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Radio Voce della Speranza

Lo Zefiro

Notiziario Interreligioso
Redazione: Marco Lazzeri
Telefono: 335.6415395
Pagina:
30/01/2016: Anno 2016 - Numero 03  File Pdf
Pubblicato il 01/02/2016
Oxford University.
Oxford University.
Care amiche e cari amici, questa foto ha avuto su Facebook tantissimi visitatori (piace a 111.780 persone con 47.689 condivisioni) e ha riportato anche un dibattito molto acceso tra sostenitori e detrattori. Il commetto su FB alla foto era questo: “I primi 3 lupi sono quelli deboli e malati. Loro danno il ritmo alla camminata di tutto il branco. Se fosse stato il contrario, loro sarebbero rimasti ultimi e ...sarebbero morti. In caso di attacco loro sono i primi sacrificati. Questi creano il percorso nella neve, per far risparmiare energia a quelli che stanno dietro di loro. Sono seguiti da 5 lupi forti che formano l'avanguardia, invece, al centro si trova la ricchezza del branco - 11 lupe. Successivamente gli altri 5 lupi formano la retroguardia. L'ultimo, quasi isolato dal branco, è il leader. Lui deve vedere bene tutto il gruppo per poterlo controllare, dirigere, coordinare e dare i comandi necessari. Foto del Parco Naturale Vanatori Neamt Romania”. Tra le tante critiche riporto questa, dell’amico Stefano Paoletti: “(…) Si da il caso che il parco in realtà è il Wood Buffalo National Park, in Canada stato dell'Alberta. La corretta ed originale didascalia della foto la potete leggere nel link appresso (…). Una chiara dimostrazione di come una fantasiosa, inverosimile e patetica ricostruzione di un “fatto” sia stata accettata tranquillamente da tanti. Con i lupi che si distribuivano con un ordine da carovana western, e con l'assurdo dell'ultimo animale che, da capobranco, sorvegliava e guidava da lontano! Assolutamente ridicolo! Per inciso l'ultimo è l'animale più debole. Eppure sarebbe bastato un po' di buonsenso, mica tanto, per fiutare la stupidaggine. Ma come si fa ad attribuire a degli animali comportamenti e sentimenti tipicamente umani? Come si può credere che degli animali predatori si comportino secondo i nostri buoni sentimenti? E' da stupidi! (…)”. Fuor di metafora posso dire che è vero che siamo sviati, manipolati, quasi sempre ci viene raccontata dai media una verità falsa, comoda, accomodante, conveniente, spesso crediamo a pure favole, non abbiamo molte possibilità di confronti quando l’informazione è ad unico appannaggio del sistema. Viviamo una Matrix planetaria, un mondo ormai virtuale, artificiale, falso, spesso disumano. Costruito ad arte per avvalorare le bugie più incredibili, per favorire l’avidità di pochi, per controllare i molti. Ma credo che dentro di noi abbiamo anche bisogno di sogno, di speranza, di tenerezza, di rifugio, di accoglienza, di un mondo che abbia credibilità e morbidezza e che non sia solo affarismo, accaparramento e vanità. Certo attenzione che tutto questo non sia un narcotico, ma di amore vero ne abbiamo bisogno. Di riceverlo e di darlo. E ce n’è poco in giro … Forse è questo il motivo di così tanti visitatori? Nel mio caso è stato questa una delle ragioni che ha fatto sì che mi piacesse questa foto e la didascalia. Mi devo sentire imbarazzato? Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

questa foto ha avuto su Facebook tantissimi visitatori (piace a 111.780 persone con 47.689 condivisioni) e ha riportato anche un dibattito molto acceso tra sostenitori e detrattori. Il commetto su FB alla foto era questo:

“I primi 3 lupi sono quelli deboli e malati. Loro danno il ritmo alla camminata di tutto il branco. Se fosse stato il contrario, loro sarebbero rimasti ultimi e ...sarebbero morti. In caso di attacco loro sono i primi sacrificati. Questi creano il percorso nella neve, per far risparmiare energia a quelli che stanno dietro di loro. Sono seguiti da 5 lupi forti che formano l'avanguardia, invece, al centro si trova la ricchezza del branco - 11 lupe. Successivamente gli altri 5 lupi formano la retroguardia. L'ultimo, quasi isolato dal branco, è il leader. Lui deve vedere bene tutto il gruppo per poterlo controllare, dirigere, coordinare e dare i comandi necessari. Foto del Parco Naturale Vanatori Neamt Romania”.

