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Radio Voce della Speranza

Lo Zefiro

Notiziario Interreligioso
Redazione: Marco Lazzeri
Telefono: 335.6415395
Pagina:
20/09/2014: Anno 2014 - Numero 29  File Pdf
Pubblicato il 19/09/2014
Asteroide “2014 RC”.
Asteroide “2014 RC”.
Care amiche e amici, la notizia non ha avuto molto risalto quando il 7 Settembre alle 18:18 l’asteroide “2014 RC” di circa 20 metri di diametro, ha sfiorato la Terra sorvolando la Nuova Zelanda ad una altezza po-co superiore a quella dei satelliti geostazionari delle comunicazioni e GPS (40.000 Km, un decimo della distanza della Luna). Non c’è stato alcun pericolo di impatto e tutto è andato bene. La cosa mi faceva porre attenzione riguardo alla situazione esistenziale nella quale vivo, riguardo alla presunta sicurezza nonché alla certezza del domani. Anche se molto piccolo (l’asteroide è stato scoperto solo il 31 Agosto, quando era in avvicinamento) un evento di collisione, oltre alla distruzione totale per chilometri dal cratere, creerebbe problemi molto seri. Nel caso di asteroidi di dimensioni maggiori del chilometro (e ce ne sono molti) la situazione sarebbe addirittura catastrofica e di serio rischio di sopravvivenza per buona parte degli abitanti del pianeta. La consapevolezza che questo mi porta non è solo quella della memoria del “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris” che rammenta la precarietà dell’esistenza umana e di tutti gli esseri, ma anche la riflessione che la vita acquista una grande possibilità di senso, non solo per la sua precarietà, ma grazie soprattutto alla sua imposta limitatezza nel tempo, e questo è foriero e maestro dell’esigenza di vivere l’attimo, di ciò che adesso – e non dopo - mi è dato da vivere. Una vita che non finisse mai penso sarebbe la peggiore condanna perché non avendo fine mi toglierebbe l’adesso, questo è infatti il dramma vissuto da personaggi che si ritrovano in una certa letteratura noire, ad esempio il Nosferatu. Devo morire proprio perché adesso ho in me l’immenso dono dell’opportunità di vivere, e questo lo posso esprimere nella libertà, nella fantasia, nell’entusiasmo che saprò manifestare per il creato, per lo splendore del vivente, nella capacità di poter declinare il mio comportamento in un’alta forma etica di rispetto, devozione e amore. E nel momento in cui sarò capace di trovare tutto questo, sarò davvero vivo e la Morte sarà privata del suo pungiglione avvelenato perché non potrà essere più nemica. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

la notizia non ha avuto molto risalto quando il 7 Settembre alle 18:18 l’asteroide “2014 RC” di circa 20 metri di diametro, ha sfiorato la Terra sorvolando la Nuova Zelanda ad una altezza po-co superiore a quella dei satelliti geostazionari delle comunicazioni e GPS (40.000 Km, un decimo della distanza della Luna). Non c’è stato alcun pericolo di impatto e tutto è andato bene. La cosa mi faceva porre attenzione riguardo alla situazione esistenziale nella quale vivo, riguardo alla presunta sicurezza nonché alla certezza del domani. Anche se molto piccolo (l’asteroide è stato scoperto solo il 31 Agosto, quando era in avvicinamento) un evento di collisione, oltre alla distruzione totale per chilometri dal cratere, creerebbe problemi molto seri. Nel caso di asteroidi di dimensioni maggiori del chilometro (e ce ne sono molti) la situazione sarebbe addirittura catastrofica e di serio rischio di sopravvivenza per buona parte degli abitanti del pianeta.

