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Radio Voce della Speranza

Lo Zefiro

Notiziario Interreligioso
Redazione: Marco Lazzeri
Telefono: 335.6415395
Pagina:
24/01/2015: Anno 2015 - Numero 03  File Pdf
Pubblicato il 23/01/2015
Associazione culturale Vivere l’Etica.
Associazione culturale Vivere l’Etica.
Care amiche e amici, vi presento l’Associazione “Vivere l’Etica” di cui sono presidente. L’Associazione ha intenti e un programma atto a divulgare la cultura dell’etica come rispetto e attenzione verso il prossimo, con la consapevolezza che l’etica è il fondamento di ogni relazione sana e corretta tra le persone, istituzioni o organismi che abbiano carattere sociale, economico, finanziario, scientifico, culturale o legato all’amministrazione pubblica sia nel territorio locale che nazionale. Solo con una base di cultura etica solida, condivisa e applicata nella vita quotidiana è possibile sviluppare quella relazione corretta e proficua che può portare allo sviluppo e all’armonia nella società in generale e nelle relazioni che le singole persone sviluppano con il prossimo e con se stesse. L’Associazione è attenta a declinare i temi dell’etica partendo dalla quotidianità, per aiutare la ricerca degli elementi basilari che nella situazione presente si sono persi o logorati, diventando quindi disattesi. Mancanze che sono fonte di tensioni, paure e ansie, che possono portare nella vita vissuta, a distanze, incertezze, timori e stati di conflitto. La carenza di etica nella vita pubblica e privata può essere una delle cause del malessere nei rapporti personali e sociali. Crea paura del futuro o dell’altro, del diverso o dello straniero, genera fratture e separatività tra le persone che possono scoprirsi estranee e alle volte nemiche. L’impostazione globale del potere ha intrapreso una deriva tesa al controllo, imponendo lo sviluppo economico e sociale subordinato ad interessi di parte, e anteponendolo al benessere della collettività. Senza una base etica condivisa il mondo decade in luogo di scontro e di accaparramento egoistico, dove l’avere predomina sull’essere, dove vale la legge del più forte. Questo comporta che l’altro tende ad essere percepito come mezzo, usato e oggettivizzato. In un simile contesto lo scopo alto del vivere evocato dai grandi filosofi e dalle guide spirituali dell’Umanità, viene smarrito. Da parte di ampie fasce di popolazione si percepisce il bisogno spesso inespresso riguardo alla richiesta di dibattere il tema dell’etica in modo aperto e franco dove siano trattati temi di carattere interiore quali fratellanza, accoglienza, rispetto che insieme con altri aspetti sociologici, economici, sociali, forensi, scientifici determinano il quadro complessivo delle nostre necessità oggi. L’Associazione cercherà di sensibilizzare le coscienze alle problematiche sopradette e quindi facilitare la consapevolezza e il cambiamento personale sia dei soci sia delle persone con cui entrerà in contatto. L’intento, delle attività che proponiamo, è di porre domande che stimolino la riflessione e la focalizzazione delle problematiche, quali ad esempio “Quale etica incontriamo nel nostro vivere quotidiano?”, “Se l’etica è in crisi, quale conseguenze ha questa crisi? Da chi è stata prodotta? Come uscirne?” “La mancanza di Etica a chi giova? E’ casuale o a che scopo è stata generata?”. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

vi presento l’Associazione “Vivere l’Etica” di cui sono presidente.

L’Associazione ha intenti e un programma atto a divulgare la cultura dell’etica come rispetto e attenzione verso il prossimo, con la consapevolezza che l’etica è il fondamento di ogni relazione sana e corretta tra le persone, istituzioni o organismi che abbiano carattere sociale, economico, finanziario, scientifico, culturale o legato all’amministrazione pubblica sia nel territorio locale che nazionale. Solo con una base di cultura etica solida, condivisa e applicata nella vita quotidiana è possibile sviluppare quella relazione corretta e proficua che può portare allo sviluppo e all’armonia nella società in generale e nelle relazioni che le singole persone sviluppano con il prossimo e con se stesse.