Tra le tante critiche riporto questa, dell’amico Stefano Paoletti: “(…) Si da il caso che il parco in realtà è il Wood Buffalo National Park, in Canada stato dell'Alberta. La corretta ed originale didascalia della foto la potete leggere nel link appresso (…). Una chiara dimostrazione di come una fantasiosa, inverosimile e patetica ricostruzione di un “fatto” sia stata accettata tranquillamente da tanti. Con i lupi che si distribuivano con un ordine da carovana western, e con l'assurdo dell'ultimo animale che, da capobranco, sorvegliava e guidava da lontano! Assolutamente ridicolo! Per inciso l'ultimo è l'animale più debole. Eppure sarebbe bastato un po' di buonsenso, mica tanto, per fiutare la stupidaggine. Ma come si fa ad attribuire a degli animali comportamenti e sentimenti tipicamente umani? Come si può credere che degli animali predatori si comportino secondo i nostri buoni sentimenti? E' da stupidi! (…)”.

Fuor di metafora posso dire che è vero che siamo sviati, manipolati, quasi sempre ci viene raccontata dai media una verità falsa, comoda, accomodante, conveniente, spesso crediamo a pure favole, non abbiamo molte possibilità di confronti quando l’informazione è ad unico appannaggio del sistema. Viviamo una Matrix planetaria, un mondo ormai virtuale, artificiale, falso, spesso disumano. Costruito ad arte per avvalorare le bugie più incredibili, per favorire l’avidità di pochi, per controllare i molti. Ma credo che dentro di noi abbiamo anche bisogno di sogno, di speranza, di tenerezza, di rifugio, di accoglienza, di un mondo che abbia credibilità e morbidezza e che non sia solo affarismo, accaparramento e vanità. Certo attenzione che tutto questo non sia un narcotico, ma di amore vero ne abbiamo bisogno. Di riceverlo e di darlo. E ce n’è poco in giro … Forse è questo il motivo di così tanti visitatori? Nel mio caso è stato questa una delle ragioni che ha fatto sì che mi piacesse questa foto e la didascalia. Mi devo sentire imbarazzato?