La consapevolezza che questo mi porta non è solo quella della memoria del “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris” che rammenta la precarietà dell’esistenza umana e di tutti gli esseri, ma anche la riflessione che la vita acquista una grande possibilità di senso, non solo per la sua precarietà, ma grazie soprattutto alla sua imposta limitatezza nel tempo, e questo è foriero e maestro dell’esigenza di vivere l’attimo, di ciò che adesso – e non dopo - mi è dato da vivere. Una vita che non finisse mai penso sarebbe la peggiore condanna perché non avendo fine mi toglierebbe l’adesso, questo è infatti il dramma vissuto da personaggi che si ritrovano in una certa letteratura noire, ad esempio il Nosferatu. Devo morire proprio perché adesso ho in me l’immenso dono dell’opportunità di vivere, e questo lo posso esprimere nella libertà, nella fantasia, nell’entusiasmo che saprò manifestare per il creato, per lo splendore del vivente, nella capacità di poter declinare il mio comportamento in un’alta forma etica di rispetto, devozione e amore. E nel momento in cui sarò capace di trovare tutto questo, sarò davvero vivo e la Morte sarà privata del suo pungiglione avvelenato perché non potrà essere più nemica.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Asteroide “2014 RC”.
"L’etica è l’affinamento della nostra bellezza." 
13/09/2014: Anno 2014 - Numero 28  File Pdf
Pubblicato il 14/09/2014
Castello di Eilean Donan (Scozia).
Castello di Eilean Donan (Scozia).
Care amiche e amici, la scorsa settimana parlavo di una frattura che mi sembra sia stia accentuando e che frantuma un mondo troppo dedicato alla materialità, all’ingordigia, alla superbia e all’avidità. Mi sento di fare un chiarimento: non voglio dire che il mondo secondo me si stia dividendo tra buoni e cattivi, tra perfetti e peccatori. A me rimangono i miei difetti e le mie mediocrità ancora ben attaccati addosso, purtroppo. Non si tratta di diventare santi. Io non ci riuscirei comunque. Santi ce ne sono e ce ne sono stati ma sono così pochi rispetto alle moltitudini degli umani. Il rinnovamento che sento in modo diffuso riguarda il sentire interiore di molte persone che sta mutando, questo stato di risveglio, di presa di coscienza, di orientamento all’ascolto e all’accoglienza piuttosto che alla prevaricazione, al silenzio piuttosto che alle novità urlate, all’umiltà piuttosto che alla protervia, ad affidarsi alle grandi forze che guidano piuttosto che consegnarsi ad un ego ebbro di brama di potere che fa sentire gli uomini padroni di ciò che non può essere posseduto, senza ricerca di sacralità, dove la prospettiva dell’esistere si incentra sulla necessità dell’avere, che porta a false ricchezze e disarmanti povertà. Non sono un moralista e chi mi conosce lo sa, con quanto detto penso alle persone che scelgono e che stanno verificando con la loro vita la divergenza tra l’avere e l’essere. Penso ai molti che preferiscono camminare verso la ricerca di senso e quindi di felicità. Non si tratta di aderire a un “dovere essere” esterno a me, a una dottrina, ad una religione di maniera, ma di poter iniziare a vivere in una autenticità ritrovata dove non provo senso di fatica, di dovere o di costrizione perché lì c’è la mia essenza riacquistata, senza imposizioni. Il senso di fatica di vivere può essere indice che sto camminando su una strada sbagliata o per lo meno non mia. In questo processo gli altri, i compagni di viaggio, sono quanto mai importanti, sono lo specchio necessario all’occhio per vedere se stesso, sono l’aiuto ora accolto e ora offerto, permettono il confronto per un chiarimento, donano la scoperta del sé ancora non conosciuto. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

la scorsa settimana parlavo di una frattura che mi sembra sia stia accentuando e che frantuma un mondo troppo dedicato alla materialità, all’ingordigia, alla superbia e all’avidità. Mi sento di fare un chiarimento: non voglio dire che il mondo secondo me si stia dividendo tra buoni e cattivi, tra perfetti e peccatori. A me rimangono i miei difetti e le mie mediocrità ancora ben attaccati addosso, purtroppo. Non si tratta di diventare santi. Io non ci riuscirei comunque. Santi ce ne sono e ce ne sono stati ma sono così pochi rispetto alle moltitudini degli umani. Il rinnovamento che sento in modo diffuso riguarda il sentire interiore di molte persone che sta mutando, questo stato di risveglio, di presa di coscienza, di orientamento all’ascolto e all’accoglienza piuttosto che alla prevaricazione, al silenzio piuttosto che alle novità urlate, all’umiltà piuttosto che alla protervia, ad affidarsi alle grandi forze che guidano piuttosto che consegnarsi ad un ego ebbro di brama di potere che fa sentire gli uomini padroni di ciò che non può essere posseduto, senza ricerca di sacralità, dove la prospettiva dell’esistere si incentra sulla necessità dell’avere, che porta a false ricchezze e disarmanti povertà.