L’Associazione è attenta a declinare i temi dell’etica partendo dalla quotidianità, per aiutare la ricerca degli elementi basilari che nella situazione presente si sono persi o logorati, diventando quindi disattesi. Mancanze che sono fonte di tensioni, paure e ansie, che possono portare nella vita vissuta, a distanze, incertezze, timori e stati di conflitto. La carenza di etica nella vita pubblica e privata può essere una delle cause del malessere nei rapporti personali e sociali. Crea paura del futuro o dell’altro, del diverso o dello straniero, genera fratture e separatività tra le persone che possono scoprirsi estranee e alle volte nemiche.

L’impostazione globale del potere ha intrapreso una deriva tesa al controllo, imponendo lo sviluppo economico e sociale subordinato ad interessi di parte, e anteponendolo al benessere della collettività. Senza una base etica condivisa il mondo decade in luogo di scontro e di accaparramento egoistico, dove l’avere predomina sull’essere, dove vale la legge del più forte. Questo comporta che l’altro tende ad essere percepito come mezzo, usato e oggettivizzato. In un simile contesto lo scopo alto del vivere evocato dai grandi filosofi e dalle guide spirituali dell’Umanità, viene smarrito.

Da parte di ampie fasce di popolazione si percepisce il bisogno spesso inespresso riguardo alla richiesta di dibattere il tema dell’etica in modo aperto e franco dove siano trattati temi di carattere interiore quali fratellanza, accoglienza, rispetto che insieme con altri aspetti sociologici, economici, sociali, forensi, scientifici determinano il quadro complessivo delle nostre necessità oggi.

L’Associazione cercherà di sensibilizzare le coscienze alle problematiche sopradette e quindi facilitare la consapevolezza e il cambiamento personale sia dei soci sia delle persone con cui entrerà in contatto.

L’intento, delle attività che proponiamo, è di porre domande che stimolino la riflessione e la focalizzazione delle problematiche, quali ad esempio “Quale etica incontriamo nel nostro vivere quotidiano?”, “Se l’etica è in crisi, quale conseguenze ha questa crisi? Da chi è stata prodotta? Come uscirne?” “La mancanza di Etica a chi giova? E’ casuale o a che scopo è stata generata?”.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Associazione culturale Vivere l’Etica.
"Il sapere spirituale è scienza sovrana e sovrano segreto, strumento di purificazione eccelso. Lo si può conseguire per esperienza diretta, è la perfezione dell’etica e dell’armonia universale. E’ eterno e si pratica con gioia”." (Vyasa, "Bhagavad-gita IX.2")
16/01/2015: Anno 2015 - Numero 02  File Pdf
Pubblicato il 16/01/2015
Je suis Charlie.
Je suis Charlie.
Care amiche e amici, da Claudio Coppini: Izzedin Elzir in diretta a L'Atro-Binario: “Ho il cuore pieno di orrore, ma questo non è Islam”. Parigi risponde alla strage con il passaparola globale: "Je suis Charlie". Così lo staff di Radio Voce della Speranza di Firenze si è messo subito al lavoro per metter su una diretta speciale de “L'Altro-Binario” per parlare della strage compiuta a Parigi il 7 gennaio nella sede della rivista satirica Charlie Hebdo. Nello scompartimento allargato, allungato... de L’Altro-Binario, in compagnia dei due conduttori storici Claudio Coppini e Davide Mozzato e del "macchinista" Roberto Vacca, si susseguono ospiti davvero speciali, a cominciare da Marco Hromis “il viaggiatore” con laurea in scienze politiche, Giorgio Misuri, matematico-informatico-poeta, appena rientrato da Dakar in Senegal dove ha trascorso quattro mesi ricchi di esperienze umane significative. Infine ci ha raggiunto in collegamento telefonico l'ospite più atteso, l'Imam di Firenze e presidente dell'UCOII, l'Unione delle Comunità Islamiche in Italia. Nel corso della trasmissione anche un collegamento con la docente Bruna Rosa Sabatini del Liceo Gramsci di Firenze per una bella iniziativa degli studenti, un minuto di silenzio per solidarietà alle 12 vittime di Parigi e un flash mob per difendere con le penne in mano rivolte al cielo il diritto di libera espressione. Ecco il link per ascoltare la trasmissione: http://radiovocedellasperanza.it/attualita/izzedin-elzir-diretta-l-atro-binario-ho-il-cuore-pieno-di-orrore-ma-questo-non-e-islam/ Dal momento che condivido questo articolo sono d’accordo con quanto propone la trasmissione, sono infatti assolutamente contrario a qualsiasi tipo di violenza e sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Desidero altresì esprimere il mio pensiero riguardo al fatto che la satira dovrebbe essere rispettosa del senso del sacro e della spiritualità delle persone, qualunque sia la loro fede. Dovrebbe essere connaturato non come proibizione, ma come senso dell’etica. Il rispetto e il senso profondo dell’Etica deve accompagnare la libertà di stampa e non nascondersi dietro una inalienabile libertà per poter sparlare e offendere i sentimenti degli altri. La satira verso gli uomini, le loro vanità, superbie e arroganze deve essere libera, altra cosa è offendere il senso del sacro. Percepire il senso di un limite è importante, e ci dovrebbe essere proprio perché la libertà sia veramente tale e non cada nell’arbitrio. Tutto questo certo non giustifica in alcun modo quanto accaduto, ma penso debba essere spunto per una seria riflessione su una interpretazione errata della libertà di espressione, che alle volte invece mi sembra pretesa come diritto senza regole. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