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Oxford University.
"“[…] Tutti corrono, ma verso dove? Perché? Molti sentono che questo correre non si addice e che ci fa perdere tanti vecchi piaceri. Ma chi ha ormai il coraggio di dire: <<Fermi! Cambiamo strada>>? Eppure, se fossimo spersi in una foresta o in un deserto, ci daremmo da fare per cercare una via d’uscita! Perché non far lo stesso con questo benedetto progresso che ci allunga la vita, ci rende più ricchi, più sani, più belli, ma in fondo ci fa anche sempre meno felici? Non c’è da meravigliarsi che la depressione sia diventata un male tanto comune. E’ quasi rincuorante. E’ un segno che dentro la gente resta un desiderio di umanità […]." (Tiziano Terzani)
23/01/2016: Anno 2016 - Numero 02  File Pdf
Pubblicato il 01/02/2016
Risorse umane.
Risorse umane.
Care amiche e amici, vi propongo un brano dall’ultimo libro di Francesco Gesualdi che si intitola “Risorsa umana”, pag. 108 e seguenti. Benvivere. Fretta, tentazione consumistica, onnipotenza televisiva, case fatte per camminarsi sulla testa, strade trasformate in scoli di traffico, tutto sembra organizzato per produrre stress e solitudine. Pura coincidenza o piano preordinato? Probabilmente né l’uno né l’altro; solo disinteresse per ciò che non serve agli affari. Fossero stati prodotti vendibili, l’amore, l’amicizia, l’ascolto, la solidarietà, sarebbero stati coltivati, protetti, potenziati. Invece sono gesti gratuiti, attenzioni date senza aspettarsi niente in cambio. Doni al pari dell’aria, della pioggia, del vento, dell’alba, del tramonto, perciò senza valore perché nel mondo dei mercati vale solo ciò che procura denaro. Per questo sono stati ignorati, calpestai, piegati alle esigenze del contenimento dei costi, del guadagno, della produzione, della tecnologia, della velocità, della specializzazione. L’essere umano ridotto a tubo digerente con la bocca sempre ben spalancata per ingurgitare tutto quello che la pubblicità offre e uno sfintere anale bello largo per espellere tutti i rifiuti che si producono durante il transito. Un budello di collegamento tra supermercato e fogna. A questo siamo stati ridotti. Abbiamo tollerato fin troppo l’insulto, ora dobbiamo ribellarci, gridare in faccia ai mercanti che non siamo ammassi di carne da stimolare elettricamente come le rane. Dobbiamo riaffermare la nostra dignità di persone, esseri a più dimensioni. Non solo corpo, ma anche sfera affettiva, intellettuale, spirituale, sociale. Si ha vero benessere solo se tutte queste dimensioni sono soddisfatte in maniera armonica, permettendo ad ognuna di avere la sua giusta realizzazione. Un modo per promuovere il cambiamento parte dal linguaggio, perché lingua e pensiero si influenza a vicenda. Una parla che racchiude un concetto sbagliato educa la comunità che la usa a pensare in maniera sbagliata. Sotto accusa è la parola “benessere”. Di per sé è una bella parola perché fa riferimento all’essere che implicitamente comprende tutte le dimensioni. Ma essere significa anche “esistere” a cui deriva “esistenza”, che ha assunto anche il significato di “condizione di vita” intesa come “livello di reddito”. Espressioni come “esistenza agiata”, “esi-stenza grama” dimostrano che l’attenzione si è concentrata sempre più sulla ricchezza, trasformando il termine “benessere” in sinonimo di “benavere” … La proposta è sostituirla con un termine in uso presso le popolazioni indie della Ande. Un’espressione che ha il vantaggio di non prendere come riferimento l’individuo, ma la vita. E’ la parola ”benvivere” che i popoli dell’Equador e della Bolivia hanno addirittura inserito in Costituzione. Ci sono parole che rappresentano un mondo, racchiudono la filosofia di un popolo, la sua visione cosmica, i suoi valori. … perciò la traduzione potrebbe essere “vivere con pienezza” che comprende non solo la dimensione fisica ma anche quella psichica, sociale, spirituale, ambientale. E’ una pienezza che si raggiunge solo se si è sostenuti dagli altri e si ha una buona vita di relazione con gli altri, non solo con i membri della comunità ma anche con Madre Terra che ci nutre e ci sostiene. In definitiva, “benvivere” è sinonimo di equilibrio: è la capacità di creare armonia in tre direzioni: con se stessi, con gli altri, con la natura. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

vi propongo un brano dall’ultimo libro di Francesco Gesualdi che si intitola “Risorsa umana”, pag. 108 e seguenti.

Benvivere.

Fretta, tentazione consumistica, onnipotenza televisiva, case fatte per camminarsi sulla testa, strade trasformate in scoli di traffico, tutto sembra organizzato per produrre stress e solitudine. Pura coincidenza o piano preordinato? Probabilmente né l’uno né l’altro; solo disinteresse per ciò che non serve agli affari.

