurata e particolare per poterci arrivare. Un lungo lavoro che sottende ad una preparazione metodica. Detto così probabilmente sovviene, a persone che praticano meditazione o sentieri spirituali, il parallelo con il viaggio interiore e la consapevolezza che si dischiude lentamente nell’intimo via via che l’esercizio della pratica prosegue. In questo caso ovviamente la grotta non è un luogo fisico bensì la stanza interiore che si nasconde nell’intimo di ciascuno, con la sua bellezza e meraviglia nella scoperta che niente è come sembra. La frase di Meister Eckhart, per me di così grande impatto emozionale, mi risuona come l’aprirsi della porta alchemica che permette l’accesso ad un simile misterioso luogo iniziatico. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

in questa foto potete vedete una caverna gigantesca che si trova in Messico – si notano da una parte le piccole figure degli speleologi. Questo antro è molto profondo, con un calore interno attorno ai 70 gradi centigradi (per visitarlo occorrono infatti particolari tute termiche di protezione) e al suo interno si incontrano formazioni di enormi cristalli di boro che solo qui si possono trovare di tali dimensioni e purezza. Un ambiente inabissato nella profondità della terra, unico, fantastico ed irreale, dove la fantasia rimane sconcertata dalla scoperta stupefacente, dove occorre senza meno una preparazione molto accurata e particolare per poterci arrivare. Un lungo lavoro che sottende ad una preparazione metodica. Detto così probabilmente sovviene, a persone che praticano meditazione o sentieri spirituali, il parallelo con il viaggio interiore e la consapevolezza che si dischiude lentamente nell’intimo via via che l’esercizio della pratica prosegue. In questo caso ovviamente la grotta non è un luogo fisico bensì la stanza interiore che si nasconde nell’intimo di ciascuno, con la sua bellezza e meraviglia nella scoperta che niente è come sembra.

La frase di Meister Eckhart, per me di così grande impatto emozionale, mi risuona come l’aprirsi della porta alchemica che permette l’accesso ad un simile misterioso luogo iniziatico.

Grazie a tutti.

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Grotta di cristallo (Messico).
"Là dove non penetrò mai il tempo, dove non risplendette mai un’immagine: nella parte più intima e alta dell’anima Dio creò l’intero mondo." (Meister Eckhart)
22/06/2013: Anno 2013 - Numero 24  File Pdf
Pubblicato il 23/06/2013
Tempio Buddista “Tiger Temple” (Thailandia).
Tempio Buddista “Tiger Temple” (Thailandia).
Care amiche e amici, ho trovato questa immagine di effetto, colpisce l’immaginario, impressiona nella tigre questo senso di forza non usata, potenza terrificante di un fisico possente che si scioglie nella morbidezza dell’abbandono. E nel monaco l’accoglienza verso l’animale che non è diversa da quella verso l’intero mondo, sguardo rivolto verso l’infinito nella profonda coscienza di essere uno con il tutto. Un abbraccio centrato e sereno nella presenza disarmata dell’essere. Il rapporto con l’animale, antico come l’uomo, è denso di significati profondi, rappresenta la relazione con la parte istintiva, mette a nudo il rapporto che ho con la vita e con il vivente che la abita e la condivide insieme a me. Se sono presenti nel profondo fa emergere paure, rabbie e desiderio di rivincita per una supremazia che rimanda ad un senso di proprietà d’uso dell’animale che non è affatto mio diritto sancito. Può anche svelare un sentimento di timorosa solitudine che alle volte si manifesta in rapporti perfino mielosi con il cucciolo di cagnolino di turno, ma che poi non riesce a riproporsi in una relazione che sia per lo meno amicale con il vicino di casa. Troppo più facile e rassicurante a volte addomesticare un animale, che creare un rapporto quotidiano con un umano che ha pur sempre le sue prove di forza, aspettative speranze fragilità richieste, fughe e ravvicinamenti, in una coscienza e conoscenza di sé che si va formando lentamente con il proseguire della relazione stessa. E tutto questo lo posso fare solo relazionandomi tra umani. Qui gli animali non aiutano. È proprio qui secondo me lo scalino da affrontare e salire nel quotidiano, rapportarmi con gli altri che non sono uguali ad un “altro me”, che non sono sempre come li vorrei o come mi farebbe comodo che fossero per potermi eventualmente confermare nelle mie piccole convinzioni stabilizzate. Come aratro trainato dalla forza inarrestabile della vita che porta alla luce, rivoltandolo, il mio sconosciuto. L’intensità del dolore provato in questo processo è l’indice della mia resistenza al divenire, come opposizione alla legge dell’impermanenza. Come vedete, non mi faccio sconti. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