da Claudio Coppini:

Izzedin Elzir in diretta a L'Atro-Binario: “Ho il cuore pieno di orrore, ma questo non è Islam”.

Parigi risponde alla strage con il passaparola globale: "Je suis Charlie". Così lo staff di Radio Voce della Speranza di Firenze si è messo subito al lavoro per metter su una diretta speciale de “L'Altro-Binario” per parlare della strage compiuta a Parigi il 7 gennaio nella sede della rivista satirica Charlie Hebdo. Nello scompartimento allargato, allungato... de L’Altro-Binario, in compagnia dei due conduttori storici Claudio Coppini e Davide Mozzato e del "macchinista" Roberto Vacca, si susseguono ospiti davvero speciali, a cominciare da Marco Hromis “il viaggiatore” con laurea in scienze politiche, Giorgio Misuri, matematico-informatico-poeta, appena rientrato da Dakar in Senegal dove ha trascorso quattro mesi ricchi di esperienze umane significative. Infine ci ha raggiunto in collegamento telefonico l'ospite più atteso, l'Imam di Firenze e presidente dell'UCOII, l'Unione delle Comunità Islamiche in Italia. Nel corso della trasmissione anche un collegamento con la docente Bruna Rosa Sabatini del Liceo Gramsci di Firenze per una bella iniziativa degli studenti, un minuto di silenzio per solidarietà alle 12 vittime di Parigi e un flash mob per difendere con le penne in mano rivolte al cielo il diritto di libera espressione.

Ecco il link per ascoltare la trasmissione:

http://radiovocedellasperanza.it/attualita/izzedin-elzir-diretta-l-atro-binario-ho-il-cuore-pieno-di-orrore-ma-questo-non-e-islam/