Fossero stati prodotti vendibili, l’amore, l’amicizia, l’ascolto, la solidarietà, sarebbero stati coltivati, protetti, potenziati. Invece sono gesti gratuiti, attenzioni date senza aspettarsi niente in cambio. Doni al pari dell’aria, della pioggia, del vento, dell’alba, del tramonto, perciò senza valore perché nel mondo dei mercati vale solo ciò che procura denaro. Per questo sono stati ignorati, calpestai, piegati alle esigenze del contenimento dei costi, del guadagno, della produzione, della tecnologia, della velocità, della specializzazione. L’essere umano ridotto a tubo digerente con la bocca sempre ben spalancata per ingurgitare tutto quello che la pubblicità offre e uno sfintere anale bello largo per espellere tutti i rifiuti che si producono durante il transito. Un budello di collegamento tra supermercato e fogna. A questo siamo stati ridotti.

Abbiamo tollerato fin troppo l’insulto, ora dobbiamo ribellarci, gridare in faccia ai mercanti che non siamo ammassi di carne da stimolare elettricamente come le rane. Dobbiamo riaffermare la nostra dignità di persone, esseri a più dimensioni. Non solo corpo, ma anche sfera affettiva, intellettuale, spirituale, sociale. Si ha vero benessere solo se tutte queste dimensioni sono soddisfatte in maniera armonica, permettendo ad ognuna di avere la sua giusta realizzazione.

Un modo per promuovere il cambiamento parte dal linguaggio, perché lingua e pensiero si influenza a vicenda. Una parla che racchiude un concetto sbagliato educa la comunità che la usa a pensare in maniera sbagliata. Sotto accusa è la parola “benessere”. Di per sé è una bella parola perché fa riferimento all’essere che implicitamente comprende tutte le dimensioni. Ma essere significa anche “esistere” a cui deriva “esistenza”, che ha assunto anche il significato di “condizione di vita” intesa come “livello di reddito”. Espressioni come “esistenza agiata”, “esi-stenza grama” dimostrano che l’attenzione si è concentrata sempre più sulla ricchezza, trasformando il termine “benessere” in sinonimo di “benavere” … La proposta è sostituirla con un termine in uso presso le popolazioni indie della Ande. Un’espressione che ha il vantaggio di non prendere come riferimento l’individuo, ma la vita. E’ la parola ”benvivere” che i popoli dell’Equador e della Bolivia hanno addirittura inserito in Costituzione. Ci sono parole che rappresentano un mondo, racchiudono la filosofia di un popolo, la sua visione cosmica, i suoi valori. … perciò la traduzione potrebbe essere “vivere con pienezza” che comprende non solo la dimensione fisica ma anche quella psichica, sociale, spirituale, ambientale. E’ una pienezza che si raggiunge solo se si è sostenuti dagli altri e si ha una buona vita di relazione con gli altri, non solo con i membri della comunità ma anche con Madre Terra che ci nutre e ci sostiene. In definitiva, “benvivere” è sinonimo di equilibrio: è la capacità di creare armonia in tre direzioni: con se stessi, con gli altri, con la natura.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Risorse umane. (Foto: Copertina libro)
"Comodo e utile portano su due strade diverse." (Anonimo)
