Stavo parlando con una persona di un’altra che l’aveva offesa. Mi disse “Adesso ci vado d’accordo. Ma non la perdonerò mai”. E’ stato rivelatorio: il “non lo farò mai” piuttosto che “non ci riuscirò mai”.
Sono rimasto colpito dal senso di sconfitta e anche di orgoglio contenuto in quella risoluzione di non perdonare mai. Era come se sapesse che aveva la capacità di perdonare, lasciar andare e andare avanti. Ma, per una qualsiasi ragione, preferiva rimanere in quella chimica agrodolce di rancore e rabbia. Forse perchè ci dà un soddisfacente senso di superiorità morale - “Io sono la parte offesa e quindi sono sempre nel giusto finchè continuo ad agire partendo da quel rancore”. Forse però non c’è tutta la libertà che possiamo immaginarci nella scelta di non perdonare.
Per quale ragione al mondo dovremmo preferire il dolore e la negatività del passato piuttosto che la crescita attraverso questo, andando avanti grazie al balsamo della saggezza, della compassione e di nuova profondità? Non c’è alcuna buona ragione; eppure riusciamo sempre a trovare delle ragioni. Chi ha mai fatto consapevolmente qualcosa di negativo senza costruirsi una difesa o una giustificazione a sostegno?
E’ sempre facile travestire l’irrazionale e ciò che è auto-distruttivo come qualcosa razionale e sano. Tuttavia permettere alla rabbia e al rancore di rimanerci aggrappati, semplicemente oscura chi siamo e sminuisce ciò che siamo capaci di diventare. Ho potuto percepire questa contrazione nella persona con cui stavo parlando. Il suo commento - accompagnato da uno sguardo vagamente folle, se non demoniaco - non era un’espressione di cattiveria ma di ridotta responsabilità.
Come il figlio più giovane della parabola, quando indulgiamo in un qualche eccesso e poi ci ammaliamo, pensiamo di meritare di essere puniti - dal nostro corpo o da altre persone o da Dio. Sembra che non meritiamo di essere perdonati e reintegrati nella relazione che abbiamo offeso. In modo non sorprendente, applichiamo lo stesso metro di giustizia primitivo anche agli altri. La misura che diamo a noi stessi sarà la misura che daremo agli altri.
In realtà - come ogni meditazione può rivelarci - l’amore è senza confini e straripante. Il perdono è sempre disponibile.
Incontro: | 28/05/2015 |
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Titolo: | Offesa |
Presentata da: | Serenella Giovannelli |
Tradizione: | Meditazione Cristiana |
Autore: | Laurence Freeman OSB |
Opera: | Riflessioni quaresimali anno 2013 |