Non sono un moralista e chi mi conosce lo sa, con quanto detto penso alle persone che scelgono e che stanno verificando con la loro vita la divergenza tra l’avere e l’essere. Penso ai molti che preferiscono camminare verso la ricerca di senso e quindi di felicità. Non si tratta di aderire a un “dovere essere” esterno a me, a una dottrina, ad una religione di maniera, ma di poter iniziare a vivere in una autenticità ritrovata dove non provo senso di fatica, di dovere o di costrizione perché lì c’è la mia essenza riacquistata, senza imposizioni. Il senso di fatica di vivere può essere indice che sto camminando su una strada sbagliata o per lo meno non mia. In questo processo gli altri, i compagni di viaggio, sono quanto mai importanti, sono lo specchio necessario all’occhio per vedere se stesso, sono l’aiuto ora accolto e ora offerto, permettono il confronto per un chiarimento, donano la scoperta del sé ancora non conosciuto.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Castello di Eilean Donan (Scozia).
"Ci sono molti modi per valutare la propria forza spirituale? - Molti. - Diccene uno. - Scoprire quante volte siete disturbati nel corso di una sola giornata. -." (Thomas Merton)
06/09/2014: Anno 2014 - Numero 27  File Pdf
Pubblicato il 05/09/2014
Monaco Tibetano.
Monaco Tibetano.
Care amiche e amici, alle volte mi guardo intorno e vedo un mondo che mi sembra in cambiamento verso un nuovo equilibrio, certo lontano e difficile da realizzare, ma è ormai evidente che il processo è iniziato. Molte persone stanno facendo le loro scelte in un modo sempre più cosciente e preciso. L’alternativa si sta lentamente definendo. Per molti è come un risveglio da un torpore, una presa di coscienza che avanza. I miti falsi cadono, le scelte diventano più chiare. Chi ha già iniziato ad aprire gli occhi aiuta chi arriva adesso e questo disinteressato soccorso è forse il segnale più importante della metamorfosi. Mi sembra come una lunghissima faglia che frantuma una Pangea compatta e monolitica, un mondo “unico”, in quelli che stanno diventando grandi continenti, una frattura che lentamente si apre su un “prima”, creando una scelta nell’adesso. Una frattura generata da moti e rivolgimenti che avvengono nella profondità di una terra che rimane sconosciuta ma potatrice di vita rinnovata, che è la profondità del nostro sé. Ma questa non è una scelta tra materia e spirito, non si tratta di scegliere tra mondo e cielo. Rimarrò sempre nel mondo con le sue regole, le sue bellezze e anche le sue violenze spietate, non posso allontanarmi da tutto questo che è e rimane la mia natura prima, ma cambierà il modo di guardare, muterà l’orizzonte, il sentire profondo farà la sua comparsa nella vita di chi rallenta un po’ la corsa per ascoltare. Il bisogno di senso per molti sarà la direzione maestra da seguire e la causa del risveglio da un mondo divenuto con l’avidità di molti vuoto e dannoso, per altri sarà la fratellanza, per altri ancora il desiderio di una pace vera, la riscoperta del cuore e delle cose semplici e potenti a lui collegate, da lui sorrette e generate. Chi sente questo richiamo potrà scegliere tra la scatola colorata sempre accesa di una esistenza preconfezionata e il cercare una vita vissuta giorno per giorno con attimi di cambiamento interiore, di ricerca anche faticosa del senso dell’esistere. Nella scoperta del silenzio e della sua voce. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