16/01/2016: Anno 2016 - Numero 01  File Pdf
Pubblicato il 15/01/2016
Lupi nella neve.
Lupi nella neve.
Care amiche e cari amici, questa foto ha avuto su Facebook tantissimi visitatori (piace a 111.780 persone con 47.689 condivisioni) e ha riportato anche un dibattito molto acceso tra sostenitori e detrattori. Il commetto su FB alla foto era questo: “I primi 3 lupi sono quelli deboli e malati. Loro danno il ritmo alla camminata di tutto il branco. Se fosse stato il contrario, loro sarebbero rimasti ultimi e ...sarebbero morti. In caso di attacco loro sono i primi sacrificati. Questi creano il percorso nella neve, per far risparmiare energia a quelli che stanno dietro di loro. Sono seguiti da 5 lupi forti che formano l'avanguardia, invece, al centro si trova la ricchezza del branco - 11 lupe. Successivamente gli altri 5 lupi formano la retroguardia. L'ultimo, quasi isolato dal branco, è il leader. Lui deve vedere bene tutto il gruppo per poterlo controllare, dirigere, coordinare e dare i comandi necessari. Foto del Parco Naturale Vanatori Neamt Romania”. Tra le tante critiche riporto questa, dell’amico Stefano Paoletti: “(…) Si da il caso che il parco in realtà è il Wood Buffalo National Park, in Canada stato dell'Alberta. La corretta ed originale didascalia della foto la potete leggere nel link appresso (…). Una chiara dimostrazione di come una fantasiosa, inverosimile e patetica ricostruzione di un “fatto” sia stata accettata tranquillamente da tanti. Con i lupi che si distribuivano con un ordine da carovana western, e con l'assurdo dell'ultimo animale che, da capobranco, sorvegliava e guidava da lontano! Assolutamente ridicolo! Per inciso l'ultimo è l'animale più debole. Eppure sarebbe bastato un po' di buonsenso, mica tanto, per fiutare la stupidaggine. Ma come si fa ad attribuire a degli animali comportamenti e sentimenti tipicamente umani? Come si può credere che degli animali predatori si comportino secondo i nostri buoni sentimenti? E' da stupidi! (…)”. Fuor di metafora posso dire che è vero che siamo sviati, manipolati, quasi sempre ci viene raccontata dai media una verità falsa, comoda, accomodante, conveniente, spesso crediamo a pure favole, non abbiamo molte possibilità di confronti quando l’informazione è ad unico appannaggio del sistema. Viviamo una Matrix planetaria, un mondo ormai virtuale, artificiale, falso, spesso disumano. Costruito ad arte per avvalorare le bugie più incredibili, per favorire l’avidità di pochi, per controllare i molti. Ma credo che dentro di noi abbiamo anche bisogno di sogno, di speranza, di tenerezza, di rifugio, di accoglienza, di un mondo che abbia credibilità e morbidezza e che non sia solo affarismo, accaparramento e vanità. Certo attenzione che tutto questo non sia un narcotico, ma di amore vero ne abbiamo bisogno. Di riceverlo e di darlo. E ce n’è poco in giro … Forse è questo il motivo di così tanti visitatori? Nel mio caso è stato questa una delle ragioni che ha fatto sì che mi piacesse questa foto e la didascalia. Mi devo sentire imbarazzato? Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e cari amici,