ho trovato questa immagine di effetto, colpisce l’immaginario, impressiona nella tigre questo senso di forza non usata, potenza terrificante di un fisico possente che si scioglie nella morbidezza dell’abbandono. E nel monaco l’accoglienza verso l’animale che non è diversa da quella verso l’intero mondo, sguardo rivolto verso l’infinito nella profonda coscienza di essere uno con il tutto. Un abbraccio centrato e sereno nella presenza disarmata dell’essere. Il rapporto con l’animale, antico come l’uomo, è denso di significati profondi, rappresenta la relazione con la parte istintiva, mette a nudo il rapporto che ho con la vita e con il vivente che la abita e la condivide insieme a me. Se sono presenti nel profondo fa emergere paure, rabbie e desiderio di rivincita per una supremazia che rimanda ad un senso di proprietà d’uso dell’animale che non è affatto mio diritto sancito. Può anche svelare un sentimento di timorosa solitudine che alle volte si manifesta in rapporti perfino mielosi con il cucciolo di cagnolino di turno, ma che poi non riesce a riproporsi in una relazione che sia per lo meno amicale con il vicino di casa. Troppo più facile e rassicurante a volte addomesticare un animale, che creare un rapporto quotidiano con un umano che ha pur sempre le sue prove di forza, aspettative speranze fragilità richieste, fughe e ravvicinamenti, in una coscienza e conoscenza di sé che si va formando lentamente con il proseguire della relazione stessa. E tutto questo lo posso fare solo relazionandomi tra umani. Qui gli animali non aiutano. È proprio qui secondo me lo scalino da affrontare e salire nel quotidiano, rapportarmi con gli altri che non sono uguali ad un “altro me”, che non sono sempre come li vorrei o come mi farebbe comodo che fossero per potermi eventualmente confermare nelle mie piccole convinzioni stabilizzate. Come aratro trainato dalla forza inarrestabile della vita che porta alla luce, rivoltandolo, il mio sconosciuto. L’intensità del dolore provato in questo processo è l’indice della mia resistenza al divenire, come opposizione alla legge dell’impermanenza. Come vedete, non mi faccio sconti.

Grazie a tutti.