alle volte mi guardo intorno e vedo un mondo che mi sembra in cambiamento verso un nuovo equilibrio, certo lontano e difficile da realizzare, ma è ormai evidente che il processo è iniziato. Molte persone stanno facendo le loro scelte in un modo sempre più cosciente e preciso. L’alternativa si sta lentamente definendo. Per molti è come un risveglio da un torpore, una presa di coscienza che avanza. I miti falsi cadono, le scelte diventano più chiare. Chi ha già iniziato ad aprire gli occhi aiuta chi arriva adesso e questo disinteressato soccorso è forse il segnale più importante della metamorfosi. Mi sembra come una lunghissima faglia che frantuma una Pangea compatta e monolitica, un mondo “unico”, in quelli che stanno diventando grandi continenti, una frattura che lentamente si apre su un “prima”, creando una scelta nell’adesso. Una frattura generata da moti e rivolgimenti che avvengono nella profondità di una terra che rimane sconosciuta ma potatrice di vita rinnovata, che è la profondità del nostro sé. Ma questa non è una scelta tra materia e spirito, non si tratta di scegliere tra mondo e cielo. Rimarrò sempre nel mondo con le sue regole, le sue bellezze e anche le sue violenze spietate, non posso allontanarmi da tutto questo che è e rimane la mia natura prima, ma cambierà il modo di guardare, muterà l’orizzonte, il sentire profondo farà la sua comparsa nella vita di chi rallenta un po’ la corsa per ascoltare. Il bisogno di senso per molti sarà la direzione maestra da seguire e la causa del risveglio da un mondo divenuto con l’avidità di molti vuoto e dannoso, per altri sarà la fratellanza, per altri ancora il desiderio di una pace vera, la riscoperta del cuore e delle cose semplici e potenti a lui collegate, da lui sorrette e generate. Chi sente questo richiamo potrà scegliere tra la scatola colorata sempre accesa di una esistenza preconfezionata e il cercare una vita vissuta giorno per giorno con attimi di cambiamento interiore, di ricerca anche faticosa del senso dell’esistere. Nella scoperta del silenzio e della sua voce.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Monaco Tibetano.
"Se sei felice non puoi essere vittima della felicità. Ma se hai successo puoi essere vittima del successo." (Ma Thay, maestro Zen)
12/07/2014: Anno 2014 - Numero 25  File Pdf
Pubblicato il 11/07/2014
Laurence Freeman OSB.
Laurence Freeman OSB.
Care amiche e amici, condivido con voi un recente scritto di Padre Laurence Freeman della Comunità Mondiale di Meditazione Cristiana, che mi ha colpito per la sua chiarezza e incisività e che inoltre condivido appieno. “Lo Spirito può fare cose sorprendenti quando l'Eucarestia trova persone disponibili e a volte anche se non sono tali. Può tramutare un'ora in un giardino condividendo insieme le Scritture e il pane, in una benedizione che tocca singolarmente ogni persona. Lo Spirito può essere religioso ma può anche... pervadere quello che le persone religiose chiamano gli aspetti profani o secolari della vita. Se noi abbiamo capito bene l'incarnazione, quale parte della vita non fa parte della vita dello Spirito o non è in grado di essere risanata, rinnovata, corretta e attivata da lui ?... Lo Spirito è un amico, un consigliere e un maestro e prende le nostre parti, ma senza ipocrisia, anche quando siamo nell'errore. E' tutto quello che noi speriamo sia un amico saggio e amorevole. Questo è un modo di descrivere l'esperienza che facciamo quando emergiamo dall'abisso del nonsenso ed entriamo in un ambito più attento di connessione. Lo Spirito rinnova e ricarica le batterie scariche della vita. Noi sappiamo che è lo Spirito, non sono i nostri propri strumenti perché il rinnovamento fatto da noi stessi si esaurisce velocemente, ma l'azione diretta dello Spirito sostiene la trasformazione. Per questo l'esperienza di Dio è molto più diffusa di quanto le persone religiose generalmente non ammettano. I primi cristiani erano abbastanza grandi da riconoscere questo quando dicevano che chiunque ama conosce Dio e chi non ama non conosce Dio. Questa semplice, evolutiva verità in qualche modo è stata sepolta nella competizione intellettuale per provare l'esistenza di Dio e dimostrare che la mia prova, il mio Dio era superiore al vostro. Kierkegaard diceva che più noi perfezioniamo le nostre prove di Dio, meno esse sono convincenti. Ciò che convince, naturalmente, è vedere che noi cambiamo - e come cambiamo”. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

condivido con voi un recente scritto di Padre Laurence Freeman della Comunità Mondiale di Meditazione Cristiana, che mi ha colpito per la sua chiarezza e incisività e che inoltre condivido appieno.

“Lo Spirito può fare cose sorprendenti quando l'Eucarestia trova persone disponibili e a volte anche se non sono tali.