questa foto ha avuto su Facebook tantissimi visitatori (piace a 111.780 persone con 47.689 condivisioni) e ha riportato anche un dibattito molto acceso tra sostenitori e detrattori. Il commetto su FB alla foto era questo:

“I primi 3 lupi sono quelli deboli e malati. Loro danno il ritmo alla camminata di tutto il branco. Se fosse stato il contrario, loro sarebbero rimasti ultimi e ...sarebbero morti. In caso di attacco loro sono i primi sacrificati. Questi creano il percorso nella neve, per far risparmiare energia a quelli che stanno dietro di loro. Sono seguiti da 5 lupi forti che formano l'avanguardia, invece, al centro si trova la ricchezza del branco - 11 lupe. Successivamente gli altri 5 lupi formano la retroguardia. L'ultimo, quasi isolato dal branco, è il leader. Lui deve vedere bene tutto il gruppo per poterlo controllare, dirigere, coordinare e dare i comandi necessari. Foto del Parco Naturale Vanatori Neamt Romania”.

Tra le tante critiche riporto questa, dell’amico Stefano Paoletti: “(…) Si da il caso che il parco in realtà è il Wood Buffalo National Park, in Canada stato dell'Alberta. La corretta ed originale didascalia della foto la potete leggere nel link appresso (…). Una chiara dimostrazione di come una fantasiosa, inverosimile e patetica ricostruzione di un “fatto” sia stata accettata tranquillamente da tanti. Con i lupi che si distribuivano con un ordine da carovana western, e con l'assurdo dell'ultimo animale che, da capobranco, sorvegliava e guidava da lontano! Assolutamente ridicolo! Per inciso l'ultimo è l'animale più debole. Eppure sarebbe bastato un po' di buonsenso, mica tanto, per fiutare la stupidaggine. Ma come si fa ad attribuire a degli animali comportamenti e sentimenti tipicamente umani? Come si può credere che degli animali predatori si comportino secondo i nostri buoni sentimenti? E' da stupidi! (…)”.

Fuor di metafora posso dire che è vero che siamo sviati, manipolati, quasi sempre ci viene raccontata dai media una verità falsa, comoda, accomodante, conveniente, spesso crediamo a pure favole, non abbiamo molte possibilità di confronti quando l’informazione è ad unico appannaggio del sistema. Viviamo una Matrix planetaria, un mondo ormai virtuale, artificiale, falso, spesso disumano. Costruito ad arte per avvalorare le bugie più incredibili, per favorire l’avidità di pochi, per controllare i molti. Ma credo che dentro di noi abbiamo anche bisogno di sogno, di speranza, di tenerezza, di rifugio, di accoglienza, di un mondo che abbia credibilità e morbidezza e che non sia solo affarismo, accaparramento e vanità. Certo attenzione che tutto questo non sia un narcotico, ma di amore vero ne abbiamo bisogno. Di riceverlo e di darlo. E ce n’è poco in giro … Forse è questo il motivo di così tanti visitatori? Nel mio caso è stato questa una delle ragioni che ha fatto sì che mi piacesse questa foto e la didascalia. Mi devo sentire imbarazzato?

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Lupi nella neve. (Foto: Facebook)
"Ma naturalmente per capire i cambiamenti della gente, bisogna amarla." (Pier Paolo Pasolini)
19/12/2015: Anno 2015 - Numero 36  File Pdf
Pubblicato il 18/12/2015
Buone Feste e felice Anno Nuovo!!.
Buone Feste e felice Anno Nuovo!!.
Care amiche e amici, con questo numero il notiziario “Lo Zefiro” osserverà un periodo di riposo, fino al 16 Gennaio 2016. Come regalo personale, per chi lo desidera, invierò su richiesta la raccolta degli articoli di fondo del notiziario. Se siete interessati a riceverli inviatemi una richiesta al mio indirizzo e-mail: marco.lazzeri@infogroup.it Buone Feste e buon anno nuovo 2016 a tutti!! Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

con questo numero il notiziario “Lo Zefiro” osserverà un periodo di riposo, fino al 16 Gennaio 2016.

Come regalo personale, per chi lo desidera, invierò su richiesta la raccolta degli articoli di fondo del notiziario. Se siete interessati a riceverli inviatemi una richiesta al mio indirizzo e-mail: marco.lazzeri@infogroup.it



Buone Feste e buon anno nuovo 2016 a tutti!!

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Buone Feste e felice Anno Nuovo!!.
 