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Tempio Buddista “Tiger Temple” (Thailandia).
"L'uomo deve mostrare bontà di cuore verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini." (Immanuel Kant)
15/06/2013: Anno 2013 - Numero 23  File Pdf
Pubblicato il 15/06/2013
Popolo dei "figli del deserto" (Namibia).
Popolo dei "figli del deserto" (Namibia).
Care amiche e amici, che volto strano, lo trovo minaccioso, come scolpito, chissà chi è... e poi quello sguardo mi inquieta... non lo conosco... di dov’è? Mi fa paura. Meno male che io non sono così. Ma da dove viene...?? Il popolo del deserto... Sì, in effetti ricordo, una volta ho sentito parlare della Namibia e della vita dura che fa la gente là. Anche questa persona è di quelle parti anche per lei forse non sarà facile guadagnarsi la possibilità di vivere, per sé stessa e per i suoi figli, verso i quali avrà speranze e amore, come faccio anche io... Avrà provato dolore qualche volta e avrà dei sogni, lotterà, amerà, avrà una sua spiritualità e desidererà un po’ di felicità, come me. Forse ricercherà la saggezza. Avrà paure e tristezza, ma anche momenti di allegria qualche volta, mangerà frutti della terra, mi piacerebbe assaggiarli, e guarderà le stelle la notte. A me piacciono molto le stelle. Sarebbe bello scambiarci reciproche conoscenze. Guardandola bene questa persona non è poi così strana, mi sembra di conoscerla meglio adesso, mi ispira autorevolezza con quel volto vissuto e non mi fa più così paura a pensarci bene... ecc. ecc. Incontrandoci con gli altri, conoscendoli meglio, entrando in sintonia con la loro vita con le loro diversità rispetto a noi, con le loro emozioni, con il tempo si diventa amici, le paure passano e lasciano spazio alla solidarietà. Quando l’egoismo si fa da parte si creano luoghi interiori nuovi da vivere insieme. Ci si comincia ad aiutare, conoscendoci. Gibran credo che abbia ragione, l’altro da noi quando diventa amico è il nostro bisogno. La Pace come via, e non come mèta, forse comincia anche così. Il razzismo in futuro non sarà una ideologia, ma sarà considerata semplicemente una malattia da curare come una qualsiasi altra patologia psichiatrica. Grazie a tutti Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

che volto strano, lo trovo minaccioso, come scolpito, chissà chi è... e poi quello sguardo mi inquieta... non lo conosco... di dov’è? Mi fa paura. Meno male che io non sono così. Ma da dove viene...?? Il popolo del deserto... Sì, in effetti ricordo, una volta ho sentito parlare della Namibia e della vita dura che fa la gente là. Anche questa persona è di quelle parti anche per lei forse non sarà facile guadagnarsi la possibilità di vivere, per sé stessa e per i suoi figli, verso i quali avrà speranze e amore, come faccio anche io... Avrà provato dolore qualche volta e avrà dei sogni, lotterà, amerà, avrà una sua spiritualità e desidererà un po’ di felicità, come me. Forse ricercherà la saggezza. Avrà paure e tristezza, ma anche momenti di allegria qualche volta, mangerà frutti della terra, mi piacerebbe assaggiarli, e guarderà le stelle la notte. A me piacciono molto le stelle. Sarebbe bello scambiarci reciproche conoscenze. Guardandola bene questa persona non è poi così strana, mi sembra di conoscerla meglio adesso, mi ispira autorevolezza con quel volto vissuto e non mi fa più così paura a pensarci bene... ecc. ecc. Incontrandoci con gli altri, conoscendoli meglio, entrando in sintonia con la loro vita con le loro diversità rispetto a noi, con le loro emozioni, con il tempo si diventa amici, le paure passano e lasciano spazio alla solidarietà. Quando l’egoismo si fa da parte si creano luoghi interiori nuovi da vivere insieme. Ci si comincia ad aiutare, conoscendoci. Gibran credo che abbia ragione, l’altro da noi quando diventa amico è il nostro bisogno. La Pace come via, e non come mèta, forse comincia anche così. Il razzismo in futuro non sarà una ideologia, ma sarà considerata semplicemente una malattia da curare come una qualsiasi altra patologia psichiatrica.