Può tramutare un'ora in un giardino condividendo insieme le Scritture e il pane, in una benedizione che tocca singolarmente ogni persona. Lo Spirito può essere religioso ma può anche... pervadere quello che le persone religiose chiamano gli aspetti profani o secolari della vita. Se noi abbiamo capito bene l'incarnazione, quale parte della vita non fa parte della vita dello Spirito o non è in grado di essere risanata, rinnovata, corretta e attivata da lui ?...

Lo Spirito è un amico, un consigliere e un maestro e prende le nostre parti, ma senza ipocrisia, anche quando siamo nell'errore. E' tutto quello che noi speriamo sia un amico saggio e amorevole. Questo è un modo di descrivere l'esperienza che facciamo quando emergiamo dall'abisso del nonsenso ed entriamo in un ambito più attento di connessione. Lo Spirito rinnova e ricarica le batterie scariche della vita. Noi sappiamo che è lo Spirito, non sono i nostri propri strumenti perché il rinnovamento fatto da noi stessi si esaurisce velocemente, ma l'azione diretta dello Spirito sostiene la trasformazione.

Per questo l'esperienza di Dio è molto più diffusa di quanto le persone religiose generalmente non ammettano. I primi cristiani erano abbastanza grandi da riconoscere questo quando dicevano che chiunque ama conosce Dio e chi non ama non conosce Dio. Questa semplice, evolutiva verità in qualche modo è stata sepolta nella competizione intellettuale per provare l'esistenza di Dio e dimostrare che la mia prova, il mio Dio era superiore al vostro. Kierkegaard diceva che più noi perfezioniamo le nostre prove di Dio, meno esse sono convincenti. Ciò che convince, naturalmente, è vedere che noi cambiamo - e come cambiamo”.

Grazie a tutti.

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Laurence Freeman OSB. (Foto: WCCM Italia)
"Sono certo che nulla va perduto nella nostra vita; nessun frammento di bontà e di bellezza; nessun sacrificio nascosto; nessuna lacrima e nessuna amicizia." (Cristian Bobin)
05/07/2014: Anno 2014 - Numero 24  File Pdf
Pubblicato il 05/07/2014
Cucciolo.
Cucciolo.
Care amiche e amici, vi mando una storia trovata da Fabrizio: CAROTE, UOVA E CAFFÈ. Una giovane andò dalla madre per lamentarsi della sua vita e di come le fosse difficile. Si sentiva sfiduciata, quando risolveva un problema se ne presentava subito un altro ed era stanca di lottare, tanto che credeva di darsi per vinta. La madre la portò in cucina, prese tre pentolini, li riempì d’acqua e li pose sul fuoco. Quando l’acqua incominciò a bollire in uno mise delle carote, nell’altro delle uova e nell’ultimo dei chicchi di caffè. Lasciò bollire l’acqua senza dire una parola, mentre la figlia osservava con impazienza, domandandosi cosa la madre stesse facendo. Dopo venti minuti la madre spense il fuoco. Tirò fuori le carote e le mise su un piatto. Tirò fuori le uova e le mise in una scodella. Prese un colino, filtrò il caffè e lo mise in una tazza. Guardando la figlia le disse: “Cara figlia mia, carote, uova o caffè : cosa scegli?” La figlia stupita non rispose e la madre la fece avvicinare. Le chiese di toccare le carote, che la ragazza trovò cedevoli, la invitò a rompere un uovo, ormai diventato sodo e le fece annusare e assaporare la tazza di caffè fumante, dall’aroma ricco e profumato. Finalmente la figlia le domandò: “Cosa significa tutto questo, madre?” La madre le spiegò che tutte le cose avevano affrontato la stessa avversità, “l’acqua bollente”, ma avevano reagito in maniera differente. La carota, forte e superba, aveva lottato contro l’acqua, ma era diventata debole e molle. L’uovo, così fragile nel suo guscio sottile che proteggeva l’interno liquido e nutriente, si era indurito. I chicchi del caffè, invece, avevano fatto il miracolo: dopo essere stati nell’acqua, bollendo, l’avevano trasformata. “Cosa scegli di essere, figlia mia? Quando l’avversità suona alla tua porta, come rispondi? Sei come la carota che sembra forte, ma quando il dolore ti tocca diventi debole e priva di forza? Sei come un uovo che nella sua fragilità nasconde un cuore tenero e un carattere buono, ma che le prove della vita induriscono? Il guscio sembra sempre lo stesso, ma l’interno è amareggiato e inaridito. Oppure sei come un chicco di caffè, che cambia l’elemento che gli causa dolore e nel punto di ebollizione raggiunge il suo migliore aroma e sapore? Come un chicco di caffè, proprio quando le cose ti vanno male puoi reagire in maniera positiva e diffondere con il tuo atteggiamento “il profumo del caffè” intorno a te. Le persone più serene e felici non sono quelle a cui tutto va bene, ma quelle che sanno prendersi il meglio della vita, nonostante tutto. Figlia mia, possa tu avere abbastanza gioia da renderti dolce, abbastanza prove da renderti forte e abbastanza speranza da renderti felice. Quando ti senti male e le difficoltà della vita ti sembrano enormi, cerca di salire ad un altro livello e l’acqua bollente si trasformerà in un caffè fragrante e profumato.” Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