12/12/2015: Anno 2015 - Numero 35  File Pdf
Pubblicato il 11/12/2015
Dalai-Lama.
Dalai-Lama.
Care amiche e amici, dopo l'attacco terroristico a Parigi, il Dalai Lama ha esordito con la frase: “Ci sono giorni in cui penso che sarebbe meglio se non ci fossero le religioni”. Alla domanda cosa intendesse dire ha continuato così: “La conoscenza e la pratica della religione sono state utili, questo è vero per tutte le fedi. Oggi però non bastano più, spesso portano al fanatismo e all'intolleranza e in nome della religione si sono fatte e si fanno guerre. Nel XXI secolo abbiamo bisogno di una nuova etica che trascenda la religione. La nostra elementare spiritualità, la predisposizione verso l'amore, l'affetto e la gentilezza che tutti abbiamo dentro di noi a prescindere dalle nostre convinzioni sono molto più importanti della fede organizzata. A mio avviso, le persone possono fare a meno della religione, ma non possono stare senza i valori interiori e senza etica”. L'intervista è di Franz Alt rilasciata in gennaio dopo la strage di Charlie Hebdo riportata sul ebook uscito in giugno “An Appeal By The Dalai Lama To The World - Ethics are more important than religion”. Sono parole che danno un senso che mi sembra nuovo, innovativo. Le religioni non devono essere lasciate o rifiutate, certamente no. Ma se la religione la intendo nel senso che io sono di “questi” e loro sono degli “altri”, se sono nel dualismo “io non io”, se lego alla religione il senso di superiorità della presunta eccellenza e al contempo di separatezza dal resto delle altre persone che non sono del mio gruppo, allora nell’errore sono io, non la religione. Quindi non serve cambiare religione perché non ce ne sono di sbagliate e non ce n’è una migliore delle altre, sono io che devo cambiare, verso la morbidezza, l’umiltà e l’accoglienza. In questo senso ho fiducia che il percorso che facciamo insieme come Comunità Interreligiosa che accoglie tutti senza chiedere ed è interessata e aperta a ogni sentire, porgendo ascolto amorevole e non giudicante, può essere l’esperienza di un primo passettino. Molto è da fare e da elaborare, non solo sul piano teoretico, ma anche di una pratica etica di convivenza e rispetto. Le teorie possono servire, ma è il cuore e il desiderio di incontro con l’altro il motivo primo che può sviluppare questo atteggiamento. La conoscenza mentale e l’intelletto da soli non bastano senza uno slancio del cuore, puro, disinteressato, accogliente e inclusivo per l’altro da sé. Questo atteggiamento ha di positivo che non può evocare il giudizio e nemmeno avere la certezza che solo io ho la Verità, sono quindi uno con molti altri. La Verità rimane sopra tutti, altissima, la fede e il credente seguono la Verità professata da quella religione che è l’organizzazione e la rappresentazione della Verità la quale rimane però comunque trascendente, che non può essere formalizzata e contenuta in una formula umana, in quanto appunto come trascendente supera la finitezza dell’umano e le sue categorie cognitive. Se credo in una Verità trascendente questa deve contenere il Tutto, ed è lei stessa il Tutto, non può essere altrimenti, anche se questo tutto non riesco a contenerlo in me. Credo che sia proprio nell’incontro con gli altri, con altre fedi e spiritualità diverse dalla mia che posso cogliere aspetti importanti della mia stessa fede che nel cammino personale non avevo ancora compreso appieno e messo nella giusta prospettiva. Ogni religione si riferisce al Tutto, ma non sempre posso cogliere questa completezza nel mio sentimento personale. Mentre se ho al contrario la certezza di possedere saldamente in mano tutto questo, mi dovrebbe venire il dubbio che ciò che sento non è il Tutto ma solo illusione e costruzione dell’ego, che cerca inevitabilmente certezze granitiche e facili conferme al suo bisogno di superiorità per esorcizzare la sempre presente per lui paura della morte; ed è questo che effettivamente può portare al dogma integralista ed un mediocre fondamentalismo può scatenare cieca violenza, proprio perché si è diventati ciechi al Mistero. Auguro a tutti noi un buon cammino, tenendoci amorevolmente per mano. Grazie a tutti. Marco [Leggi]
Care amiche e amici,

dopo l'attacco terroristico a Parigi, il Dalai Lama ha esordito con la frase: “Ci sono giorni in cui penso che sarebbe meglio se non ci fossero le religioni”. Alla domanda cosa intendesse dire ha continuato così: “La conoscenza e la pratica della religione sono state utili, questo è vero per tutte le fedi. Oggi però non bastano più, spesso portano al fanatismo e all'intolleranza e in nome della religione si sono fatte e si fanno guerre. Nel XXI secolo abbiamo bisogno di una nuova etica che trascenda la religione. La nostra elementare spiritualità, la predisposizione verso l'amore, l'affetto e la gentilezza che tutti abbiamo dentro di noi a prescindere dalle nostre convinzioni sono molto più importanti della fede organizzata. A mio avviso, le persone possono fare a meno della religione, ma non possono stare senza i valori interiori e senza etica”.

