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Un solo Dio di tutti i popoli

Il dialogo interreligioso di cui parlano gli uomini di Chiesa, le persone comuni lo fanno dal basso, intrecciando le loro esistenze e quindi anche le loro visioni del mondo e i loro riti.

Per questo, a mio avviso l’unica immagine di Dio che appare sostenibile nel futuro (e per qualcuno già al presente) è la relazione radicale che viene prefigurata dall’idea di TRINITAS. Non più un Dio che sta assiso nei cieli e che domina e controlla, e a cui occorre solo obbedire, ma un Dio che spinge i viventi all’armonia e alla giustizia delle relazioni.

Non più un Dio di un popolo o di un libro solo, ma un Dio di tutti i popoli, di cui tutti i libri sacri manifestano un aspetto che va integrato con altri. Sincretismo? Questo termine deriva dall’usanza degli antichi cretesi di unirsi tra loro, a fronte di un’invasione esterna superando le loro usuali divisioni. Penso che questa sia la situazione dell’umanità: Unirsi superando le divisioni di fedi e dottrine, per sostenere la minaccia del nichilismo, e scoprire il primato della relazione quale prima categoria dell’essere.

Vito Mancuso

Dati

Incontro:28/01/2016
Titolo:Un solo Dio di tutti i popoli
Presentata da:Sandra Vincenzi
Tradizione:Meditazione Cristiana
Autore:Vito Mancuso
Opera:Corriere della Sera del 22 gennaio 2016
Comunità di Meditazione Interreligiosa Fiorentina
Email: cmif@altervista.org
Sito web: cmif.altervista.org
Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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