vi mando una storia trovata da Fabrizio:

CAROTE, UOVA E CAFFÈ.

Una giovane andò dalla madre per lamentarsi della sua vita e di come le fosse difficile. Si sentiva sfiduciata, quando risolveva un problema se ne presentava subito un altro ed era stanca di lottare, tanto che credeva di darsi per vinta.

La madre la portò in cucina, prese tre pentolini, li riempì d’acqua e li pose sul fuoco. Quando l’acqua incominciò a bollire in uno mise delle carote, nell’altro delle uova e nell’ultimo dei chicchi di caffè. Lasciò bollire l’acqua senza dire una parola, mentre la figlia osservava con impazienza, domandandosi cosa la madre stesse facendo.

Dopo venti minuti la madre spense il fuoco. Tirò fuori le carote e le mise su un piatto. Tirò fuori le uova e le mise in una scodella. Prese un colino, filtrò il caffè e lo mise in una tazza. Guardando la figlia le disse: “Cara figlia mia, carote, uova o caffè : cosa scegli?”

La figlia stupita non rispose e la madre la fece avvicinare. Le chiese di toccare le carote, che la ragazza trovò cedevoli, la invitò a rompere un uovo, ormai diventato sodo e le fece annusare e assaporare la tazza di caffè fumante, dall’aroma ricco e profumato. Finalmente la figlia le domandò: “Cosa significa tutto questo, madre?”

La madre le spiegò che tutte le cose avevano affrontato la stessa avversità, “l’acqua bollente”, ma avevano reagito in maniera differente.

La carota, forte e superba, aveva lottato contro l’acqua, ma era diventata debole e molle.

L’uovo, così fragile nel suo guscio sottile che proteggeva l’interno liquido e nutriente, si era indurito.

I chicchi del caffè, invece, avevano fatto il miracolo: dopo essere stati nell’acqua, bollendo, l’avevano trasformata.

“Cosa scegli di essere, figlia mia? Quando l’avversità suona alla tua porta, come rispondi? Sei come la carota che sembra forte, ma quando il dolore ti tocca diventi debole e priva di forza?

Sei come un uovo che nella sua fragilità nasconde un cuore tenero e un carattere buono, ma che le prove della vita induriscono? Il guscio sembra sempre lo stesso, ma l’interno è amareggiato e inaridito.

Oppure sei come un chicco di caffè, che cambia l’elemento che gli causa dolore e nel punto di ebollizione raggiunge il suo migliore aroma e sapore? Come un chicco di caffè, proprio quando le cose ti vanno male puoi reagire in maniera positiva e diffondere con il tuo atteggiamento “il profumo del caffè” intorno a te.

Le persone più serene e felici non sono quelle a cui tutto va bene, ma quelle che sanno prendersi il meglio della vita, nonostante tutto. Figlia mia, possa tu avere abbastanza gioia da renderti dolce, abbastanza prove da renderti forte e abbastanza speranza da renderti felice. Quando ti senti male e le difficoltà della vita ti sembrano enormi, cerca di salire ad un altro livello e l’acqua bollente si trasformerà in un caffè fragrante e profumato.”

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Cucciolo.
"A volte i genitori vogliono trattenere i proprio figli, ma non si rendono conto che amarli fino in fondo vuol proprio dire lasciarli liberi di volare e di allontanarsi contando solo sulle proprie forze." ()
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Comunità di Meditazione Interreligiosa Fiorentina
Email: cmif@altervista.org
Sito web: cmif.altervista.org
Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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