Dal momento che condivido questo articolo sono d’accordo con quanto propone la trasmissione, sono infatti assolutamente contrario a qualsiasi tipo di violenza e sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Desidero altresì esprimere il mio pensiero riguardo al fatto che la satira dovrebbe essere rispettosa del senso del sacro e della spiritualità delle persone, qualunque sia la loro fede. Dovrebbe essere connaturato non come proibizione, ma come senso dell’etica. Il rispetto e il senso profondo dell’Etica deve accompagnare la libertà di stampa e non nascondersi dietro una inalienabile libertà per poter sparlare e offendere i sentimenti degli altri. La satira verso gli uomini, le loro vanità, superbie e arroganze deve essere libera, altra cosa è offendere il senso del sacro. Percepire il senso di un limite è importante, e ci dovrebbe essere proprio perché la libertà sia veramente tale e non cada nell’arbitrio. Tutto questo certo non giustifica in alcun modo quanto accaduto, ma penso debba essere spunto per una seria riflessione su una interpretazione errata della libertà di espressione, che alle volte invece mi sembra pretesa come diritto senza regole.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Je suis Charlie. (Foto: La Repubblica)
"Non mollate la vita che avete scelto soltanto perché la giudica chi sta subendo la sua senza scegliere mai. Non abbandonate le vostre scelte per la meschinità di chi si siede lontano dal mare e ride del vostro coraggio di nuotare." (Massimo Bisotti)
10/01/2015: Anno 2015 - Numero 01  File Pdf
Pubblicato il 09/01/2015
Josè Mujica detto “Pepe” – Presidente dell’Uruguay.
Josè Mujica detto “Pepe” – Presidente dell’Uruguay.
Care amiche e amici, ex guerrigliero tupamaro, 78 anni, Pepe Mujica è diventato molto famoso fuori dal suo paese quando la rivista londinese Monocle lo ha definito “il miglior presidente del mondo”. Titolo che Pepe s'è guadagnato grazie al suo stile esemplare e modesto. Per Le Monde è diventato “il presidente più povero del mondo”, mentre El Paìs lo descrive come leader di un nuovo “radicalismo a bassa intensità”, opposto e lontano, in America Latina, dal populismo alla Chávez e dalla demagogia Kirchner. Appena eletto Mujica ha rifiutato la residenza presidenziale e continua a vivere, insieme alla moglie, la senatrice Lucia Topolansky, in una chacra (una piccola fattoria) alla periferia di Montevideo dove si dedica all'orto e alla coltivazione di fiori. Vive con il 10 percento del suo stipendio da presidente, circa mille euro dei diecimila che riceve, visto che il 90 percento lo versa ad associazioni di promozione sociale. Ciclista professionista da giovane, Mujica ha trascorso tredici anni (1972-85) in carcere. C’è molto altro da dire su Pepe, questi sono solo dei ritagli frammentari di giornale. Quanto lo descrive, non so se sbaglio, la chiamerei credibilità. Questa è etica, è tutto quello che serve? Non lo so. Ma nel dubbio penso che possiamo iniziare da qui. Mi piace l’idea della chacra anziché quella della villa esclusiva in Sardegna, isole private, ecc ... Se chi cerca potere, lo fa per dominare gli altri e acquisire ricchezza, allora l’avidità e la brama di dominio saranno i suoi compagni inseparabili. Ma un altro mondo è possibile. E questo non è moralismo, ma richiesta di etica, giustizia e sobrietà. Potremmo dire che questo esempio di Pepe ci fornisce la misura di quanto siamo andati fuori dalle giuste regole proprio in relazione a quanto ci appare assurdo o esagerato. Niente è veramente nostro, e l’illusione del possesso ci porta alle perdita di senso della vita. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

ex guerrigliero tupamaro, 78 anni, Pepe Mujica è diventato molto famoso fuori dal suo paese quando la rivista londinese Monocle lo ha definito “il miglior presidente del mondo”. Titolo che Pepe s'è guadagnato grazie al suo stile esemplare e modesto. Per Le Monde è diventato “il presidente più povero del mondo”, mentre El Paìs lo descrive come leader di un nuovo “radicalismo a bassa intensità”, opposto e lontano, in America Latina, dal populismo alla Chávez e dalla demagogia Kirchner. Appena eletto Mujica ha rifiutato la residenza presidenziale e continua a vivere, insieme alla moglie, la senatrice Lucia Topolansky, in una chacra (una piccola fattoria) alla periferia di Montevideo dove si dedica all'orto e alla coltivazione di fiori. Vive con il 10 percento del suo stipendio da presidente, circa mille euro dei diecimila che riceve, visto che il 90 percento lo versa ad associazioni di promozione sociale. Ciclista professionista da giovane, Mujica ha trascorso tredici anni (1972-85) in carcere.