Grazie a tutti

Marco [Chiudi]
Popolo dei "figli del deserto" (Namibia).
"Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. È il campo che seminate con amore e che mietete ringraziando. Egli è la vostra mensa e la vostra dimora perché, affamati, vi rifugiate in lui e lo cercate per la vostra pace. Se l'amico vi confida il suo pensiero non nascondetegli il vostro. Quando lui tace il vostro cuore non smette di ascoltarlo, perché nell'amicizia ogni pensiero, desiderio, spe-ranza nasce in silenzio e si partecipa con gioia." (Kahil Gibran, "Il profeta")
08/06/2013: Anno 2013 - Numero 22  File Pdf
Pubblicato il 07/06/2013
Nave militare abbandonata (Sydney Australia).
Nave militare abbandonata (Sydney Australia).
Care amiche e amici, la Natura è coraggiosa, sa combattere, senza violenza, la violenza degli uomini, creando giardini rigogliosi sopra ordigni di guerra. Dove abitava la morte, permette alla vita esuberante di trionfare, la bellezza del vivente prevale sulle logiche di distruzione, intrecciate con brama di potere. La Natura ha la forza silenziosa e irrefrenabile dell’erba immortale che ricresce e non si arrende, perché sa ricominciare da capo anche quando tutto sembra perduto, con la stessa forza interiore che possiedono molte donne. Ha la forza che è propria di chi è depositario del segreto della vita e della capacità di generarla, con la conoscenza e la certezza che Gaia è il pianeta vivente, paziente e potente, che nutre tutti i suoi figli, anche quelli che non hanno ancora capito, per i quali il mistero rimane tuttora nascosto agli occhi. Ma non lo sarà per sempre, siamo tutti destinati alla conoscenza dell’amore, per amore. Il risveglio alle volte accade in modo lieve senza far rumore dando un significato nuovo a una passeggiata nel bosco, respirando l'aria della campagna o raccogliendo una carta da terra. Questa forza immensa e benevola non nasce dal niente, non è per caso. È sostenuta ogni istante da un amore ancora più grande, molto più grande, che tutto muove, con una dolcezza che profonde la speranza di una meravigliosa bellezza. E in questo caso la parola "immenso" deve essere sostituita da "inimmaginabile". Tutti i viventi sono partecipi di questa creazione, ne sono parte attiva – alle volte nella distruzione, alle volte nell’ascolto - e quindi inevitabilmente responsabili, quand’anche inconsapevoli, mistero nel mistero. Nel faticoso e lento cammino quotidiano, come dice Zavoli, si riconosce l’origine sacra e immortale del sentire che anima e che sostiene sia il visibile che l’invisibile agli occhi. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

la Natura è coraggiosa, sa combattere, senza violenza, la violenza degli uomini, creando giardini rigogliosi sopra ordigni di guerra. Dove abitava la morte, permette alla vita esuberante di trionfare, la bellezza del vivente prevale sulle logiche di distruzione, intrecciate con brama di potere. La Natura ha la forza silenziosa e irrefrenabile dell’erba immortale che ricresce e non si arrende, perché sa ricominciare da capo anche quando tutto sembra perduto, con la stessa forza interiore che possiedono molte donne. Ha la forza che è propria di chi è depositario del segreto della vita e della capacità di generarla, con la conoscenza e la certezza che Gaia è il pianeta vivente, paziente e potente, che nutre tutti i suoi figli, anche quelli che non hanno ancora capito, per i quali il mistero rimane tuttora nascosto agli occhi. Ma non lo sarà per sempre, siamo tutti destinati alla conoscenza dell’amore, per amore. Il risveglio alle volte accade in modo lieve senza far rumore dando un significato nuovo a una passeggiata nel bosco, respirando l'aria della campagna o raccogliendo una carta da terra. Questa forza immensa e benevola non nasce dal niente, non è per caso. È sostenuta ogni istante da un amore ancora più grande, molto più grande, che tutto muove, con una dolcezza che profonde la speranza di una meravigliosa bellezza. E in questo caso la parola "immenso" deve essere sostituita da "inimmaginabile". Tutti i viventi sono partecipi di questa creazione, ne sono parte attiva – alle volte nella distruzione, alle volte nell’ascolto - e quindi inevitabilmente responsabili, quand’anche inconsapevoli, mistero nel mistero. Nel faticoso e lento cammino quotidiano, come dice Zavoli, si riconosce l’origine sacra e immortale del sentire che anima e che sostiene sia il visibile che l’invisibile agli occhi.

Grazie a tutti.

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Nave militare abbandonata (Sydney Australia).
"Tutti dobbiamo avere la consapevolezza che vivere è un debito da pagare ogni giorno alla libertà, alla giustizia e alla pace." (Sergio Zavoli)
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Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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