L'intervista è di Franz Alt rilasciata in gennaio dopo la strage di Charlie Hebdo riportata sul ebook uscito in giugno “An Appeal By The Dalai Lama To The World - Ethics are more important than religion”.

Sono parole che danno un senso che mi sembra nuovo, innovativo. Le religioni non devono essere lasciate o rifiutate, certamente no. Ma se la religione la intendo nel senso che io sono di “questi” e loro sono degli “altri”, se sono nel dualismo “io non io”, se lego alla religione il senso di superiorità della presunta eccellenza e al contempo di separatezza dal resto delle altre persone che non sono del mio gruppo, allora nell’errore sono io, non la religione. Quindi non serve cambiare religione perché non ce ne sono di sbagliate e non ce n’è una migliore delle altre, sono io che devo cambiare, verso la morbidezza, l’umiltà e l’accoglienza. In questo senso ho fiducia che il percorso che facciamo insieme come Comunità Interreligiosa che accoglie tutti senza chiedere ed è interessata e aperta a ogni sentire, porgendo ascolto amorevole e non giudicante, può essere l’esperienza di un primo passettino. Molto è da fare e da elaborare, non solo sul piano teoretico, ma anche di una pratica etica di convivenza e rispetto. Le teorie possono servire, ma è il cuore e il desiderio di incontro con l’altro il motivo primo che può sviluppare questo atteggiamento. La conoscenza mentale e l’intelletto da soli non bastano senza uno slancio del cuore, puro, disinteressato, accogliente e inclusivo per l’altro da sé. Questo atteggiamento ha di positivo che non può evocare il giudizio e nemmeno avere la certezza che solo io ho la Verità, sono quindi uno con molti altri.

La Verità rimane sopra tutti, altissima, la fede e il credente seguono la Verità professata da quella religione che è l’organizzazione e la rappresentazione della Verità la quale rimane però comunque trascendente, che non può essere formalizzata e contenuta in una formula umana, in quanto appunto come trascendente supera la finitezza dell’umano e le sue categorie cognitive. Se credo in una Verità trascendente questa deve contenere il Tutto, ed è lei stessa il Tutto, non può essere altrimenti, anche se questo tutto non riesco a contenerlo in me. Credo che sia proprio nell’incontro con gli altri, con altre fedi e spiritualità diverse dalla mia che posso cogliere aspetti importanti della mia stessa fede che nel cammino personale non avevo ancora compreso appieno e messo nella giusta prospettiva. Ogni religione si riferisce al Tutto, ma non sempre posso cogliere questa completezza nel mio sentimento personale. Mentre se ho al contrario la certezza di possedere saldamente in mano tutto questo, mi dovrebbe venire il dubbio che ciò che sento non è il Tutto ma solo illusione e costruzione dell’ego, che cerca inevitabilmente certezze granitiche e facili conferme al suo bisogno di superiorità per esorcizzare la sempre presente per lui paura della morte; ed è questo che effettivamente può portare al dogma integralista ed un mediocre fondamentalismo può scatenare cieca violenza, proprio perché si è diventati ciechi al Mistero. Auguro a tutti noi un buon cammino, tenendoci amorevolmente per mano.

Grazie a tutti.

Marco [Chiudi]
Dalai-Lama.
"Il problema della religione non riguarda ciò che il sé agente deve essere o fare, ma riguarda piuttosto l'esistenza del sé come tale […]. Il problema della ricerca della tranquillità non è un problema religioso, ma si pone in una prospettiva opposta al problema religioso." (K. Nishida, "La logica del luogo e la visione religiosa del mondo")
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Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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