C’è molto altro da dire su Pepe, questi sono solo dei ritagli frammentari di giornale. Quanto lo descrive, non so se sbaglio, la chiamerei credibilità. Questa è etica, è tutto quello che serve? Non lo so. Ma nel dubbio penso che possiamo iniziare da qui. Mi piace l’idea della chacra anziché quella della villa esclusiva in Sardegna, isole private, ecc ... Se chi cerca potere, lo fa per dominare gli altri e acquisire ricchezza, allora l’avidità e la brama di dominio saranno i suoi compagni inseparabili. Ma un altro mondo è possibile. E questo non è moralismo, ma richiesta di etica, giustizia e sobrietà.

Potremmo dire che questo esempio di Pepe ci fornisce la misura di quanto siamo andati fuori dalle giuste regole proprio in relazione a quanto ci appare assurdo o esagerato.

Niente è veramente nostro, e l’illusione del possesso ci porta alle perdita di senso della vita.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Josè Mujica detto “Pepe” – Presidente dell’Uruguay. (Foto: La Repubblica)
"Il cambiamento: a volte si insinua lentamente, a volte ti colpisce sulla testa. E a volte giri l'angolo e scopri che sei diversa in una piccola cosa e il mondo non ti sembra più come prima." (, "Aforismi da Being Erica")
13/12/2014: Anno 2014 - Numero 41  File Pdf
Pubblicato il 12/12/2014
Gran Mufti di Istanbul e il Papa nella Moschea Blu.
Gran Mufti di Istanbul e il Papa nella Moschea Blu.
Care amiche e amici, da un quotidiano di qualche giorno fa : ISTANBUL - Un'adorazione in silenzio, rispettosa, a piedi scalzi come è consueto in una moschea, in preghiera affianco all'imam. Nella visita di papa Francesco in Turchia, a Istanbul il pontefice si è recato alla moschea Sultan Ahmet, meglio nota come Moschea blu. Ad accoglierlo sull'ingresso della Moschea blu è stato il gran muftì di Istanbul Rahmi Yaran. Il pontefice si è tolto le scarpe prima di entrare. Poi la preghiera in silenzio. Con le mani giunte sopra la croce pettorale, il volto chino, gli occhi chiusi, davanti al "mihrab", la nicchia che indica la direzione della Mecca. Il Pontefice è rimasto così, in raccoglimento, preghiera o meditazione spirituale, per tre minuti accanto all'imam che declamava delle invocazioni. "Non solo dobbiamo lodare e Glorificare Dio, ma adorarlo", ha detto papa Francesco al gran muftì. Il papa ha ascoltato alcuni versetti del Corano che gli ha detto Yaran, spiegando in particolare il significato della parola "nihab" da cui viene il luogo della moschea verso cui i fedeli pregano. Il pontefice si è detto "d'accordo" con il gran muftì, che ha definito dio, il dio "della giustizia e dell'amore". Si è trattato, ha detto il portavoce vaticano, di un "bel momento di dialogo interreligioso". Si sta vivendo un risveglio nel dialogo anche da parte dei vertici delle religioni. Un percorso che cerca la strada dell’incontro e del dialogo. Leggendo questa notizia pensavo alla nostra piccola Comunità, la immaginavo come un gruppo di sherpa che trasporta sulle spalle il materiale per la grande spedizione. Tante realtà come la nostra in cammino. I nomi di queste persone non saranno mai sui giornali, non si saprà della loro esistenza e quindi nessuno nella valle sottostante li conoscerà, non saranno forse loro ad arrivare sulla cima del monte. Altri saranno sotto i riflettori e questo sarà il loro compito, non sempre piacevole, ma se la spedizione un giorno avrà successo, in parte, dipenderà dalle tante persone sconosciute che con umiltà, silenzio e fatica avranno portato il loro importante contributo, coscienti di contribuire nell’anonimato del mondo, ma non dello Spirito, ad una impresa grandissima, ad un risveglio necessario e ineludibile delle coscienze. Per questo ringrazio e abbraccio tutta la Comunità. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

da un quotidiano di qualche giorno fa :

ISTANBUL - Un'adorazione in silenzio, rispettosa, a piedi scalzi come è consueto in una moschea, in preghiera affianco all'imam.

Nella visita di papa Francesco in Turchia, a Istanbul il pontefice si è recato alla moschea Sultan Ahmet, meglio nota come Moschea blu. Ad accoglierlo sull'ingresso della Moschea blu è stato il gran muftì di Istanbul Rahmi Yaran. Il pontefice si è tolto le scarpe prima di entrare. Poi la preghiera in silenzio. Con le mani giunte sopra la croce pettorale, il volto chino, gli occhi chiusi, davanti al "mihrab", la nicchia che indica la direzione della Mecca. Il Pontefice è rimasto così, in raccoglimento, preghiera o meditazione spirituale, per tre minuti accanto all'imam che declamava delle invocazioni.

"Non solo dobbiamo lodare e Glorificare Dio, ma adorarlo", ha detto papa Francesco al gran muftì. Il papa ha ascoltato alcuni versetti del Corano che gli ha detto Yaran, spiegando in particolare il significato della parola "nihab" da cui viene il luogo della moschea verso cui i fedeli pregano. Il pontefice si è detto "d'accordo" con il gran muftì, che ha definito dio, il dio "della giustizia e dell'amore". Si è trattato, ha detto il portavoce vaticano, di un "bel momento di dialogo interreligioso".

Si sta vivendo un risveglio nel dialogo anche da parte dei vertici delle religioni. Un percorso che cerca la strada dell’incontro e del dialogo. Leggendo questa notizia pensavo alla nostra piccola Comunità, la immaginavo come un gruppo di sherpa che trasporta sulle spalle il materiale per la grande spedizione. Tante realtà come la nostra in cammino. I nomi di queste persone non saranno mai sui giornali, non si saprà della loro esistenza e quindi nessuno nella valle sottostante li conoscerà, non saranno forse loro ad arrivare sulla cima del monte. Altri saranno sotto i riflettori e questo sarà il loro compito, non sempre piacevole, ma se la spedizione un giorno avrà successo, in parte, dipenderà dalle tante persone sconosciute che con umiltà, silenzio e fatica avranno portato il loro importante contributo, coscienti di contribuire nell’anonimato del mondo, ma non dello Spirito, ad una impresa grandissima, ad un risveglio necessario e ineludibile delle coscienze.

Per questo ringrazio e abbraccio tutta la Comunità.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Gran Mufti di Istanbul e il Papa nella Moschea Blu. (Foto: La Repubblica)
"Le religioni senza la mistica diventano ideologia e per l’ideologia si possono fare le guerre." (Raimond Panikkar)
06/12/2014: Anno 2014 - Numero 40  File Pdf
Pubblicato il 05/12/2014
Paolo Coccheri.
Paolo Coccheri.
Care amiche e amici, oggi lascio la parola a Paolo Coccheri. Il diritto allo studio è sancito dalla nostra costituzione. E’ l'unico percorso virtuoso, per tendere alla libertà, all’indipendenza dagli altri. Come mio nonno galantuomo anarchico (classe1872), quando gli chiedevo: "Nonno come stai, oggi?" egli mi rispondeva: "Paolo mio, sto in una condizione invidiabile, che spero segnerà le scelte fondamentali di tutta la tua vita”. Il nonno proseguiva: "Sto benissimo con me stesso; mi appartengo totalmente, poiché ho sempre vissuto senza febbre, né soldi, né padroni, né padrini.........." Libertà assoluta, ottenuta scegliendo l'essenzialità, la povertà e la rinuncia ai "falsi bisogni". Da 27 anni, in silenzio, senza accettare niente in cambio, ho acceso il "fiammifero" di un "Volontariato di Strada", aperto a tutti, senza inchinarmi ad alcuno; senza pretendere nessun riconoscimento, incarico, o ricompensa. Questa da 27 anni è stata e lo sarà per sempre, la mia piccola e affettuosa "provocazione", rivolta agli oltre 40.000 volontari componenti le 80 ronde umanitarie; volontari, che si sono avvicendati, in 27 anni di impegno quotidiano, nelle strade delle città, nei pubblici giardini, sotto i ponti, presso gli anfratti, sulle spiagge, alle stazioni ferroviarie d'Italia e d'Europa; nelle periferie "lebbrose" delle metropoli italiane, europee ed africane. E poi, non posso deludere mia madre che poco prima di morire, mi lasciò uno scritto, supplicandomi di fare quel pò di bene che potevo, senza mai aspettarmi, nulla, nulla in cambio... Da 27 anni ho una speranza, un "sogno" che le decine di migliaia di volontari, colgano e facciano loro, questa affettuosa "provocazione" di libertà, indipendenza, continuando ad amare tutti, inspece gli "ultimi" del pianeta intero. Vostro, Paolo. [Leggi]
Care amiche e amici,

oggi lascio la parola a Paolo Coccheri.

Il diritto allo studio è sancito dalla nostra costituzione. E’ l'unico percorso virtuoso, per tendere alla libertà, all’indipendenza dagli altri.

Come mio nonno galantuomo anarchico (classe1872), quando gli chiedevo: "Nonno come stai, oggi?" egli mi rispondeva: "Paolo mio, sto in una condizione invidiabile, che spero segnerà le scelte fondamentali di tutta la tua vita”.

Il nonno proseguiva: "Sto benissimo con me stesso; mi appartengo totalmente, poiché ho sempre vissuto senza febbre, né soldi, né padroni, né padrini.........."

Libertà assoluta, ottenuta scegliendo l'essenzialità, la povertà e la rinuncia ai "falsi bisogni".

Da 27 anni, in silenzio, senza accettare niente in cambio, ho acceso il "fiammifero" di un "Volontariato di Strada", aperto a tutti, senza inchinarmi ad alcuno; senza pretendere nessun riconoscimento, incarico, o ricompensa.

Questa da 27 anni è stata e lo sarà per sempre, la mia piccola e affettuosa "provocazione", rivolta agli oltre 40.000 volontari componenti le 80 ronde umanitarie; volontari, che si sono avvicendati, in 27 anni di impegno quotidiano, nelle strade delle città, nei pubblici giardini, sotto i ponti, presso gli anfratti, sulle spiagge, alle stazioni ferroviarie d'Italia e d'Europa; nelle periferie "lebbrose" delle metropoli italiane, europee ed africane.

E poi, non posso deludere mia madre che poco prima di morire, mi lasciò uno scritto, supplicandomi di fare quel pò di bene che potevo, senza mai aspettarmi, nulla, nulla in cambio...

Da 27 anni ho una speranza, un "sogno" che le decine di migliaia di volontari, colgano e facciano loro, questa affettuosa "provocazione" di libertà, indipendenza, continuando ad amare tutti, inspece gli "ultimi" del pianeta intero.

Vostro, Paolo. [Chiudi]
Paolo Coccheri.
"Per portare la felicità agli altri dobbiamo essere felicità. E' per questo che ci alleniamo sempre a prenderci cura innanzitutto del nostro corpo e della nostra mente; solo quando siamo stabili possiamo essere al meglio di noi stessi e prenderci cura delle persone che amiamo." (Thich Nhat Hanh)
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Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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